Una tempesta ferma i sogni
Rubrica a cura di Laura Giulian
Zygmunt Bauman ne “La società dell’incertezza” descrive alcune figure di “viaggiatori”, metafore dell’uomo di oggi, alla ricerca della propria identità. Il girovago, l’uomo che passeggia in una città di estranei da estraneo, che vive in modo frammentato, facendo zapping nella realtà. Il nomade, sradicato e in continua evasione, che vive senza legami o impegni duraturi, per il quale ogni luogo è solo un momento di sosta. Il turista, alla ricerca di esperienze che lo soddisfino, vive nella realtà puntando a mete illusorie o fittizie, cercando di piegare la stessa realtà ai propri desideri. Infine, il pellegrino, consapevole che la strada è costellata di tante tappe e che il procedere non è mai solitario, ma che necessita di altri pellegrini come lui, per il quale i desideri sono il motore del suo camminare: è la meta a dare unità al suo viaggio e al suo essere frammentato.
Custodire un sogno, restando saldi in mezzo alla tempesta: è questo ciò che rende liberi di vivere e intessere la storia, è questa la sfida che stanno provando a vivere i nostri adolescenti. Nel frastuono assordante di tutto ciò che si è totalmente trasformato nell’ultimo anno, condito con le profonde domande di senso che l’anagrafe consegna loro, per gli adolescenti, la prima grande battaglia da combattere è quella con la ricerca o con la custodia dei propri desideri. Nonostante tutto.
La Bibbia è costellata di sognatori, di uomini e donne capaci di tenere lo sguardo fisso sull’orizzonte. Giuseppe, Salomone, san Giuseppe, uomini che intuiscono essergli stato affidato un pezzo del Regno affinché se ne prendessero cura.
Il pellegrino non si lascia fermare dalla pioggia, dalla calura, dalla sete o dalle vesciche: cerca strade, a volte se le crea, partorisce nuove soluzioni, cerca compagni di viaggio per non sognare da solo, ma assieme. Con questa tensione nel cuore, non diventa più scontato vivere lo studio, gli affetti, l’essere amici, fidanzati, perché si è alla ricerca della storia che ciascuno è venuto a raccontare. Grazie anche a quest’anno, da molti definito “sospeso”, tanti dei nostri giovani hanno raccontato di come sia stato un tempo propizio per focalizzare meglio ciò che desiderano veramente.
“Cosa sogno di essere da grande? Un concetto molto grande. Io sogno di essere tante cose: una moglie, una madre, una donna in carriera con il lavoro dei propri sogni. Io sogno di essere felice! In tutte le sfaccettature della parola. Molte cose in questo periodo mi frenano, più di tutte la scuola, che paradossalmente non dovrebbe farlo perché è il mezzo con il quale costruisco il mio futuro. Ma mi frena, non ho stimoli, ho solo doveri. Se c'è qualcosa che mi sprona ad andare avanti è la consapevolezza di ciò a cui sto puntando: diventare una psicologa clinica. E poi, ancora più importante, è il fatto che sono circondata da persone che mi sostengono, che hanno ambizioni grandi e belle anime.”
La direzione è impostata, il porto sicuro alle proprie spalle non si vede più all’orizzonte, i venti previsti che dovevano essere favorevoli, invece, si son rivelati contrari e traditori, ma Veronica, e come lei tantissimi altri giovani, non demordono, imperterriti e forti dell’energia e dell’entusiasmo della loro età, continuano a navigare.
Anche Selam, una giovane ragazza etiope, porta nel cuore un sogno alto, grande, che la vita, cominciata in salita, già ha forgiato. I suoi occhi neri, però, sono sempre rivolti al cielo; le stellate nelle notti africane sono spettacoli mozzafiato.
“Sono arrivata in Italia che volevo fare un lavoro in ambito medico e così, inizialmente, avevo pensato di diventare una ricercatrice. Crescendo, ho sentito il bisogno di maggior contatto con le persone. Un lavoro solitario, rinchiusa in un laboratorio, non mi si addice molto. Ho iniziato a restare affascinata dalla meraviglia che c’è dentro al nostro corpo e a come l’esterno che vediamo, sia solo una pellicola che nasconde tutto un mondo spettacolare e allo stesso tempo spettrale. Perciò ho intuito e deciso che sarei potuta diventare un chirurgo. I due organi che mi affascinano da sempre sono cuore e cervello, forse per il loro significato allegorico. L’equilibrio di ciascuna persona si basa, infatti, su quel precario e fragile legame in bilico tra mente e cuore. Il cuore mi spaventa, c’è troppo sangue e, quindi, vita. Il cervello, invece, è un’avventura misteriosa e ancora così sconosciuta.”
Una vita che desidera salvare vite, che vuole immergersi nelle profondità del mistero che racchiudono i nostri due emisferi cerebrali, il grande organo così affascinante e permeato da molti interrogativi ancora. La sfida è davvero imponente, come pure è irta la strada da percorrere, ma questo tempo è stato occasione per Selam per frequentare online dei corsi universitari propedeutici a questa scelta professionale.
I sogni sono la benzina per continuare a sperare. Questo tempo rischia di derubare i cuori dai loro desideri e dalle loro spinte. Non smettiamo di alimentare questa bellezza che cresce, che lotta, che studia. È il coraggio di chi sogna in grande.
“ma il mio destino è vivere balenando in burrasca” (V. Cardarelli)
Il sogno è che questo spazio possa diventare strumento anche per molti ragazzi. Per questo motivo, è stata aperta una mail apposita in cui ogni adolescente può condividere il buio che ha vissuto e che vive, ciò che ha scoperto in questo tempo, ciò per cui ringrazia come pure i sogni che lo abitano, le preoccupazioni. oppure può condividere qualche pensiero o risonanza dopo aver letto gli articoli già pubblicati.
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