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Un medico MGSsino in Madagascar

Intervista alla Dott.ssa Valentina Mazzeo che dal 7 novembre si trova nella diocesi di Ambanja in Madagascar per un anno di impegno missionario...


Un medico MGSsino in Madagascar

da Un Mondo Possibile

del 22 novembre 2010

          

           «Sì, il mio sogno è la missione. L'essere medico missionario è il desiderio di chi come me ha scelto di dedicare la propria vita alla cura dei sofferenti». Sono le parole di Valentina Mazzeo, 26 anni di Catania, che questo sogno lo sta realizzando davvero! Il 7 novembre è partita in Madagascar e oggi si trova nella diocesi di Ambanja dove opererà per un anno:

 

           «Qua - afferma - ci sono un ospedale dei frati cappuccini, l'unico presente a nord che offre assistenza gratuita ai poveri, un lebbrosario, i dispensari nei villaggi vicini, dove avviene la distribuzione delle medicine e, quando sono presenti i volontari, si effettuano visite mediche nei villaggi lontani».

           La sua scelta missionaria è maturata nel Movimento Giovanile Salesiano dopo esperienze di volontariato, in Sicilia e all'estero, e una formazione culturale, umana, spirituale adeguata: «Ho sempre sognato la missione facendo l'animatrice e entrando a contatto con il volto missionario dei salesiani, per questo ho scelto di studiare medicina per poter coniugare vocazione, passione e professione».

           Prima di partire ha scritto una lettera ai colleghi con cui ha lavorato fino a qualche mese fa dicendo: «Io ho scelto di fare un percorso non convenzionale come medico volontario in una terra di missione, ma dovunque i medici lavorano per il prossimo, per lenire le sofferenze.

           È facile lasciarsi travolgere dall'abitudine, considerare la malattia la routine, ma non bisogna dimenticare che si curano le persone e non le malattie, guardare negli occhi una persona bisognosa e non solo la cartella clinica.

           Non si deve smettere mai di credere nei propri ideali e nella propria missione». Sicuramente una scelta controcorrente visto il rischio di perdere il 'treno del lavoro' in Italia, ma Valentina dice con forza: «Essere medico è una vocazione, è l'essere per l'altro, stare accanto a chi soffre per curare il corpo e l'anima.

           È dare una speranza, tendere una mano che aiuta e conforta. Forse sono controcorrente, ma ci sono tanti miei coetanei con grandi sogni e ideali, solo hanno bisogno di scoprire come farli diventare realtà, guardando con speranza il presente, senza cercare il proprio posto al sole ma impegnandosi per un mondo più giusto».

           Ora che è lì Valentina ha solo un obiettivo: «Il desiderio di mettermi a completa disposizione degli altri. Vivere a braccia aperte, donando, sapendo già che sarà molto più quello che riceverò. Porto una valigia vuota per riportarla tra un anno piena di emozioni da condividere».

Marco Pappalardo

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