Preparati al Natale con le riflessioni di Avvento su donboscoland. Ogni lunedì e giovedì una proposta che aiuti a vivere al meglio il tempo di attesa.
in RIFLESSIONI
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Il tempo della leggerezza
Il tempo dell’Avvento ci invita a dare spazio in noi alla leggerezza.
Il non lasciarci appesantire dagli affanni della vita, non è una virtù primordiale che a poco a poco si smarrisce per la pesantezza dell’esistenza, al contrario essa è una condizione che si conquista faticosamente, liberando noi stessi, chi ci sta attorno e il nostro spazio vitale dai pesi che la grettezza del quotidiano non esita a fare ricadere sul nostro cuore.
Lasciarsi plasmare
È un’arte, quella dello spogliarsi del non-essenziale per librarsi leggeri al cuore di ciò che davvero conta. E’ un’arte analoga a quella dello scultore che sa destare dal greve blocco di marmo la statua dormiente e la libera nell’aria lieve a colpi di scalpello.
L’affrontare le difficoltà a viso aperto, il non sottrarsi alle sfide che la vita quotidiana non cessa mai di porre, permette di venirne fuori, magari feriti e doloranti, ma arricchiti di una capacità di compassione e di solidarietà con chi continua a dibattersi nella lotta.
Testimoni della vita
L’Avvento ci chiama ad essere “testimoni della vita “, capaci di narrarci con parole trasparenti e, soprattutto, con la disarmante semplicità della vita, che ciascuno di noi è più grande dei propri limiti poiché infatti tutti sappiamo che la nostra capacità di amare è limitata. E deve essere completata con la capacità di essere amati, di accettare l’amore degli altri, di desiderare di essere amati dagli altri, di ammettere la nostra solitudine e di vivere con la nostra solitudine, perché ognuno è solo.
Immersi in una storia
Sì, ognuno è solo, eppure è dalla moltitudine di volti e persone che ci hanno preceduto e che ci attorniano che giunge costantemente a noi l’appello a divenire ciò che siamo, ad assumere la nostra condizione umana nella sua pienezza.
In relazione con l’altro
Tutte le nostre energie mentali e affettive partono da noi, convergono in un «tu», e tutto il nostro essere rimane concentrato, compenetrato, acquietato in un tu, con un tu, nel silenzio del cuore, nella fede e nell’ amore.
Allora si tratta d’instaurare una corrente di attenzione e di affetto con questo «tu», nell’apertura mentale della fede e dell’amore. Il TU che ci propone l’Avvento è il « tu» di Dio che viene verso di noi per la via dell’amore, il Verbo.
Se però io, a mia volta, vado verso questo tu per la via della fede, per aver creduto nella sua dichiarazione d’amore, allora l’incontro con Dio è costituito nel momento in cui queste due interiorità si incrociano.
Mirabile scambio
In questo modo due presenze, che già si conoscono e si amano, si rendono a vicenda presenti e fra di loro s’instaura quello scambio alterno e circolare del dare e ricevere, dell’amare ed essere amate. Si tratta di parlare con Dio. Questo parlare, tuttavia, non implica necessariamente un interscambio di parole, come avviene in un dialogo fra amici, ma è piuttosto un dialogo fatto d’interiorità: tu sei con me, io sono con te.
Dio è in me
Non è esatto dire che Dio sta dentro di me. È invece esatto affermare che Dio «è» con me; vale a dire che Dio è la vita della mia vita e anima della mia anima, più intimo della mia stessa intimità.
Per conseguire un obiettivo così meraviglioso, occorre fare spazio alla leggerezza e all’essenzialità; organizzare con ordine e coltivare con diligenza la vita personale con Dio; allentare le tensioni, mettere a tacere i frastuoni interiori, tenere sotto controllo le energie mentali e accogliere, nell’estrema solitudine dell’essere, il mistero della presenza del Verbo.
Consiglio:
Prega e medita capitoli 17 di Giovanni
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