Erano soprannominati ''pendolari notturni'' perché fuggivano dai villaggi di notte per sottrarsi ai rapimenti dei ribelli, ma ora che sono a casa devono affrontare povertà, malattie e disagio psicologico
Dopo più di due decenni dal allontanamento di migliaia di persone dal Nord Uganda in seguito alla rivolta dell’Esercito di Resistenza del Signore di Joseph Kony (Lra), la calma è lentamente tornata nella regione. I bambini, soprannominati “pendolari notturni” perché fuggivano dai villaggi di notte per sottrarsi ai rapimenti dei ribelli dell’Lra, sono tornati a casa, ma le loro vite sono spezzate. Durante la guerra fra il governo ugandese e i ribelli dell’Lra, più di 300 mila bambini sono stati rapiti dai ribelli e reclutati con la forza come bambini soldato mentre le bambine venivano costrette a sposare i comandanti ribelli e esposte a molestie sessuali in giovane età. “Vivevamo nella paura costante perché alcuni dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che erano stati rapiti dai ribelli subivano un forte trauma psicologico”, racconta Mary Auma, una residente del villaggio di Gulu che sfuggì per un pelo ai rapimenti. ''Per lo meno i nostri bambini possono ora frequentare la scuola senza paura''. La gioia del ritorno della pace ha avuto vita breve. Sebbene i bambini possano ora frequentare la scuola senza paura di rapimenti, diversi anni di guerra e emarginazione hanno fatto si che il Nord Uganda rimanga una delle regioni più povere del paese. Molti genitori non sono in grado di far proseguire gli studi ai figli oltre la scuola elementare. Sebbene l’educazione primaria e secondaria in Uganda sia gratuita, l’alto costo delle uniformi scolastiche e dei libri di testo hanno costretto molti bambini a lasciare la scuola. Funzionari dell’educazione stimano che il tasso di abbandono scolastico sia stato del 30 per cento lo scorso dicembre. I bambini devono inoltre percorrere lunghe distanze per raggiungere le scuole che sono poche e distanti tra loro. In seguito all’alto tasso di abbandono, gli esperti sono ora preoccupati che il paese possa non raggiungere i suo obiettivi di Educazione per Tutti (Efa) e gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Mdgs). Ancora più preoccupante è il fatto che alcuni genitori hanno finito col mandare i propri figli a fare lavori occasionali per integrare le entrate familiari. Di conseguenza, anche i casi di lavoro minorile sono in aumento. “Non potevo permettermi di comperare l’ uniforme scolastica e i libri per mio figlio. Gli ho quindi chiesto di cercare un lavoro e guadagnare dei soldi che aggiungo a quelli che ho per far si che possa andare a scuola”, dice John Aduk, un residente nella contea di Lira il cui figlio di 15 anni lavora come bracciante per un’azienda agricola locale. A causa di numerosi anni di emarginazione ed di una guerra civile devastante, i centri sanitari nella regione sono scarsamente equipaggiati. Il risultato è che i bambini continuano a morire di malattie curabili come al malaria e la diarrea, per non parlare della malnutrizione che ha avuto conseguenze gravi sui bambini. A causa della mancanza di servizi di immunizzazione, non è raro trovare bambini che soffrano di poliomielite. Un’altra sfida è posta dalla mancanza di una chiara legislazione che si occupi dei casi di abuso ed abbandono di minori come stupro, lavoro minorile e sfruttamento sessuale di bambini a fini commerciali. Ong locali ed internazionali stanno ora facendo appello al governo per mettere in atto le misure necessarie affinché i bambini dal Nord Uganda godano degli stessi diritti e privilegi di quelli in altre parti del paese.
(Traduzione di Sara Marilungo)
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