Per la televisione del regime di Bashar al-Assad si tratta di "esplosioni terroristiche". Le immagini televisive hanno mostrato cadaveri bruciacchiati all'interno di quel che rimane di automobili. La tv di Stato ha affermato che tra le vittime ci sarebbero "decine di studenti dilaniati dalle bombe" tra cui anche bambini. Un testimone parla di 11 bambini uccisi.
del 11 maggio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
          È iniziata con un bagno di sangue la giornata di ieri, giovedì 10 maggio 2012, nella capitale siriana Damasco, dove in un duplice attento si contano almeno 55 morti e 170 feriti. Per la televisione del regime di Bashar al-Assad si tratta di 'esplosioni terroristiche' avvenute vicino all'intersezione Qazaz della circonvallazione meridionale della città. Le immagini televisive hanno mostrato cadaveri bruciacchiati all'interno di quel che rimane di automobili. La tv di Stato ha inoltre affermato che tra le vittime ci sarebbero 'decine di studenti dilaniati dalle bombe' tra cui anche bambini. Un testimone parla di 11 bambini uccisi.           Le esplosioni avrebbero provocato due crateri di 10 metri ciascuno, come ha raccontato il corrispondente di Al-Arabiya sul posto. Per l'opposizione siriana la colpa è tutta del regime, come ha ribadito all'emittente al-Arabiya l'avvocato e attivista per i diritti umani Haytham al-Maleh, per il quale 'la responsabilità delle continue violenze è anche di Russia e Cina'. Subito dopo gli attentati si è recato in uno dei  luoghi dell'attentato il generale Robert Mood, alla guida della missione dell'Onu in Siria, da dove ha chiesto l'aiuto della comunità internazionale per fermare il bagno di sangue. 'È un altro esempio delle sofferenze inflitte al popolo siriano', ha detto Mood. 'Noi, - ha aggiunto - la comunità internazionale, siamo qui con il popolo siriano e chiediamo a ciascuno, dentro e fuori la Siria, un aiuto per fermare questa violenza.          Circa 30 delle vittime degli attentati sono stati portati nell'ospedale Al-Mujtahid di Damasco, mentre i restanti sono stati portati nell'ospedale militare. Un residente ha raccontato di esser arrivato a circa un centinaio di metri dal luogo di una delle esplosioni prima di esser respinto dalle forze di sicurezza, dove ha detto di aver visto vetri rotti e donne in lacrime. Le scuole nelle vicinanze hanno rimandato a casa i bambini per la giornata. Un altro residente ha raccontato che la polizia ha isolato il distretto di Kfar Souseh, che ospita un centro dell'intelligence militare, e che sono risuonati colpi d'arma da fuoco nell'aria. ATTENTATI 'INACCETTABILI'
          L'inviato Onu e Lega araba per la Siria, Kofi Annan, ha condannato i sanguinosi attentati di oggi a Damasco definendoli 'inaccettabili'. 'Questi atti odiosi sono inaccettabili e la violenza in Siria deve finire', ha detto Annan. 'Ogni azione che aumenta il livello di violenza è controproducente per gli interessi delle parti in causa', ha aggiunto. Annan ha ribadito l'appello a 'tutte le parti a rispettare la cessazione delle violenze' come previsto dal Piano di pace in sei punti elaborato dallo stesso Annan. L'inviato speciale ha quindi esortato 'tutte le parti ad evitare ulteriori spargimenti di sangue e a proteggere i civili'. 'Il popolo siriano ha già sofferto troppo', ha aggiunto Annan esprimendo il proprio cordoglio alle famiglie dellevittime degli odierni attentati.
LA UE CONDANNA LE VIOLENZE
          L'Ue esprime la sua 'forte condanna' per gli attacchi 'puramente terroristici' compiuti stamattina a Damasco e ritiene che il piano Annan tuttora sia il 'modo migliore di procedere', costituendo 'l'ultima chance per arrivare a una soluzione pacifica' della situazione in Siria. Lo ha affermato il portavoce dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune Catherine Ashton, condannando anche gli attacchi di ieri contro la missione Onu a Deera e sottolineando quindi che 'la responsabilità sta ora più che mai sulle spalle delle autorità siriane'.
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