Tsunami e mondo salesiano

Alcune notizie dal mondo salesiano riguardo la catastrofe avvenuta in Asia: Thailandia ‚Äì Don Lissandrin: “I sentimenti di un paese sconvolto da una tragedia” - Sri Lanka ‚Äì Don Pinto: “Abbiamo un sogno: tornare alla normalità. Aiutateci” - Sri Lanka ‚Äì Evitare allarmismi sulla denuncia di presunte sparizioni di bambini - Le donazioni arrivate ai salesiani - Dall'ispettoria di Madras (India): “Vogliamo coinvolgere le vittime dello tsunami nella ricostruzione del loro futuro” - Prathan (Thailandia): “Andremo sin dove non arriva nessuna organizzazione governativa”.

Tsunami e mondo salesiano

da Attualità

del 01 gennaio 2002

Dove sono e quali aiuti stanno dando i Salesiani

Indonesia - Sono presenti 4 comunità nella zona della capitale Giacarta. E’ proibito dal governo, per ragioni politiche, l’entrata nelle zone colpite. L’unica presenza extra-governativa è quella della Diocesi e del suo Vescovo. I salesiani raccolgono la solidarietà della gente che offre i beni di prima necessità e dei loro benefattori esteri e la consegnano alla Conferenza Episcopale e alla Caritas.

Responsabile per il VIS: Don Josè Carbonell, economo ispettoriale salesiano

Thailandia - Nella zona colpita c’è una sola comunità salesiana. Il Vescovo della zona, diocesi di Surat Thani, è Mons. Prathan, salesiano, che a nome di tutta la Chiesa e tutti i religiosi organizza e distribuisce gli aiuti alle popolazioni. Il Governo ha riservato esclusivamente allo Stato le ricostruzioni. Il Re ha riservato a sé la cura di tutti gli orfani. A noi resta l’aiuto immediato di sopravvivenza e la fornitura di strumenti di lavoro (barche, reti, strumenti agricoli, ecc.) e di attrezzature scolastiche e didattiche.

Responsabile per il VIS: Mons. Joseph Prathan Sridarunsil

India Madras - Sono presenti 39 comunità salesiane con 369 confratelli. Nelle 9 comunità vicine alla costa sono presenti migliaia di sfollati che ricevono alloggio, vitto, acqua, medicine, vestiti. Si stanno studiando progetti di ricostruzione delle case, scuole, centri di salute. Gli orfani già censiti dai salesiani e al cui futuro dovranno provvedere sono circa 270. Responsabile per il VIS: Ispettore Salesiano P. Bellarmine Fernando

India Tiruchy (Tamil Nadu) - Sono presenti 23 comunità salesiane con 157 confratelli. Nelle 12 comunità vicine alla costa sono presenti circa 10.000 di sfollati che ricevono alloggio, vitto, acqua, medicine, vestiti. Si stanno studiando progetti di ricostruzione delle case, scuole, centri di salute. Gli orfani già censiti dai salesiani e al cui futuro dovranno provvedere sono circa 600. Responsabile per il VIS: P. James Theophilus, ispettore salesiano

In particolare

A Kuthenkuhy il direttore e i confratelli sono corsi subito nei villaggi e sono ancora là per assistere tutti. Hanno alloggiato 500 persone nel nostro collegio, danno loro da mangiare e dovranno farlo almeno per alcune settimane.

A Trespuram i salesiani si sono presi a carico quasi tutto il villaggio e provvedono il pasto per 3500 persone. Anche questo lavoro di assistenza dovrà continuare per alcune settimane.

Il direttore di Salem ANBU ILLAM con i salesiani a i volontari si sono precipitati a Nagaputtinam, una delle zone maggiormente devastate e stanno fornendo acqua potabile, cibo, vestiti e medicine.

Il direttore di Coimbatore con i salesiani e i volontari stanno fornendo viveri alla gente colpita della costa settentrionale di Tamil Nadu

Il direttore e la comunità del Centro Don Bosco di Tanjore forniscono cibo e aiuti di prima necessità alla gente di Nagapattinam

I giovani di Madhakottai, con l'aiuto dei salesiani, hanno organizzato una vasta operazione di sgombero e di pulizia e fornisco aiuti di ogni genere alla gente colpita dal maremoto

Molti altri salesiani della nostra regione fanno un lavoro analogo di raccolta fondi per aiutare chi ha bisogno

'Bisogna avviare un lavoro di riabilitazione. E' un progetto che va studiato, pianificato e attuato. Ho designato una commissione per studiare questo processo di ricupero. Don Anthoni Joseph, il nostro economo, presiederà la commissione con Padre Maran, direttore del progetto, e con Padre Amala Jeyaravan. Potranno assumere altri confratelli quando vorranno e nel numero necessario e avranno la loro collaborazione della comunità salesiana dove verrà avviato questo processo di riabilitazione'

Sri Lanka - Sono presenti 10 comunità salesiane con 71 confratelli. In tutte le comunità sono presenti circa 9.000 di sfollati che ricevono alloggio, vitto, acqua, medicine, vestiti. Si stanno studiando progetti di ricostruzione delle case, scuole, centri di salute. Gli orfani già censiti dai salesiani e al cui futuro dovranno provvedere sono circa 660.

