Venerdì 6 Settembre 1957

Mi sento ancora realmente portato quest'oggi: il cuore pieno d'amore, e non posso che sospirare verso il mio Salvatore affinchè non mi lasci più. Sono tanto felice e tanto in pace.

Venerdì 6 Settembre 1957

da L'autore

del 07 gennaio 2010

Divenire plastilina in mano a Ges√π

Venerdì 6 settembre

Stamattina mi sono comunicato. Il cappellano non mi aveva dimenticato e, del resto, all'apertura [della sezione ] sono addirittura saltato su e ho potuto ricordarglielo. Se potessi ricevere la santa Ostia tutti i giorni! Almeno amerei tanto potermi comunicare tre volte alla settimana, il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Tenterò di chiedere al cappellano dove egli celebra il lunedì. Forse sarà possibile, ma temo di recargli disturbo.

L'amore deve darmi coraggio, ma io sono piuttosto timido. Infine, il dolce san Francesco di Sales diceva che era bene restare con un po' di fame di Gesù, e che bisognava contentarsi di comunicarsi spiritualmente tutti i giorni. È ciò che faccio. Mi sento ancora realmente portato quest'oggi: il cuore pieno d'amore, e non posso che sospirare verso il mio Salvatore affinchè non mi lasci più. Sono tanto felice e tanto in pace.

Ho fatto delicatamente scivolare la mia destra nella mano della Santa Vergine e la sinistra in quella della piccola santa Teresa. Con loro due non corro alcun rischio, al minimo pericolo, mi trarranno a sé, come si fa con un bimbo che impara a camminare. Il povero Gesù non aveva tutte queste protezioni, Lui! Non c'era nessuno in cielo a pregare per Lui, ed Egli ha realmente portato tutte le nostre croci. Noi, invece, abbiamo il Cristo che ci ama e la sua Madre che veglia su noi con sollecitudine, tutti i santi, tutti i congiunti. Che cosa dovremmo paventare, circondati in tal modo?

Così, non viviamo che per il momento presente, senza preoccuparci di ciò che sarà fatto domani. Voglio mettere la mia fiducia in Gesù e non fare più altro se non ciò che Egli vuole che io faccia. Non domandare nulla, divenire come plastilina da modellare, senza volontà propria, non volendo se non ciò che Egli vuole, e chiedergli come grazia suprema di non fare mai cosa alcuna che possa dispiacergli.

Scelti per essere degli strumenti nelle mani di Dio, non devono aver più né pretese né movimenti propri, come uno strumento. Meno contano su se stessi, più valgono. Dacché rinunciano a se stessi e proporzionalmente a quanto vi rinunciano, Dio se ne impossessa e, trovandoli flessibili, maneggevoli, pronti a tutto, morti a tutto, fa con essi e in essi cose grandi.

Bisogna pure che mi applichi un poco più all'orazione, in questo tempo. Tutti i giorni mediterò in modo più particolare un mistero. Il giovedì la Cena, il venerdì la Passione, il sabato la Sepoltura, la domenica la Risurrezione e l'Ascensione; lunedì, martedì e mercoledì la Vita pubblica di Gesù. Oggi ho fatto una bella orazione sulla Passione e il caro Gesù mi ha aiutato tanto. Quanto è buono! Basta che gli chieda un po' di aiuto, ed è subito lì generoso e consolatore. Avevo il cuore tutto angosciato di vederlo sulla croce e di sentire le sue sofferenze. Amo tanto meditare così. L'ora che passo in tal modo è molto fruttuosa. Bisogna che io resti in contatto permanente con Gesù.

È sufficiente che si venga a parlarmi di questa o quella cosa, perché io mi ritrovi sperduto in un mondo che non è più il mio. Ho bisogno della preghiera, dell'orazione, della meditazione quasi continue, e negli intervalli alcune orazioni giaculatorie mi servono di punti d'appoggio.

Nei rapporti con i miei vicini [al passeggio] bisogna pure che io ricerchi Dio. Spesso raccontano delle cose che non m'interessano. Devo lasciare che si liberino, per amore verso di essi. Devo dirmi che sono il loro schiavo e ricercare in questo un'occasione di umiliarmi. Se fossi fuori, sarebbe soprattutto questa la virt√π che dovrei sviluppare.

C'è da compiere una crocifissione interiore che non posso fare qui, vivendo da solo; ma senza di essa non è possibile la perfezione. Io già sento tutte le rivolte, tutti i colpi di pugnale che dovrei subire e superare per giungere ad elevarmi un poco al di sopra di me stesso. Non è oggi o domani che si arriva a rinunciarsi completamente. Gesù mi risparmia per grazia tutto questo, e si contenta del poco che gli posso donare. Ho da ricordare bene questa frase: Gesù non domanda grandi azioni, ma solamente l'abbandono e la riconoscenza.

Cresce la fame del Pane Eucaristico.

Efficace splendida immagine: lasciarsi modellare!

Jacques Fesch

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