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Troppe bugie (anche a sé stessi) se i ragazzi si perdono in una bottiglia

La ragazza avrà tredici anni. Sullo zainetto ha appeso un tappino fatto a pipistrello. Niente di male, agli zainetti c'è appeso di tutto. Niente di male, se la bestiola non fosse il brand di un noto superalcolico, il rum B., pubblicizzato ogni giorno sulle reti televisive più viste dagli adolescenti...


Troppe bugie (anche a sé stessi) se i ragazzi si perdono in una bottiglia

da Quaderni Cannibali

del 09 aprile 2006

La ragazza avrà tredici anni. Sullo zainetto ha appeso un tappino fatto a pipistrello. Niente di male, agli zainetti c'è appeso di tutto. Niente di male, se la bestiola non fosse il brand di un noto superalcolico, il rum B., pubblicizzato ogni giorno sulle reti televisive più viste dagli adolescenti. Fa tendenza, proprio come l'aperitivo rosso, ma non di vergogna, che da anni punta sulla comunicazione ambigua: oggi una lei che forse è un lui incontra, anzi si scontra con un lui che potrebbe essere una lei. Transgender entrambi? Non sapendolo loro, non pretendiamo di saperlo noi. Poi, con il ritorno del tepore, le serate delle città universitarie sono allietate - si fa per dire - dagli happy hour: birrini a un euro, sottocosto, e cagnara fino a notte fonda, quando il bar tira giù la serranda lavandosene le mani e i ragazzi, più o meno maggiorenni, rimangono in strada 'a socializzare' tracannando birre acquistate al supermercato. L'importante è esagerare e gridare all'intolleranza e alla repressione quando gli abitanti esasperati, anziché mettere i tappi a sé, ai nonni e ai figli e pulire il marciapiede al mattino, chiamano vigili, polizia, carabinieri, esercito... Ultimo quadro dei mille possibili: l'ennesimo adolescente si schianta in moto al sabato sera. La strada curvava, lui inspiegabilmente ha tirato dritto. I genitori distrutti, gli amici affranti. Al funerale uno striscione: «Ti ha ucciso la strada assassina».

Il dolore va rispettato, non alimentato. Ma talvolta la verità, che i cronisti tacciono per pudore, è un'altra: la strada curvava, ma quel ragazzo era pieno d'alcol. La responsabilità è sua e di molti altri. Vengono alla mente questi e mille altri pensieri, immagini, episodi quando leggiamo le cifre diffuse al convegno di Trieste su giovani e alcol: un undicenne su dieci beve abitualmente, quasi quattro quindicenni su dieci alzano il gomito almeno una volta alla settimana. Una pandemia su scala europea. Responsabilità di chi beve, certo, perché alla fin e sei tu, e solo tu, a decidere di bere. Però decidere a undici anni o a cinquanta è diverso. A undici, quindici, diciotto anni sei senza dubbio più docile alle lusinghe delle mode e meno attrezzato a resistere ai condizionamenti ambientali. Così i responsabili sono tanti. Responsabili sono i genitori che riescono a non accorgersi che i figli tracannano. Il dubbio è che in alcuni casi strabevano loro per primi e quindi siano inclini a non riprendere i figli, per non apparire incoerenti. Responsabili sono gli amici che dicono, a se stessi e al mondo, che chi muore schiantandosi ubriaco è una «vittima della strada assassina». Ma sì, raddrizziamole tutte queste maledettissime curve. E poi? Tenere bugie dette a se stessi, compreso il cronista che sa la verità ma la tace per non aggiungere dolore al dolore: il rispetto per chi muore vale il 'prezzo' di una piccola menzogna. Ma se la verità, pur dolorosa, servisse da deterrente e contribuisse a evitare altre morti simili? Responsabile è quell'esercente che continua a riempire il bicchiere a chi è palesemente alticcio; che non chiede «quanti anni hai?» al ragazzino imberbe che si presenta alla cassa con la birra, il gin, la vodka.

Responsabile è quella rete televisiva musicale che abbina la pubblicità del superalcolico da discoteca al video del gruppo rock di moda. Ma il denaro è denaro - ci ammoniscono - e tutti devono essere liberi, nessuno va costretto in alcun modo, bisogna educare e prevenire e non proibire né reprimere... Meraviglioso, senonché educare significa dire, a volte, «non devi». Ci si educa e si diventa liberi attraverso la verità, non la menzogna. E la verità è che una porzione di gioventù si sta perdendo dentro una bottiglia, mentre troppi adulti girano gli occhi dall'altra parte. O, peggio, ci guadagnano sopra.

Umberto Folena

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