Triduo in preparazione alla festa di Santa Teresa d'Avila 3/3

Riflettiamo sull'educazione ai valori in Teresa d'Avila..

Triduo in preparazione alla festa di Santa Teresa d'Avila 3/3

 

14 OTTOBRE- TERZO GIORNO

EDUCAZIONE AI VALORI

 

 

         Nelle sue convinzioni pedagogiche e nelle sue proposte Teresa insiste su un intreccio di valori essenziali, umani e divini, sociali e comunitari, che sostenuti da una ispirazione evangelica offrono l'equilibrio della santità cristiana. Fra i valori più messi in risalto da Santa Teresa ne segnaliamo alcuni.

- Valori umani di base. Prima di tutto la «conoscenza di sé» (o socratismo teresiano) che sa valutare insieme la vocazione della persona e la sua condizione storica di peccato e di fragilità. A questa conoscenza di base si aggiunge l'apertura verso l'interiorità, verso il mistero dell'uomo chiamato alla comunione con Dio, diventato dimora di Dio e creato a sua immagine e somiglianza.[1] Sono i tre concetti di una autentica antropologia teologica con i quali si apre il Castello Interiore. Ma tale antropologia non solo apre la persona umana alla conoscenza di sé e alla giusta valutazione della sua dignità, ma apre a Dio, punto di riferimento dell'antropologia, ed apre pure agli altri che devono essere considerati con lo stesso sguardo teologale, come persone abilitate al dialogo con Dio, dimora della sua presenza, sua immagine e somiglianza. Dalla consapevolezza della condizione storica di peccato e della vocazione alla santità, nasce il dinamismo della crescita della persona e del cammino da percorrere verso la santità.

 

- Gli atteggiamenti nobili della persona. La crescita della persona va di pari passo con l'educazione ai valori fondamentali evangelici che Teresa propone anche dal punto di vista umano. Fra questi la passione per la verità e la sincerità, la semplicità nei rapporti con le persone. Favorisce l'apertura al bene dovunque si trovi, l'affabilità con le persone, la simpatia e la comprensione, la gratitudine per i doni ricevuti. Educa a quella virtù che Teresa 'chiama la «discrezione» che è il buon senso, la misura delle cose. Promuove dappertutto un senso di gioiosa comunione fra le persone.

 

- I valori teologali. Ovviamente, per mantenere tutti questi valori nella giusta misura evangelica e secondo il modello dell'umanesimo cristiano, Teresa richiede una forte «sinergia» con Dio, atteggiamenti fortemente teologali con la fede, la speranza, la carità che si riveste di tutte le qualità umane che la rendono efficace ed amabile. Specialmente questi atteggiamenti teologali sono assolutamente necessari per entrare nel gioco di Dio e «subire» positivamente la pedagogia di Dio verso la quale Teresa incammina tutte le persone. È allora che lei valorizza la vera umiltà, maturata agli occhi di Dio nella verità che egli solo può rivelarci, l'apertura nell'obbedienza ad una guida ecclesiale saggia che ci aiuti nel discernimento e nella verifica, l'amore vero e comprensivo verso gli altri senza giudizi e senza condanne, senza disprezzi e senza rimozioni che ignorano le persone.[2]

 

Finalmente Teresa mette in guardia contro due antivalori che si insinuano spesso nella vita spirituale. Uno è la falsa umiltà per difetto che non vuole, riconoscere i propri difetti e mancanze e non è capace di fare una verifica di quanto manchi nella propria vita per piacere al Signore. Chi non ha questa umiltà si blocca nel cammino della perfezione. L'altro antivalore è la falsa umiltà per eccesso. Le persone disperano della propria condizione, non si slanciano verso il traguardo della santità, consapevoli dei propri peccati e della propria fragilità. Dio, educatore sommo, fa la cura della vera umiltà con gli uni e con gli altri. Prova affinché le persone si conoscano. È buono e generoso nelle sue grazie per sbloccare la falsa umiltà dei pusillanimi.

È allora un valore fondamentale della pedagogia teresiana la costante attenzione all'opera di Dio, l'apertura alla sua grazia, la capacità di essere attenti alle sorprese di Dio.

In realtà è Dio il grande educatore delle persone che a Lui si affidano con tutto il cuore. E prende delle iniziative e sorprende nelle sue mosse nei nostri confronti. Per questo Teresa indirizza verso Dio e ci consiglia di stare attenti alle sue sorprese educative.

 

Il progetto educativo di Teresa

 

Parlare di progetto educativo in Santa Teresa è senza dubbio trasporre una terminologia del nostro tempo. Ma non è una forzatura operata per aggiornare la sua dottrina. Teresa infatti ha un suo progetto educativo, o meglio si scopre il progetto educativo di Dio nei nostri confronti, come lei l'ha sperimentato, come lei stessa ha cercato di sviluppare nelle persone che sono state affidate alle sue cure di pedagoga spirituale.

Alla base del suo progetto sta l'offerta stessa di Dio: costruire la persona del cristiano dal di dentro, fino a trasformarla in una creatura nuova in Cristo per la Chiesa. Tale progetto educativo è esposto in maniera chiara nel suo libro fondamentale che è il Castello Interiore.

Semplificando molto quanto la Santa ci offre lungo il suo libro cerco di presentare una sintesi.

