#vorreiprendereiltreno: la battaglia di Iacopo studente disabile

Iacopo affronta il tema con ironia. «L'intento ‚Äì spiega - era quello di riuscire a far riflettere, divertendo. Forse alla fine è la cosa migliore: finché si sorride, va tutto bene».

#vorreiprendereiltreno: la battaglia di Iacopo studente disabile

 

«La mia battaglia non è personale, ma per chiunque». Ed è arrivata davvero al cuore di “chiunque” abbia voglia di giustizia e libertà. "Io, la Carrozza, i vagoni e l'amore. Sono single per colpa degli autobus: politici, aiutatemi! #vorreiprendereiltreno”.

Ha 22 anni, vive a Lazzeretto (Toscana) e su Twitter si definisce così: “Sepolto in casa dai miei pensieri. Ho la sedia a motore truccata da Clio e una mamma di nome Barbara che non imbratta i muri. Sbottonatevi il cuore no i jeans”. Iacopo Melio, disabile, è riuscito a scatenare in poche ore sul web una campagna diventata virale sulla non accessibilità dei mezzi pubblici.

Sul suo profilo Twitter ha lanciato l'hashtag #vorreiprendereiltreno e in centinaia hanno risposto all'appello. Come? Inondando Twitter e Facebook di foto che mostrano volti e cartelli con la scritta #vorreiprendereiltreno.

Il "colloquio" su Twitter con il ministro Carrozza. «Non utilizzo il treno né autobus per spostarmi, ma dipendo purtroppo da altri» racconta al Messaggero.it Iacopo, travolto da un'improvvisa popolarità mentre prepara gli esami. Studia Scienze Politiche indirizzo comunicazione, media e giornalismo.

L'idea nasce da una breve chiacchierata con il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza. “Qualche settimana fa su Twitter ho avuto il piacere di scambiare due brevissime battute col Ministro Maria Chiara Carrozza – racconta Iacopo sul suo blog - Ho voluto romperle bonariamente le scatole, ricordandole quanto difficile sia la vita dei comuni cittadini, troppo spesso trattati con pesi e misure diverse rispetto alla classe politica. A maggior ragione se il cittadino in questione è disabile, dovendo affrontare oltre ai classici problemi quotidiani ogni genere possibile di barriera: da quella architettonica a quella culturale e sociale”.

Iacopo affronta il tema con ironia. «L'intento – spiega - era quello di riuscire a far riflettere, divertendo. Forse alla fine è la cosa migliore: finché si sorride, va tutto bene».

"Lettera" ai politici. «Cari politici – scrive Iacopo - se non volete sforzarvi di immaginare cosa significhi dover chiamare ogni santa volta una stazione ferroviaria per sapere se, a una cert’ora, il treno sarà attrezzato con una pedana; se non riuscite a comprendere il disagio di aspettare una, due, tre fermate in più sperando che il bus successivo sia finalmente quello agibile; se la vostra vescica non è abbastanza “elastica” da immedesimarsi in una che, per un bagno non a norma in un vagone, è allenata per trattenere la pipì per intere tratte… Cercate almeno di capire quanto, a lungo andare, sia triste essere single. Sì, avete capito bene. Se io sono single è solo colpa degli autobus!».

«Ogni battaglia che ho fatto nella mia vita, nel mio piccolo, l'ho fatta non "in quanto disabile", ma pensando "siamo tutti uguali, per questo dobbiamo avere gli stessi diritti» spiega Iacopo che aggiunge: «Prendendo l'esempio dei mezzi pubblici, raramente attrezzati e per questo simbolo delle nostre "barriere", non ho mai pensato in termini di "Sono disabile, quindi devono trovare un modo per farmi entrare in un negozio o salire su un treno..." ma come "tutti devono poter entrare in un negozio o salire su un treno”». «Credo che in un paese civile e democratico – aggiunge il giovane - sia un dovere abbattere ogni tipo di barriera, non solo architettonica ma anche sociale e culturale».

 

 

Laura Bogliolo

http://www.ilmessaggero.it

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