Siamo nei giorni del Triduo Pasquale, ma tu sai cosa succede nella liturgia del Venerdì Santo?
È un giorno di contemplazione e di riflessione sulla passione e morte di Gesù Cristo, l’evento che ha cambiato il corso della storia e ha offerto a noi tutti la speranza di salvezza.
In questo giorno, riviviamo il cammino doloroso di Gesù verso il Calvario attraverso la Via Crucis. Seguendo le stazioni della croce, riflettiamo sul suo sacrificio e sulla sua umiltà di fronte alla sofferenza. È un momento per meditare sul significato della Croce nella nostra vita e per trovare conforto nella consapevolezza del suo amore redentore.
Nelle Chiese di tutto il mondo, si celebra la Passione del Signore, attraverso la lettura dei Vangeli e la venerazione della Croce. È un momento di adorazione e di gratitudine per il dono supremo di Gesù, che ha dato la sua vita per la nostra salvezza. È un'occasione per rinnovare il nostro impegno a seguire Cristo, accettando la croce come segno di speranza e di redenzione.
Il Venerdì Santo è anche un giorno di digiuno e astinenza, un gesto di penitenza e di solidarietà con il sacrificio di Gesù. Questo digiuno non riguarda solo il cibo, ma anche le nostre abitudini e i nostri desideri. È un'opportunità per mettere da parte le nostre comodità e per concentrarci sulla preghiera e sulla contemplazione del mistero della Croce.
Il Venerdì Santo è anche un giorno di silenziosa contemplazione e di preghiera. È un'opportunità per immergersi nel mistero della Croce e per pregare con umiltà e devozione, offrendo a Dio le nostre fatiche, le nostre gioie e le nostre sofferenze. È un momento per aprirci alla grazia di Dio e per accogliere il suo perdono e la sua misericordia.
La luce fioca delle candele illuminava appena la chiesa mentre mi trovavo seduto nei primi banchi con il cuore carico di emozioni e riflessioni. Era il Venerdì Santo, il giorno in cui la Chiesa ci permette di rivivere la Passione e la morte di Gesù Cristo.
La lettura della Passione secondo Giovanni ha fatto risuonare nelle mie orecchie le parole familiari della sofferenza di Cristo. Ho chiuso gli occhi cercando di immaginare quell'agonia nel Giardino degli Ulivi, il peso del legno della croce sulle sue spalle stanche, il dolore acuto dei chiodi che trafiggevano le sue mani e i suoi piedi. Eppure, nonostante tutto, c'era un senso di profonda pace nel mio cuore, perché sapevo che quella sofferenza era permeata dall'amore più grande che l'umanità avesse mai conosciuto.
Quando è arrivato il momento dell'Adorazione della Croce, ho osservato con riverenza il sacerdote che si avvicinava all'altare, vestito di rosso, simbolo del sangue versato da Cristo per noi. La croce, solenne e imponente, è stata sollevata di fronte a tutti noi. Mi sono inchinato profondamente, sentendo il peso di quel sacrificio, ma anche la speranza della redenzione che porta con sé.
Durante la comunione, ho sentito un brivido lungo la schiena mentre ricevevo il corpo di Cristo. Era come se il mio cuore si aprisse completamente all'amore di Gesù, accogliendo la sua presenza in me in un modo nuovo e profondo. Mi sono sentito parte di quel Mistero che ci unisce tutti come figli di Dio.
Al termine della celebrazione, mentre lasciavo la chiesa avvolto nel silenzio, ho portato con me il ricordo di quel Venerdì Santo. Mi sentivo cambiato, trasformato dall'esperienza di quel giorno. Avevo imparato che la sofferenza non è da evitare a tutti i costi, ma può essere santificata dall'amore, proprio come ha fatto Gesù. E ho pregato, con tutto il cuore, di avere la forza e il coraggio di accettare le sofferenze che la vita mi avrebbe portato, sapendo che Cristo sarebbe stato sempre con me, portando la croce insieme a me.
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