 

Il punto di partenza, lo abbiamo già ricordato, è la condizione dell'uomo in Cristo, chiamato alla comunione con Dio, alla somiglianza con Cristo, ad essere dimora di Dio. Il peccato, benché abbia fiaccato notevolmente le capacità della persona, non ha annullato il piano di Dio, l'invito ad una pro­gressiva trasformazione.

 

I dinamismi di questa crescita progressiva Teresa li ritrova fondamentalmente in un cammino di preghiera-vita, cioè di una preghiera intesa come amicizia che tende alla progressiva trasformazione della persona. La preghiera scopre e accoglie il piano di Dio e la sua azione; la vita cerca di assimilare questi valori e di tradurli in pratica in un generoso esercizio delle virtù cristiane. Dio pensa a guidare la persona, a provarla, a spingerla con la sua grazia verso la maturità, ad aprire nuove strade qualora lo slancio della perfezione possa essere bloccato dalla tiepidezza o dalla non totale corrispondenza alla grazia.

 

Il punto di arrivo, o un punto di arrivo, che Teresa colloca già nelle quinte mansioni del suo Castello Interiore, è il cristiano rinnovato, in una bella sintesi di atteggiamenti spirituali che sono come i tratti fondamentali della persona che ha acquistato una certa maturità:

- una forte esperienza di Dio nella propria vita che porta verso una unione abituale con il Signore e con la sua volontà;

- una donazione sincera al Signore, rinnovata ogni giorno;

- un'umile ma certa convinzione del passaggio rinnovatore di Dio nella propria vita che non è illusione, né frutto delle proprie virtù o dei propri sforzi, ma è e viene sentita come opera di Dio nella propria vita;

- alcuni effetti. caratteristici di questa vita rinnovata, quali sarebbero un senso di libertà interiore e di maturità affettiva; una visione apostolica degli altri, ormai visti ed amati come fratelli e sorelle, figli di Dio; un desiderio che Dio sia conosciuto ed amato; una apertura alla lode di Dio e alla riconoscenza;

- una certa stabilizzazione nella volontà di Dio e nell'amore del prossimo, affettivo ed effettivo, concreto, nella concretezza stessa delle opere di misericordia e di servizio, vissuto nella gratuità e nella dimensione della croce;

- una fedeltà perseverante e creatrice di chi non si sente arrivato, teme di tornare indietro, non giudica gli altri, è fedele nelle cose piccole, è attento a Dio e alle sue sempre nuove esigenze di amore e di servizio.[3]

 

In questo punto di arrivo coincide non solo una certa perfezione della persona a livello evangelico, ma anche una caratteristica maturità psicologica che, tradotta in valori di crescita presenta i seguenti tratti:

- una stabilità attorno al proprio ideale umano, cristiano, religioso, vo­cazionale concreto;

- un'esperienza di libertà interiore davanti ai molteplici condizionamenti che potrebbero rendere precaria la nostra scelta di vita;

- una evidente crescita nell'altruismo e nell'oblatività del servizio;

- una capacità di affetto e di amicizia nella maturità dei rapporti e nell’efficace carità che fa crescere gli altri;

- una gioia interiore di sentirsi pienamente realizzati da Dio nel servizio degli altri;

- una iniziale possibilità di aiutare gli altri in questo cammino verso la maturità.

 

Non si tratta di una utopia né tanto meno di una delle tante illusorie proposte di perfezione che presto svaniscono nella vita e nella vita cristiana specialmente. Teresa propone la mèta, ma traccia anche il cammino. Anzi, ci dice che per realizzare questo progetto Dio può servirsi di due vie convergenti. La prima, quella appunto usata con lei, è stata quella di una forte grazia di conversione e di rinnovamento interiore che l'ha resa quasi istantaneamente una persona nuova, anche se poi tutto questo fuoco rinnovatore dell'amore di Dio si è piano piano stabilizzato nella fiamma dell'amore e nella concretezza della vita cristiana con le sue esigenze di virtù e di servizio. L'altra via, aperta a tutti, è quella di una progressiva apertura a Dio e alla sua volontà che piano piano instilla nel cuore e nella vita i germi di una trasformazione che penetra tutti gli strati della personalità e penetrando cambia, purifica, trasforma, matura, realizza. È il metodo pedagogico di Teresa: un cammino progressivo di preghiera-vita, di preghiera aperta alla vita, alla vita di Dio e alla vita della persona, che viene costantemente e lu­cidamente posta nella luce di Dio.[4]

 

Preghiamo:

 

O Padre, che nei santi

manifesti la tua presenza e il tuo volto,

fa’ che seguiamo l’esempio di preghiera

e di operosità instancabile di santa Teresa

patrona dell’Istituto.

Rendici consapevoli come lei,

che solo Dio basta

e nulla manca a chi veramente lo possiede.

Fa’ che ci lasciamo pervadere

dalla forza del tuo Amore

e lavoriamo con audacia evangelica

per l’avvento del tuo regno,

specialmente tra la gioventù a noi affidata.

Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen

 

 

 

 

[1] Cf Castello Interiore I, 1.1-3.

[2] Su questi criteri di discernimento si attarda Teresa nelle terze mansioni del Castello Interiore c. l e 2.

[3] Per una esposizione più documentata cf J. CASTELLANO CERVERA, Guiones de do­ctrina teresiana, Castellón 1981, 117.131.

[4] Cf l.c.

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