Preoccupante il consumo di tali sostanze nelle scuole. Il fatto che siano droghe leggere, non vuol dire che non siano droghe...
del 21 febbraio 2017
Preoccupante il consumo di tali sostanze nelle scuole. Il fatto che siano droghe leggere, non vuol dire che non siano droghe...
Lo scorso 13 febbraio un ragazzino di appena sedici anni si è tolto la vita in seguito ad una perquisizione della Guardia di Finanza. La tragedia ha riaperto la questione della legalizzazione delle droghe leggere. Luigi Manconi, senatore del PD da anni impegnato su questo fronte, ha infatti dichiarato: “Chi glielo spiega ora, ai genitori del sedicenne di Lavagna, cui erano stati sequestrati dieci grammi di hashish, che la normativa sulle sostanze stupefacenti mira a tutelare la salute e l’integrità fisica e psichica dei giovani?”.
Il fatto che siano droghe leggere, non vuol dire che non siano droghe e una indagine di Skuola.net svela dei retroscena preoccupanti sul consumo di tali sostanze nelle scuole. Su 2600 studenti interpellati, il 54% sostiene di avere conoscenza diretta del consumo di sostanze stupefacenti a scuola, e il 45% dichiara addirittura di averne spacciate all’interno dell’istituto in particolare hashish e marijuana.
Alla luce di questa situazione viene spontaneo chiedersi se le scuole italiane attuino dei controlli per combattere la diffusione di droghe leggere tra gli studenti. A rispondere sono gli stessi ragazzi: il 56% dei partecipanti al nostro sondaggio ha affermato che nel proprio istituto non ce ne sono mai stati, mentre il 32% dice che sono stati fatti solo sporadicamente. Solo il 12% ha dichiarato che invece avvengono spesso, soprattutto con l’ausilio di cani anti droga. Dati questi che non vanno certo sottovalutati e che impongono una riflessione su un tema così importante e delicato.
La madre del ragazzo di Lavagna ha voluto parlare ai coetanei di suo figlio: “Là fuori c’è qualcuno che vuole soffocarvi, facendovi credere che sia normale fumare una canna, e che è normale farlo fino a sballarsi, normale andare sempre oltre. Diventate piuttosto i veri protagonisti della vostra vita, e cercate la straordinarietà. Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi, invece di mandarvi faccine su WhatsApp. Straordinario è avere il coraggio di dire alla ragazza sei bella invece di nascondersi dietro alle domande preconfezionate di Ask. Straordinario è chiedere aiuto proprio quando vi sembra che non ci sia via di uscita. Straordinario è avere il coraggio di dire ciò che sapete. Per mio figlio è troppo tardi ma potrebbe non esserlo per molti di voi, fatelo”. Ha poi proseguito rivolgendosi ai genitori: “A noi sta capire che la sfida educativa non si vince da soli, nell’intimità delle nostre famiglie. Soprattutto quando questa diventa connivenza per difendere una facciata”.
Ida Giangrande
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