Resistere all'aria del tempo

Tante voci, tanta confusione, ma cosa ci permette davvero di crescere?

Resistere all'aria del tempo

del 08 dicembre 2016

Tante voci, tanta confusione, ma cosa ci permette davvero di crescere?

 

Ciò che ha veramente senso nella vita è ‘resistere all’aria del tempo’. Credo sia una citazione da Camus, sfuggita quasi per caso dalla bocca di un anonimo cronista alla radio. In sé condensa un messaggio splendido e quanto mai attuale, che forse solo oggi si può comprendere pienamente. Nel nostro quotidiano ci scontriamo con mille verità diverse, opinioni contrastanti, modelli e modi di vivere opposti: ognuno ha la sua personale ‘ricetta per la felicità’, ogni azione o evento ci appare decisivo, la ‘rivoluzione’ è sempre dietro l’angolo. In tutto ciò l’informazione gioca un ruolo importante: non a caso si parla spesso di ‘bombardamento mediatico’. Tante voci, tanta confusione, ma cosa ci permette veramente di crescere? Cosa ci rende uomini migliori? Cosa innesta il vero cambiamento? Ciò che ‘resiste all’aria del tempo’. Tutte quelle opinioni, quei modelli, quelle azioni che vanno oltre ‘l’aria che tira’ nell’immediato, che sanno astrarsi dalle reazioni impulsive ed emotive, che sanno lanciare un messaggio eterno. Insomma tutto ciò che possiede una prospettiva, un progetto, una visione non ancorata al presente, ma fondata sull’uomo. Guardando all’indietro la settimana appena trascorsa ho cercato di assumere quest’ottica: di fronte ad una miriade di avvenimenti ‘decisivi’, quali resisteranno? Quali andranno oltre la superficialità del presente e ci cambieranno nel profondo?

 

Misericordia. Il martellante ritornello di Papa Francesco, l’amore incondizionato. Due domeniche fa si è chiuso il Giubileo e sicuramente questa è una parola che ci porteremo dietro a lungo. Non si tratta semplicemente di un ‘attributo divino’, ma di una vera e propria rivoluzione culturale: fare del perdono la misura del proprio agire. In un presente dominato dal protagonismo egoistico, il Papa ha lanciato la sfida del pensiero plurale, che sappia abbracciare l’altro, specialmente se più debole e diverso. Una rivoluzione che la Chiesa stessa ha scelto con coraggio di intraprendere per prima, rinunciando ad alcune posizioni storiche: il perdono di chi ha abortito ne è un esempio. Il fatto che di misericordia si parli poco in ambienti non cattolici deve farci riflettere: può un messaggio d’amore del genere essere condiviso da tutti, credenti e non? A mio parere sì, anzi si tratta di una delle poche strade verso una crescita futura: un nuovo modo di vivere l’ambiente, non più possesso ma dono; un nuovo modo di vivere l’economia, non possibilità per il singolo ma per tutti; un nuovo modo di vivere l’integrazione e la diversità. Un nuovo modo di vivere: essere per gli altri.

 

Post verità. Dopo averla presentata la settimana scorsa, ritorniamo sulla parola che meglio fotografa il nostro presente. È la verità dei social network, della diffamazione, della politica bassa, la verità accattivante dell’ignoranza e del populismo, è la verità di chi insulta tramite Facebook la Presidente della Camera Laura Boldrini con oscenità sessiste raccapriccianti. È il nemico contro cui dovremo combattere. In prima fila, in piedi sulla linea del fuoco, ci siamo noi scrittori, giornalisti o presunti tali, chiunque cerca di suscitare un dibattito sano e costruttivo: dobbiamo difendere la verità.

 

Afro-italiani. Ha fatto capolino quasi per caso in alcuni articoli di giornale, una parola inaspettata e nuova, una parola per l’integrazione. Sintomo che qualcosa si sta muovendo, proprio qui, in un’Italia che da sempre è crogiuolo di identità diverse. E così accade che nella Giornata nazionale per la colletta alimentare l’arcivescovo di Catania e l’Imam della città si ritrovino assieme per raccogliere cibo da destinare ai più bisognosi e assieme a loro volontari cristiani e musulmani. Serve aggiungere altro? Vale la pena di aver fiducia in questo presente.

 

Alvise Renier

http://cogitoetvolo.it

 

 

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