Responsabile per il VIS: Padre Antony Pinto, ispettore salesiano

In particolare

Nel Sud, a Elpitiya la comunità sta dando rifugio a 200 famiglie che hanno completamente perso le loro case.

A Negombo la comunità Don Bosco sta rifugiando 350 famiglie, pescatori.

Un'altra comunità vicino a Colombo offre assistenza ad altre 300 famiglie dando loro cibo e cure sanitarie.

A Kandi, abbiamo raccolto i bambini abusati sessualmente

A Nochiyagama abbiamo raccolto i bambini ex soldato

Abbiamo bisogno di pianificare qualcosa su basi a lunga scadenza, come costruire case, aver cura degli orfani. L'Autorità Nazionale di Protezione del bambino ci ha chiesto di prendere i bambini orfani. Noi Salesiani lavoriamo per offrire rifugio almeno 360 di questi bambini rimasti orfani nella zona occidentale e nella zona meridionale e anche a 300 proveniente dalla zona parlante Tamil, zona nord e est. Lavoriamo anche per costruire almeno 350 case per i senzatetto e riportarli alla vita. A Negombo abbiamo già iniziato a fare blocchi di terra per fare 350.000 mattoni per costruire case. Il nostro problema principale è cercare un pezzo di terra. La terra un po' lontana dal mare è molto costosa. L'altro grande problema è purificare dai detriti e per questo servirebbe un Truk. Nell’interno del Paese l’acqua potabile è disponibile ci serve un camion cisterna per trasportare l'acqua'

Thailandia – Don Lissandrin: “I sentimenti di un paese sconvolto da una tragedia”

(ANS – Bangkok, 7 gennaio 2005)

Lo scorso 4 gennaio si sono riaperte le scuole in Thailandia. Un momento importante in cui bambini e ragazzi hanno avuto modo di riflettere sui recenti avvenimenti. Se la costa fosse stata colpita dallo tsunami durante un giorno di scuola, dicono alcuni, i contorni della tragedia sarebbero stati ancor più foschi. Abbiamo chiesto al segretario ispettoriale della Thailandia, don John Lissandrin, com’è la situazione delle scuole: “Nella zona al Sud Ovest, colpita dallo maremoto, alcune scuole sono state letteralmente devastate. In una scuola è rimasto solo il palo della bandiera. Altre sono occupate temporaneamente da alcune agenzie impegnate nei lavori di emergenza. In altre invece gli scolari sono tragicamente diminuiti di numero”. La riapertura delle scuole è stato un modo per riprendere la vita normale.

Continua don Lissandrin: “Molti di coloro che sono andati a scuola, indossando vestiti casuali perché hanno perso la divisa scolastica sotto le gigantesche onde, a scuola hanno raccontato, o si sono fatti raccontare dai loro insegnanti, le loro tragedie familiari. Questi studenti hanno vissuto un dramma spaventoso, e hanno bisogno di essere aiutati psicologicamente ad affrontare questa triste nuova realtà familiare in cui sono trovati senza preavviso”. Ma come sta vivendo il paese questa tragedia? “La sta vivendo con grande dignità e con una solidarietà ammirevole, e con il desiderio di uscire da questa orrenda situazione il più presto possibile. Come in ogni caso del genere, non mancano coloro che vogliono trarne profitto dalla situazione, ma sono casi rari condannati dalla gente stessa. Il primo ministro ieri (ndr: 5 gennaio) alla televisione ha incoraggiato i cittadini a guardare il futuro con certo ottimismo, ipotizzando che tra alcuni mesi certe zone turistiche potranno riprendere le loro attività con rinnovato impegno, mentre per altre zone ci vorrà un po' più di tempo”.

E Dio che posto prende in tutto ciò? “Religiosamente non si pongono tanto la domanda di ‘come mai Dio ha permesso una tale calamità’, ma si preoccupano piuttosto di pregare e fare offerte ai monaci e alle pagode per il riposo dell'anima dei loro cari”. Quali segni positivi si possono leggere in mezzo a tanto dolore? “Questa onda di morte ha sollevato come reazione un'altra meravigliosa onda di 'nam-ciai' (come dicono i Thailandesi) che corrisponde al sentimento di bontà e di solidarietà che esce spontaneo dal cuore e che sta unendo la nazione e rendendola più solidale con le gente più povera”.

