È l'uomo che rincorre Dio o è Dio che rincorre l'uomo?
del 07 marzo 2017
È l’uomo che rincorre Dio o è Dio che rincorre l’uomo?
Siamo ormai alle prese con il solito trantran e ognuno ritorna alle vita di sempre, per immettersi nello scorrere monotono del tempo oppure per essere in ascolto della presenza silenziosa di Dio che gli fa vivere l’attimo presente.
C’è chi è distratto da mille cose e c’è chi custodisce nel caos della vita quotidiana il silenzio, dove avverte che lo Spirito attraversa la sua esistenza.
In questo altalenare quotidiano si snoda la vita di ogni creatura. È la lotta dell’uomo di sempre: pensare solo a se stesso, attraverso un dialogo interno che lo porta a ritirarsi da ogni rapporto o lasciarsi scomodare nelle proprie sicurezze da Qualcuno che attrae, che stimola, per aprirsi alla sorpresa delle relazioni.
È l’uomo che rincorre Dio o è Dio che rincorre l’uomo?
“Come ti chiami?”…“Giacobbe” (cfr. Gn 32,28). Dio ancora oggi va incontro ad “ogni Giacobbe”, che vive di compromessi, che discute, per ottenere il proprio tornaconto, con Colui che lo custodisce, lo protegge e che gli dimostra il suo amore fedele, soprattutto quando l’uomo perde i punti fermi di riferimento e si sente incerto, debole, fragile, abbandonato e bisognoso di tutto.
È un Dio del quotidiano, presente nella ferialità della vita, anche quando l’uomo elabora progetti che non coincidono con quelli evangelici.
È un Dio pronto a porsi sullo stesso piano dell’uomo, spesso condizionato da incertezze, tentennamenti, per irrompere nella sua vita e spingerlo a scommettere sul suo amore fedele.
È un Dio che pone nel cuore della sua creatura il senso dell’avventura, il desiderio di varcare i propri limiti, per cercare oltre l’inspiegabile.
È un Dio che ama l’uomo quando lotta con lui, quando nella sua infedeltà si costruisce nuovi idoli e si dibatte tra il bisogno di difendersi e il desiderio di affidarsi, il bisogno di ripiegarsi e il desiderio di lasciarsi amare e di donarsi.
È un Dio che cerca continuamente un rapporto personale con la sua creatura e la chiama per nome, per orientare la sua vita verso il bene autentico: la conduce con sé verso la soglia del Mistero.
Quando l’uomo si difende per non coinvolgersi in un dono totale di sé, Dio lo colpisce all’articolazione del femore e gliela sloga, non gli dà tregua, lo fa uscire dal combattimento anche con le ossa rotte. Lo educa solo perché sia felice, ingaggiando anche con lui la lotta, perché risignifichi la sua esistenza nel Signore.
Dio aspetta l’uomo da sempre, perché desidera che viva nel fuoco dell’amore per definirsi persona totalmente amata. Quando l’uomo entra nel vortice dell’amore e scopre di essere un valore, sente che non ha bisogno d’altro per esistere.
Nella sfida che l’uomo pone a Dio, costruendosi degli idoli che atrofizzano l’esistenza e lo allontanano da lui, il Signore continua a ridonare la vita alla sua creatura, visitandola nel quotidiano, soprattutto quando resiste in una lotta senza fine.
Dio infatti:
Il nostro è un Dio che, al di là del tempo e dello spazio, continua a guardare con amore il cammino dell’uomo, a rispettare i suoi tempi, a penetrare nel profondo del suo essere per trasformarlo con il suo amore… Dio non ha fretta!
È un Dio che si prende cura dell’uomo, gli offre la certezza del suo amore anche quando, nei momenti oscuri, tutto concorre a fargli pensare che Dio si è dimenticato di lui.
È un Dio che insegna all’uomo a vedere la presenza dello Spirito nella quotidianità, soprattutto quando è in cerca di spiegazioni, solo razionali, degli avvenimenti della storia.
È un Dio che è al di là degli schemi umani. Egli interpella chi non cerca più e si adagia, chi pensa di possederlo già e non vive più…
La lotta con Dio è preghiera che illumina la vita dell’uomo. Nel rapporto d’amore, così personale e inedito, ogni battezzato, in qualsiasi stato di vita, prova l’ebbrezza della libertà, perché scommette la sua esistenza con Dio.
Pur nello smarrimento, sente di poter affrontare ogni difficoltà, certo della fedeltà di Dio, di un Dio Amore che lotta e si ostina a donare alla sua creatura disorientata la speranza, la consapevolezza della Sua presenza.
In questa lotta con Dio… l’uomo ritrova se stesso e Dio gode della vitalità della propria creatura!
Diana Papa
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