Una spiritualità che diventa movimento giovanile

Sono tante le sfide che attendono il Movimento Giovanile Salesiano nei prossimi anni, ma mi limito a sognare con don Bosco un movimento di giovani testimoni e santi, che vivano il quotidiano «per la maggior gloria di Dio e per la salvezza delle anime».

Una spiritualità che diventa movimento giovanile

 

E’ da poco più di un anno che con altri giovani, insieme a Salesiani di don Bosco e Figlie di Maria Ausiliatrice, mi trovo a vivere questo bel servizio di coordinatore nazionale del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) in Italia.

 

Il Movimento Giovanile Salesiano è un dono originale dello Spirito Santo alla comunità universale dei credenti, una ricchezza che appartiene alla Chiesa e ai giovani. Ebbene, questa ricchezza in Italia è particolarmente preziosa, ha una storia da riscoprire e una vitalità da coltivare.

 

Oggi, alle porte dell’ultimo anno del triennio di preparazione al secondo centenario della nascita di don Bosco, urge riandare alle fonti, all’esperienza umana e spirituale di Don Bosco stesso. Il MGS Italia cammina dunque con la Famiglia Salesiana in questo percorso ponendosi in ascolto delle parole del nono successore del Padre e Maestro della gioventù.

 

Il Rettor Maggiore ci ricorda che se è vero che la spiritualità salesiana, come ogni spiritualità cristiana, ha elementi comuni e validi per tutte le vocazioni, essa è vissuta con differenze peculiari e specificità a seconda del proprio stato di vita: il ministero presbiterale, la vita consacrata, i fedeli laici, la famiglia, i giovani, gli anziani… hanno un loro modo tipico di vivere l’esperienza spirituale. Ai giovani don Bosco propone quindi una spiritualità fatta sulla misura dei giovani, appunto la spiritualità giovanile salesiana (SGS).

 

Lo stesso Rettor Maggiore ci invita a conoscere gli sviluppi di tale spiritualità nel tempo.

 

Una delle «esposizioni» più affascinanti si trova nelle tre biografie dei giovani Michele Magone, Domenico Savio e Francesco Besucco, scritte da don Bosco, che sembrano la versione narrativa ed esperienziale delle pagine che egli indirizza attraverso il «Giovane Provveduto» ai giovani stessi, alle Compagnie. Forse una prima formulazione è addirittura presente nel sogno dei nove anni: «Renditi umile, forte e robusto».

 

Con il passare del tempo, dunque matura la consapevolezza di vivere una spiritualità «diversa», alla portata di tutti ma non meno esigente di altre, fino a giungere – negli anni Novanta – ad una formulazione condivisa di essa. E questa è storia recente che ricordiamo con particolare gioia.

 

Oggi per il MGS si tratta soprattutto di riappropriarsi di questa presa di coscienza ed elaborazione rileggendo pagine importanti della propria storia alla luce dei documenti che ne hanno segnato le tappe (Un manifesto per la spiritualità giovanile salesiana, 1982; La spiritualità giovanile salesiana, CG 23, 1990; MGS. Espressione della spiritualità giovanile salesiana, 1992; Spiritualità giovanile salesiana. Un dono dello Spirito alla Famiglia salesiana per la vita e la speranza di tutti, 1996). In essi ci viene narrata e riproposta una spiritualità del quotidiano, una spiritualità della gioia e dell’ottimismo, una spiritualità dell’amicizia con il Signore Gesù, una spiritualità di comunione ecclesiale e di servizio responsabile.

 

Quello che viviamo è dunque un tempo propizio per il MGS Italia, mentre cresce la presa di coscienza dell’appartenenza attraverso una maggiore condivisione e comunicazione a livello nazionale delle esperienze territoriali, con cui va di pari passo la comprensione della sua identità nazionale, europea e internazionale. È stato ed è un percorso vissuto con autentico spirito di servizio, nella continuità dei coordinamenti nazionali che si sono succeduti e nella corresponsabilità di giovani, Salesiani e Salesiane. Significativa in questo senso è stata la partecipazione del MGS Italia alle Giornate Mondiali della Gioventù di Madrid nell’estate 2011.

