Il Papa: «Troppe volte una donna viene licenziata perché è in attesa di un figlio»
Serve una speciale attenzione per la qualità della vita dei lavoratori, in particolare per le donne incinte. Ma occorre tutelare anche l’impresa, «in quanto bene in sé». Papa Francesco, ricevendo in udienza i 7mila aderenti all’Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti, guidata dal presidente Giancarlo Abete), è tornato sulla necessità di armonizzare le esigenze del lavoro e quelle della famiglia.
«È decisivo - ha scandito Bergoglio - avere una speciale attenzione per la qualità della vita lavorativa dei dipendenti, che sono la risorsa più preziosa di un'impresa; in particolare per favorire l'armonizzazione tra lavoro e famiglia».
«Penso in modo particolare alle lavoratrici - ha osservato -: la sfida è tutelare al tempo stesso sia il loro diritto ad un lavoro pienamente riconosciuto sia la loro vocazione alla maternità e alla presenza in famiglia».
«Quante volte – ha aggiunto - abbiamo sentito di una donna che va dal capo e dice: `mah, devo dirle che sono incinta´. `Da fine del mese non lavori più´». «La donna – ha ribadito invece il Pontefice - dev'essere custodita, aiutata in questo doppio lavoro: il diritto di lavorare e il diritto della maternità».
Il che, ha osservato il Papa, non significa demonizzare l’attività imprenditoriale. Anzi. «L'impresa è un bene di interesse comune. Per quanto essa sia un bene di proprietà e a gestione privata, per il semplice fatto che persegue obiettivi di interesse e di rilievo generale, quali ad esempio lo sviluppo economico, l'innovazione e l'occupazione, andrebbe tutelata in quanto bene in sé».
«A questa opera di tutela - ha sottolineato Francesco nell'udienza - sono chiamate in primo luogo le istituzioni, ma anche gli imprenditori, gli economisti, le agenzie finanziarie e bancarie e tutti i soggetti coinvolti non devono mancare di agire con competenza, onestà e senso di responsabilità».
Proprio l’ambito lavorativo può divenire un luogo «di santificazione» :«L'impresa e l'ufficio dirigenziale delle aziende possono diventare luoghi di santificazione, mediante l'impegno di ciascuno a costruire rapporti fraterni tra imprenditori, dirigenti e lavoratori, favorendo la corresponsabilità e la collaborazione nell'interesse comune».
C’è, per il Papa , una condizione importante: «Non basta fare assistenza, fare un po’ di beneficenza. È necessario orientare l’attività economica in senso evangelico, cioè al servizio della persona e del bene comune. In questa prospettiva siete chiamati a cooperare per far crescere uno spirito imprenditoriale di sussidiarietà, per affrontare insieme le sfide etiche e di mercato, prima fra tutte la sfida di creare buone opportunità di lavoro». «L'economia e l'impresa – ha precisato - hanno bisogno dell'etica per il loro corretto funzionamento; non di un'etica qualsiasi, bensì di un'etica che ponga al centro la persona e la comunità».
«Oggi rinnovo a voi il mandato di impegnarvi insieme per questa finalità - ha concluso -; e porterete frutti nella misura in cui il Vangelo sarà vivo e presente nei vostri cuori, nella vostra mente e nelle vostre azioni».
Mauro Pianta
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