Se perdo la voglia di pregare?

Richiede impegno e perseveranza, perché la vita di preghiera è una conquista quotidiana, e visto che nessuna conquista è esente da lotte bisogna lottare per pregare...

Se perdo la voglia di pregare?

del 24 agosto 2017

Richiede impegno e perseveranza, perché la vita di preghiera è una conquista quotidiana, e visto che nessuna conquista è esente da lotte bisogna lottare per pregare...

 

Ci sono momenti in cui non sento la benché minima voglia di parlare con alcune persone, ma visto che devo farlo finisco per mettere da parte la mia volontà e vado loro incontro, parlo, lavoro, convivo e vado avanti. Con Dio non è diverso. A volte mi coinvolgo talmente nelle cose da non sentire la voglia di parlare con Lui, ovvero di pregare, ma visto che so che ne ho bisogno, e perdipiù che dipendo dalla sua grazia, Gli vado incontro attraverso la preghiera.

È chiaro che questo richiede impegno e perseveranza, perché in realtà la vita di preghiera è una conquista quotidiana, e visto che nessuna conquista è esente da lotte bisogna lottare per pregare. Santa Teresa di Gesù afferma nella sua autobiografia che preghiera e vita comoda non si conciliano, e ricorda che una delle più grandi vittorie del demonio è convincere qualcuno del fatto che pregare non è necessario. Quando la questione è la vita di preghiera, quindi, bisogna essere consapevoli del fatto che si tratta di una lotta spirituale, e per vincere l’unica via è pregare, con o senza volontà. Anche perché la volontà va e viene.

 

Deserto spirituale

So che col passare del tempo e con l’accumulo delle attività corriamo il serio rischio di mettere a poco a poco da parte la preghiera o di pregare in qualsiasi modo, fino ad arrivare a un “deserto spirituale” e ad avere una certa apatia quando parliamo di preghiera, ma è proprio in quel momento che dobbiamo andare al di là dei sentimenti e considerare che anche il deserto è fecondo quando è vissuto in Dio, e con la sua misericordia nella nostra vita tutto è grazia.

Consolazioni e desolazioni, allegria e tristezza, perdite e guadagni, tutto è frutto dell’amore di Dio, che permette che viviamo le prove mentre ci chiama a crescere e a portare frutto in qualsiasi situazione. Tornate allora a fissare il vostro sguardo su Dio e permettete che ve lo restituisca con la forza della preghiera.

Assorbendo tanta agitazione e tanti stimoli nelle nostre giornate, finiamo per perdere il contatto con la nostra vera essenza, e siamo così distratti e preoccupati da tutto ciò che accade intorno a noi che finiamo per essere frammentati, confusi e insicuri, senza ricordarci da dove veniamo, dove siamo e men che meno dove andiamo. Solo Dio può orientarci di nuovo.

Gesù ne era consapevole quando ha detto ai suoi discepoli: “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione” (Matteo 26, 41). Secondo me è soprattutto la tentazione di dimenticare chi siamo e qual è il nostro ruolo in questo modo.

 

E allora, preghiamo?

Ecco alcuni suggerimenti che possono servire per favorire il vostro rapporto con Dio. Quando troverete la vostra strada, camminerete liberamente e sperimenterete sempre più la gioia, che risiede nel fatto di stare alla Sua presenza attraverso la preghiera.

1- Scegliete l’orario e il tempo che volete dedicare alla vostra preghiera e cercate di essere fedeli a questo proposito. Come ci nutriamo ogni giorno, la preghiera dev’essere il cibo quotidiano dell’anima, qualunque cosa accada.

2- Basate la vostra preghiera sulla Parola di Dio e sulla Sua verità. Parlate con Lui con fiducia e senza riserve, come chi parla con un amico. Agendo così troverete la pace e l’armonia interiori che tanto cercate, perché come insegna San Giovanni della Croce “la conoscenza di se stessi è frutto dell’intimità con Dio, ed è il mezzo essenziale per la libertà interiore”.

3- Pregate con umiltà, soffermandovi sempre sulla frase “Sia fatta la tua volontà”. Ricordate che la vostra preghiera non può essere mossa semplicemente da piacere o necessità, ma deve basarsi al di sopra di tutto su gratuità e fiducia nella misericordia di Dio.

4- Mettete in pratica quello che avete pregato e non slegate le vostre azioni dalla preghiera, perché una cosa è collegata all’altra. Carità, perdono, allegria, fiducia, fraternità e pazienza sono caratteristiche di chi prega.

5- Trovate un vostro ritmo di preghiera. L’imitazione e il paragone non aiutano affatto. La vita dei santi, ad esempio, è una freccia che indica il cielo, ma siete voi a dover compiere i vostri passi per arrivare fin lì. Spero che a ogni alba, e anche nelle “notti oscure”, possiate sperimentare mediante la preghiera l’amore e la vera felicità, che consiste nell’amare e nel sentirsi amati. E nessuno ci ama tanto quanto Dio. Se perdete la voglia di pregare, sapete già cosa dovete fare: pregate e siate felici!

 

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

https://it.aleteia.org

 

 

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