Venerdì 30 agosto 1957

La sera si avvicina. Ho recitato le mie preghiere serali e ora mi metterò a leggere un poco la Bibbia. In seguito reciterò il mio rosario della sera, e in letto m'impegnerò a meditare il Vangelo.

Venerdì 30 agosto 1957

da L'autore

del 01 dicembre 2009

 

Mi affido al Cuore Immacolato di Maria

 

Venerdì 30 agosto

 

Va infinitamente meglio quest'oggi. Mi sono comunicato e la gioia è ritornata assai intensa. Ad ogni modo, a forza di vivere con il pensiero rivolto tanto spesso verso Dio, acquisto, se posso dirlo, il mestiere.

Sono pi√π forte, pi√π sicuro di me, e imparo a camminare da solo sotto lo sguardo protettore della Santa Vergine, come un bambino che ci si prova tra due sedie.

 

Prego soprattutto la buona Vergine Maria. E lei che ha in mano la mia salvezza, e devo restare in contatto con lei il più spesso possibile, parlarle come si parla alla propria mamma, e affidarmi interamente al suo Cuore Immacolato. Ella è così buona e così vicina a noi.

 

Ho ricevuto un biglietto gentile dal mio difensore che è in ritiro [spirituale] al Carmelo di Bordigné. Egli mobilita battaglioni di monaci perché preghino per me, e se con tutto ciò io non arrivo in cielo assiso su una piccola nube rosa, vuol dire che la preghiera è vana.

 

Perché, in fondo, ho la ventura d'essere circondato da una tale siepe di preghiere? Molti muoiono soli, sconosciuti e senza amici. È probabilmente perché il Signore mi ha scelto come strumento di misericordia e perché è necessario che io possa morire offrendo la mia morte senza riserva alcuna.

 

Chi potrà ottenermi questa grazia? Io stesso? Io non posso fare nulla da solo e i miei meriti si accumulano piuttosto sul lato del passivo. Ma la preghiera dei monaci ha valore. Per essa il Signore può sgelare la mia anima e donarmi la forza di fare ciò che Egli vuole che io faccia.

 

Io non sono che un manichino pieno di buona volontà, e il mio solo merito consiste in ciò che sono io che riceverò la mannaia sul cranio! Evidentemente non è per nulla spassoso, ma dopo sarò così contento. Un brutto quarto d'ora di fronte all'eternità.

 

Ho di nuovo il cuore tutto in gioia, e credo che dopo questi quindici giorni di abbandono relativo, la luce è finalmente ritornata per permettermi di scalare una tappa ulteriore.

 

Nuove decisioni da prendere e da mantenere: bisogna rispondere al Signore che ha la bontà di tornare ad abitare nella mia anima. Domani una sigaretta da togliere: sparirà quella del mattino. Ne restano solo più due! Destino tabacco, ti vincerò! E poi rifletterò su che cosa posso fare d'altro. Non ho che l'impaccio della scelta, soprattutto nel settore pappatoria.

 

Scrivo tutti i giorni a numerosi corrispondenti. È per me un altro modo di pregare, poiché svolgo le mie idee religiose tutto lungo le lettere, con un proselitismo da neofita. Mi accorgo che sto mettendo la rivoluzione in tutte le anime e che nessuno osa protestare di fronte alle mie esortazioni virulente. ?

 

Papà lo scompiglio, lo incalzo, lo minaccio, non disdegnando la profezia con degli accenti degni del grande Isaia, e deve esserne sbalordito.

 

La suocera pure, ha diritto agli epiteti di farisea ed altri, col rischio di vederla entrare in eruzione.

 

La sorella, se dopo la lettera che ha ricevuto non si sente impallidire, è perché ha una bella faccia tosta.

 

Pierrette è il combattimento perpetuo, ma rimane sempre imprendibile.

 

Il professor De Palaiseau si fa pur fare il predicozzo, se sa leggere tra le righe, vedrà che lo tratto da eretico e da pagano!

 

C'è soltanto padre Thomas che non ha diritto alle mie folgori; è vero che possiede un tale repertorio di citazioni che mi insaccherebbe tre mosse in due tempi, e io crollerei sotto i colpi dei Corinzi o dei Romani, o degli Ebrei! Cosi non mi fido! E poi è un santo uomo!

 

La sera si avvicina. Ho recitato le mie preghiere serali e ora mi metterò a leggere un poco la Bibbia. In seguito reciterò il mio rosario della sera, e in letto m'impegnerò a meditare il Vangelo. Sono alla fuga in Egitto, dopo aver strapazzato un po' i re magi. Di solito comincio e vedo la Santa Vergine seduta sull'asinello che trotta in mezzo ai palmizi e poi, pàffete, mi ritrovo a Parigi e ripenso ad altra cosa. Riconduco il pensiero sull'asinello, e di nuovo pàffete, eccomi ripartito per un altro posto. Non giungo a far arrivare la Santa Vergine in Egitto, e da allora ella avrebbe già avuto l'occasione di fare il viaggio tre volte.

 

Ciò viene forse dal fatto che io non so che cosa ella poteva fare in Egitto, visto che i Vangeli sono muti al riguardo. Farò meglio a saltare una trentina d'anni per meditare la vita di Cristo, e se mi ci imbroglio un poco non avrà grande importanza.

 

Ho pure ricevuto una lettera molto gentile da padre Thomas che conta proprio di venire a farmi visita fra qualche tempo. Ne otterrà il permesso?

 

Jacques Fesch

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