Strumento di indagine che ha l'obiettivo di comprendere gli adolescenti di oggi attraverso le loro risposte che ci rendono la fotografia della generazione under 20...
del 06 novembre 2017
Strumento di indagine che ha l’obiettivo di comprendere gli adolescenti di oggi attraverso le loro risposte che ci rendono la fotografia della generazione under 20...
Si chiama “Selfie” e non è la classica foto in voga tra i giovanissimi, ma uno strumento di indagine che ha l’obiettivo di comprendere gli adolescenti di oggi attraverso le loro risposte che ci rendono la fotografia della generazione under 20. “Selfie” è il nome del questionario che a oggi ha coinvolto oltre 35mila studenti di centinaia di scuole medie inferiori e superiori delle province di Varese, Milano, Bergamo, Pavia, Mantova, Cremona, Cosenza e Potenza dal gruppo di lavoro promosso dal Centro Semi di Melo, formato dalla Fondazione Exodus e dalla Casa del Giovane di Pavia. “Selfie – Istantanee dalla generazione 2.0” è diventato anche un libro, edito da Exodus Avamposti, scritto da Marcello Esposito, Simone Feder, Anna Polgatti e Franco Taverna. Il volume sarà presentato nel corso di un incontro stampa mercoledì 8 novembre all'Istituto Molinari di Crescenzago (Milano). Alla presentazione partecipano oltre agli autori don Antonio Mazzi e Viviana Beccalossi.
Marcello Esposito, Simone Feder, Anna Polgatti e Franco Taverna scrivono che l’obiettivo «è quello di consegnare nelle mani di docenti, genitori e ragazzi una serie di riscontri concreti presi dalla vita reale degli adolescenti della loro scuola e di spunti di approfondimento per la pianificazione di interventi di miglioramento da realizzare proprio a partire dalle loro caratteristiche, dai loro punti di vista e dalle loro fragilità». “Selfie”, infatti, racconta di ragazzi e ragazze che solo nel 41% dei casi si confronta con un genitore perché preferisce farlo con un amico; che nel 40% dei casi va male a scuola perché vive in un contesto monoparentale; che il 45% dei ragazzi ha conosciuto persone tramite i social network; che il 65% degli under 18 usa lo smartphone in classe anche se non potrebbe; e infine, che l’84% dei bambini sotto i 10 anni ammette di aver iniziato a giocare d’azzardo – comprando un “Gratta e vinci” – grazie ai genitori.
Presentato in forma sperimentale nell’anno scolastico 2014/2015, il questionario “Selfie”, sottoposto attraverso un software e un link online, è stato implementato grazie al supporto dell’Università Bicocca di Milano, in particolare delle professoresse Laura Terzera del dipartimento di Statistica e Metodi Quantitativi e Gianna Serafina Monti del dipartimento di Economia, Metodi Quantitativi. È anche intervenuta la professoressa Vittoria Cerasi dell’Università Bocconi. In vari istituti italiani “Selfie” è stato utilizzato per conoscere i teenager attraverso le risposte che loro stessi hanno dato negli ambiti di indagine: i dati personali, il tempo libero, l’uso di smartphone e social network, il budget settimanale, il rapporto con il gioco d’azzardo, quali sono i comportamenti a rischio, quale immagine hanno del proprio corpo e la loro relazione con il cibo e, infine, la realizzazione di sé.
«Un utile strumento di indagine e letteratura degli stili di vita giovanili attraverso un’approfondita attenzione al mondo di internet e a quello delle dipendenze, in particolare quella del gioco d’azzardo» così lo ha definito Viviana Beccalossi, assessore di Regione Lombardia e team leader della Giunta per le iniziative a contrasto del gioco d’azzardo patologico, che ha promosso il progetto “Selfie”.
Nell’anno scolastico appena iniziato, inoltre, “Selfie” sarà proposto anche nelle scuole della provincia di Milano, Varese, Cremona, Mantova, Pavia, Verona, Ferrara, Perugia, Viterbo, Frosinone, Matera e Caltanissetta.
Redazione Vita.it
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