 

A venticinque anni dalla sua nascita, quest’estate (10-16 agosto) il MGS Italia si ritroverà nei luoghi della memoria salesiana (Torino, Mornese, Chieri, Colle don Bosco) per vivere il Confronto 2013. Con il Confronto DB 88 (Torino Valdocco, 1988), infatti, il MGS è nato ufficialmente. L’esperienza a Valdocco e al Colle del Confronto DB 88 ha rilevato quanto i luoghi della memoria salesiana possano suscitare fascino ed essere rievocativi di un carisma incarnatosi lì. Tali luoghi apparvero allora assai eloquenti ai giovani, tanto da poterli proporre come centri di riferimento per coloro che nel nome di don Bosco trovano la via di un vangelo vissuto nella quotidianità e nel servizio soprattutto ai loro coetanei e ai più piccoli.

 

Da allora, più di prima, essi rappresentano per noi luoghi di convocazione giovanile e santuari di esperienza di fede. Il nome suggestivo poi di «Colle delle beatitudini giovanili» con cui si riconosce oggi il Colle don Bosco, esprime bene la pregnanza di significato di quanto potrà essere vissuto in questo ambiente. Il MGS ha dunque un luogo emblematico di riferimento, e la SGS una fonte ispiratrice.

 

Ai giovani del MGS che parteciperanno al Confronto 2013 sarà proposto di essere «Testimoni della gioia» che hanno ricevuto in dono da Dio: la gioia della fede che si è chiamati a testimoniare con la carità. Ci è sembrata la proposta opportuna da rivolgere loro in questo Anno della fede indetto da papa Benedetto XVI, appena dopo le Giornate Mondiali della Gioventù di Rio de Janeiro (Andate e fate discepoli tutti i popoli), nei giorni che ci accompagneranno fino alla celebrazione del Centenario stesso: sarà come mostrare che don Bosco è vivo, e che 200 anni se li porta bene nella freschezza di tanti giovani oggi.

 

Il Rettor Maggiore ci esorta anche ad approfondire cosa e come proporre ai giovani non credenti, indifferenti o appartenenti ad altre religioni, elementi di spiritualità salesiana giovanile. Questo appello ci impone una seria riflessione e richiede una buona inventiva su quanto stiamo proponendo e su come stiamo vivendo l’appartenenza al Movimento.

 

Il MGS è «salesiano» non solo perché ritrova la sua ispirazione e il contenuto su cui fare convergenza nell’esperienza carismatica di don Bosco e nel suo modo di interpretare e vivere il Vangelo, cioè nella SGS. La salesianità del MGS è legata anche alla sua forte attenzione educativa, alla capacità di esprimere, in una stessa passione e in un unico gesto, «festa» e «servizio», nonché al coraggio con cui continua ad essere e a restare aperto a tutti i giovani e ai più poveri tra essi. Il MGS serve ciascun giovane al livello della sensibilità raggiunta, ma sollecita coloro che hanno già fatto un cammino più impegnato a piegarsi al servizio di quelli che procedono più lentamente. Allo stesso tempo, la SGS non allinea al livello più basso, per assicurare una piattaforma popolare, bensì spinge e sollecita verso le dimensioni più alte e impegnative dell’esistenza cristiana, senza timore di chiamarla per nome, la santità. Lo fa però nella logica della crescita, dell’»itinerario».

 

Occorre riscoprire dunque nel MGS questo movimento di apertura e di servizio dei giovani più vicini al cuore della SGS verso le «periferie esistenziali» cui ci sta spronando oggi papa Francesco.

 

Il nostro impegno è di riuscire a testimoniare – da giovani – la spiritualità salesiana. Se è vero che avvertiamo il MGS come una realtà preziosa, non dobbiamo dimenticare che è necessario rimboccarsi le maniche per promuoverne la crescita, in tutti gli ambienti, non solo dove c’è una casa salesiana, ma là dove i giovani, i nostri amici, vivono. Esso cammina con le nostre gambe, mentre attingiamo la forza vitale nel Signore della vita.

 

Il MGS, infatti, assicura uno scambio continuo tra i contenuti della SGS e la vita concreta delle realtà e delle persone che si riconoscono in essa. Attraverso questo scambio «maturano» coloro che si riconoscono nella SGS, e viene riscritta in situazioni nuove e concrete la stessa SGS, come ricorda lo stesso Rettor Maggiore mentre ne descrive la vitalità.

 

Sono tante le sfide che attendono il Movimento Giovanile Salesiano nei prossimi anni, ma mi limito a sognare con don Bosco un movimento di giovani testimoni e santi, che vivano il quotidiano «per la maggior gloria di Dio e per la salvezza delle anime». Dei giovani, di tutti i giovani e attraverso di loro anche della generazione degli adulti.

 

 

Renato Cursi

http://www.notedipastoralegiovanile.it

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