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Togliti il pigiama!

Già, magari anche sotto giacca e cravatta, anche sotto un bel vestito firmato, anche sotto un giaccone di vera pelle, anche sotto una maglietta sportiva e un paio di jeans, sotto la tuta da operaio o il camice da dottore, ci troviamo a indossare un vero e proprio pigiama, segno che di fondo preferiamo dormire, anzi, che siamo proprio addormentati!


Togliti il pigiama!

da Teologo Borèl

del 25 novembre 2010

         

          AVVENTO! ...forse, se vogliamo cominciare bene l’Avvento e continuarlo bene fino a “sfociare” nel Natale del Signore (e quindi anche nel nostro vero natale!), dobbiamo prenderci un bell’attaccapanni e attaccarcelo, non dico come pendaglio fra gli occhi (potrebbe essere una nuova moda!), ma almeno in un posto che ci permetta di vederlo spesso (attaccarlo al computer?..sul frigorifero?...alla libreria?..sulla porta di casa?...al telefonino?...).

 

          Perché oso proporre questo “strumento” per navigare più sicuri verso il 25 dicembre?... Perché mi pare sia suggerito dalla Parola di Dio che la Chiesa ci propone nella Santa Messa della prima domenica di questo Avvento 2010.

          In verità più che un “pio suggerimento” mi pare che le prime due letture ci lancino un urlo, anzi due urli! San Paolo ci dice: “TOGLITI IL PIGIAMA! VESTITI DI GESU’ CRISTO!”.

          Già, magari anche sotto giacca e cravatta, anche sotto un bel vestito firmato, anche sotto un giaccone di vera pelle, anche sotto una maglietta sportiva e un paio di jeans, sotto la tuta da operaio o il camice da dottore, sotto la toga da avvocato o il grembiule da massaia, sotto il saio da frate o l’abito da suora, sotto un completo sportivo o un abito da cerimonia, sotto lo scafandro da subacqueo o i paramenti liturgici più splendenti, ci troviamo a indossare un vero e proprio pigiama, segno che di fondo preferiamo dormire, anzi, che siamo proprio addormentati!

          E quanto è difficile TOGLIERE IL PIGIAMA che riveste azioni, pensieri, propositi, progetti, sogni! A volte un po’ ci riusciamo e un brivido di vera novità ci attraversa la vita, ma quanto ”il fascino del pigiama” può ricatturarci mani, mente e cuore facendoci riassopire! La Parola di questa prima domenica di Avvento è come il suono di una sveglia e ci sprona ad appendere alla gruccia la “pelle che dorme” per “RIVESTIRCI DI CRISTO!”.

          Ma come fare per giungere a tanto? Come fare per passare dal sonno alla veglia e..: perché farlo?...

          Il profeta Isaia ci urla : “ANDIAMO IN MONTAGNA: LA MONTAGNA DEL SIGNORE!” ma non per sederci sulla cima a mangiare del cioccolato che, anche se italiano (come dice la pubblicità e non svizzero!) o, “addirittura” del mercato equo e solidale (!), è pur sempre un po’ poco per l’Avvento. Isaia paradossalmente ci propone di “SALIRE” per “IMPARARE A SCENDERE”, scendere dal nostro trono di autosufficienza, perché tutti quanti abbiamo bisogno di “IMPARARE A CAMMINARE NELLA LUCE”.

          Il brano tratto dal Vangelo di Matteo (24, 37-44) che ci viene proposto ci può apparire forse un po’ complicato e anche un po’ “tenebroso”: sarà per far risaltare meglio la Luce che sta per venire?!... Mah!

          Di certo, ammettiamolo, l’immagine del ladro, che arriva all’improvviso nella notte, noi probabilmente non saremmo riusciti ad applicarla a nostro Signore: te lo vedi un bel quadro per es. di Gesù Misericordioso o del Buon Pastore o di Gesù Maestro con accanto un grimaldello o una maschera tipo “Bassotti” (cfr Topolino) o un sacco colmo di refurtiva?...Eppure Matteo (che a dirla tutta, quando ancora era chiamato Levi, fu “forse” un po’ imparentato con questa categoria di persone..) osa dire che il Signore “VERRA’ COME UN LADRO”!

          Mi viene però un sospetto: forse questa pagina di Vangelo in fondo ci consiglia di “essere vigilanti” non per non lasciarci scassinare la casa da questo Ladro Speciale, ma per essere così svegli che quando arriverà gli si possa chiedere con tutte le forze che, una buona volta, per sempre, ci rubi il pigiama! Solo così riusciremo a “comportarci onestamente” (come ancora dice Paolo), “onestamente” prima di tutto verso noi stessi riconoscendo che siamo fatti per “andare alla casa del Signore” (salmo responsoriale, 121) e non per trascorre il tempo in bettole, orge, litigi, guerre!

          Nella casa del Signore la pace rivestirà tutto, ma noi fin da oggi dobbiamo lavorare perché le nostre armi (spade e lance non solo di metallo, come quelle del “signore delle armi”, ViKtor Bout, di cui si parla molto in questi giorni), ma anche quelle forgiate con i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre opere e, pericolossime, anche quelle forgiate con le nostre omissioni... si trasformino in strumenti per “coltivare la terra”, il giardino che fin dalla fondazione del mondo Dio ci ha affidato.

          Se ci incamminiamo veramente verso Betlemme giungeremo ai piedi di quel Bimbo che un giorno, per rinnovare il “guardaroba del mondo”, salì su una montagna e proclamò le Beatitudini: i veri abiti nuovi (mitezza, pace, misericordia..) che ci configurano dal didentro a Lui, specchio di bellezza e grazia a cui tutti, proprio tutti, siamo chiamati ad assomigliare! Pazzesco,vero?… Pazzesco e VERO!!

sr Petra

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