Sri Lanka – Don Pinto: “Abbiamo un sogno: tornare alla normalità. Aiutateci”

(ANS – Colombo, 7 gennaio 2005)

Riceviamo la testimonianza di don Anthony Pinto Humer, superiore salesiano della Visitatoria della Sri Lanka, sui lavori di soccorso e aiuto verso le popolazione colpite dallo tsunami. I salesiani intendono particolarmente impegnarsi sul lungo periodo. Ecco le sue parole: “Il governo ha sinora stimato la morte di 9000 bambini e più di 3000 orfani. Questa cifra non include i bambini dell’area sotto l’influenza delle “Tigri Tamil” (LTTE). Le cifre sono però destinate ad aumentare. Centinaia di persone trascinate in mare dall’onda non sono ancora state conteggiate. Stiamo cercando di fare del nostro meglio per aiutare la gente intorno a noi. I salesiani dello Sri Lanka, nel Sud, stanno dando accoglienza a 200 famiglie che hanno perso completamente le loro case. Lungo la costa occidentale, in particolare a Negombo, i salesiani stanno accogliendo 350 famiglie di pescatori cattolici. In un’altra comunità salesiana nei pressi di Colombo stiamo offrendo assistenza a 300 famiglie, provvedendo al cibo e alla salute. In questi giorni stiamo offrendo cibo, vestiti e assistenza sanitaria a tutta questa gente. Ora stiamo pianificando l’assistenza a lungo termine che significa ricostruire le case per chi le ha perse e dare un’educazione agli orfani. In questi giorni ognuno ha offerto qualcosa per le vittime. Ma sappiamo che tra un settimana quando l’emozione calerà, anche gli aiuti diminuiranno. Molte gente sta offrendo un aiuto immediato per i vestiti e il cibo. Noi stiamo lavorando per costruire il futuro. L’Autorità Nazionale per la Protezione dei Bambini ci ha chiesto di occuparci dei bambini rimasti orfani. Stiamo già lavorando per accogliere almeno il 12% degli orfani dello tsunami della regione occidentale e meridionale e anche il 10% di quelli della zona Nord e Est Tamil. Stiamo affrontando la costruzione di almeno 350 case per i senzatetto per ricominciare la vita. A Negombo stiamo producendo 350.000 mattoni per la costruzione di case nelle immediate vicinanze. Il nostro principale problema è la ricerca di terra dove costruire. Non possiamo rimetterli sulla spiaggia. La poca terra lontana dal mare è molto costosa. L’altro maggior problema che stiamo affrontando in Sri Lanka è la pulizia dai detriti e il trasporto dell’acqua potabile. Nel paese si trova l’acqua pulita, il problema è trasportarla. Stiamo pensando di procurarci l’attrezzatura necessaria per dotarci di una scorta d’acqua. Come salesiani abbiamo un sogno a lungo termine, assistere le vittime, per questo vi chiediamo ancora una volta di aiutarci a far diventare realtà questo sogno, perché questa gente torni a vivere una vita normale”.

Sri Lanka – Evitare allarmismi sulla denuncia di presunte sparizioni di bambini

(ANS – Colombo, 5 gennaio 2005)

L’allarme lanciato nei giorni scorsi sul pericolo dei bambini orfani dello tsunami rapiti si spegne, per lo meno per quanto riguarda lo Sri Lanka: L’Agenzia Fides informa che non sono giunte alla Nunziatura, e nemmeno all’ufficio di Presidenza dei Vescovi dello Sri Lanka, segnalazioni dalle diocesi, dalle parrocchie, da sacerdoti o istituti religiosi, sulla presunta sparizione di bambini orfani.

Né il Nunzio Apostolico, mons. Mario Zenari e il suo staff, che in questi giorni stanno visitando le aree colpite, sono stati testimoni di episodi che potrebbero presupporre un allarme di ampia portata. Si procede dunque con estrema cautela nel valutare notizie e voci diffuse in questi giorni sulla stampa cingalese, e nel commentare eventi relativi ad altri paesi come Indonesia e Thailandia. La fonte di Fides nota che solo nelle prossime settimane, quando le famiglie saranno gradualmente ricomposte, si potrà avere una stima della scomparsa dei bambini. Oggi una associazione di studenti di una università buddhista ha lanciato un allarme per i cosiddetti “lost children”, ma non vi sono verifiche o conferme da parte delle autorità civili né da parte del personale ecclesiastico, come per esempio i salesiani che da anni lavorano con i ragazzi di strada e per il la riabilitazione degli ex bambini-soldato.

Le donazioni arrivate ai salesiani. Don Colombo con la Protezione Civile

(ANS – Roma, 5 gennaio 205)

Il VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) ha già inoltrato 145mila euro a favore delle popolazioni colpite dallo tsunami. Sino a ieri sono pervenuti alla ONG salesiana 87.500 euro, e 200mila sono state promesse per telefono. Il VIS è stato incaricato dal consigliere generale per le missioni salesiane, don Francis Alencherry, di coordinare la raccolta e l’invio delle offerte per conto dei Salesiani. Il VIS opera, in questa circostanza, a nome delle ONG salesiane riunite nel Don Bosco Network. Le cifre sopra menzionate ci sono state fornite da don Ferdinando Colombo, responsabile dell’Animazione Missionaria in Italia e Vicepresidente della ONG. A Proposito del dissidio in atto in Italia, tra la Protezione Civile e il Ministero degli Esteri, per l’utilizzo delle donazioni raccolte, don Colombo ha detto: “Ci schieriamo con la Protezione Civile che ha già l’esperienza e le strutture per intervenire sul campo. E poi sono coscienti che il loro è un lavoro d’emergenza, di conseguenza sono pronti ad affidare in futuro progetti e interventi a chi lavora sul campo”.

Dall’ispettoria di Madras (India): “Vogliamo coinvolgere le vittime dello tsunami nella ricostruzione del loro futuro”

(ANS – Chennai, 5 gennaio 2005)

I salesiani dell’ispettoria di Madras (Nord Tamil Nadu) continuano con il loro lavoro di soccorso delle popolazioni colpite dallo tsunami (cibo, vestiti, riparo temporaneo, assistenza medica…). Come testimonia don Fernando Bellarmine, ispettore di Madras, che ricorda anche la collaborazione tra la gente, pur appartenendo a religioni, lingue e comunità diverse, “questa collaborazione è stata una luce nella tragedia”. La Conferenza dei religiosi dell’India in Tamil Nadu (CRI) ha stabilito un gruppo di studio per intervenire a favore delle popolazioni colpite con progetti mirati e a lungo termine.

“Il futuro di questa gente, il loro sostentamento, deve essere seriamente valutato e programmato”, continua don Ferdinando. Al momento, i salesiani dell’ispettoria, non possono proporre un piano d’azione concreto, salvo l’immediato soccorso, anche perché, dice l’ispettore, “vogliamo capire in che direzione andranno le risorse del governo. Di conseguenza daremo una risposta alle popolazioni colpite e non raggiunte dagli interventi del governo. Vorremmo coinvolgere le vittime stesse nella ricostruzione del loro futuro. Essi sanno meglio di qualunque altro di ciò di cui hanno bisogno per ricostruire le loro vite”, conclude don Bellarmine.

Mons. Prathan (Thailandia): “Andremo sin dove non arriva nessuna organizzazione governativa”

(ANS – Surat Thani, 4 gennaio 2005)

Mons. Joseph Prathan è il vescovo della diocesi di Surat Thani, una delle zone della Thailandia tra le più devastate dallo tsunami, al sud del paese al confine con la Malesia. Contattato dalla nostra Agenzia, il vescovo salesiano ci informa sullo stato delle cose e sulla definizione del piano di interventi con il quale, insieme ai suoi collaboratori, intende sostenere la popolazione della sua diocesi colpita dalla furia del maremoto. Dopo aver individuato in Phuket, Krabi, Phang-nga la zona dove localizzare il centro operativo degli interventi di soccorso e di assistenza, “siamo finalmente arrivati a una conclusione più precisa e dettagliata per ciò che riguarda l'aiuto alla gente”, dice il vescovo.

“Stiamo preparando un libretto in tre lingue, thai, inglese e italiano, con la descrizione di quanto è avvenuto e con fotografie che ne mostrino i danni prodotti”. Domani è previsto il primo invio di gruppi composti da sacerdoti, suore, laici e laiche per lavorare tra la gente. Il loro lavoro consisterà soprattutto nell’accompagnamento psicologico e fisico delle persone, per dare una immediata assistenza medica e per raccogliere informazioni. “Ci sarà anche un gruppo di persone che si spingerà sin dove non sono ancora arrivati i soccorsi”, afferma mons. Prathan, “e andremo là dove non potrà arrivare nessuna organizzazione governativa”. Per quanto riguarda l’assistenza ai bambini rimasti orfani a causa della catastrofe, il vescovo fa sapere che lo stesso Re della Thailandia si è fatto carico interamente ed esclusivamente di questo impegno. “Nella storia della Chiesa cattolica in Thailandia – conclude mons. Prathan - non è mai capitato di vederla così unita e organizzata nel servizio ai più bisognosi, come in questa purtroppo dolorosa esperienza. È una bella immagine di solidarietà e di comunione quella che sta offrendo, alla quale partecipa anche l’intera comunità salesiana della Thailandia con il suo sostanzioso aiuto”.

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