«Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto […] È risorto dai morti».
È Pasqua, giorno glorioso della Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.
Voi, giovani, non abbiate paura! Se in queste settimane i nostri occhi hanno dolorosamente contemplato Gesù, il crocifisso, giustamente riconosciuto nei volti di sta soffrendo a causa dell’emergenza sanitaria, oggi l’angelo seduto sulla pietra sepolcrale appena rotolata via ci rivolge questa ingiunzione: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto […] È risorto dai morti».
Lasciamoci guidare in questa meditazione evangelica dal più bello ed antico inno, che celebra la Risurrezione nel canto di ogni Veglia pasquale, la “lode dell’Exultet”.
L’autore di questo testo è sconosciuto, forse perché le parole hanno preso forma di anno in anno nel corso dei primi secoli, dalla meditazione di tante comunità cristiane diverse. Questa è un notizia preziosa per noi, uomini di ogni latitudine, che patendo tanta solitudine e sofferenza a causa della pandemia oggi stiamo riscoprendo il significato della fraternità universale: ora è molto più chiaro che siamo affidati gli uni agli altri, e forse non ci suonano più straniere le parole che Gesù risorto rivolse un giorno a san Paolo: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» (2 Cor 12,9).
Sostiamo dunque per qualche minuto nel cuore del Mistero della nostra fede.
«Esulti il coro egli angeli, esulti l'assemblea celeste:
un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto.
Gioisca la terra inondata da così grande splendore;
la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo.
Gioisca la madre Chiesa, splendente della gloria del suo Signore,
e questo tempio tutto risuoni
per le acclamazioni del popolo in festa.
E' veramente cosa buona e giusta
esprimere con il canto l'esultanza dello spirito,
e inneggiare al Dio invisibile, Padre onnipotente,
e al suo unico Figlio, Gesù Cristo nostro Signore.
Egli ha pagato per noi all'eterno Padre il debito di Adamo,
e con il sangue sparso per la nostra salvezza
ha cancellato la condanna della colpa antica.
Questa è la vera Pasqua, in cui è ucciso il vero Agnello,
che con il suo sangue consacra le case dei fedeli.
Questa è la notte in cui hai liberato i figli di Israele, nostri padri,
dalla schiavitù dell'Egitto,
e li hai fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso.
Questa è la notte in cui hai vinto le tenebre del peccato
con lo splendore della colonna di fuoco.
Questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo
dall'oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo,
li consacra all'amore del Padre
e li unisce nella comunione dei santi.
Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte,
risorge vincitore dal sepolcro.
O immensità del tuo amore per noi! O inestimabile segno di bontà:
per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio!
Davvero era necessario il peccato di Adamo,
che è stato distrutto con la morte del Cristo.
Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore!
Il santo mistero di questa notte sconfigge il male,
lava le colpe, restituisce l'innocenza ai peccatori,
la gioia agli afflitti.
Dissipa l'odio, piega la durezza dei potenti,
promuove la concordia e la pace.
O notte veramente gloriosa,
che ricongiunge la terra al cielo e l'uomo al suo creatore!
In questa notte di grazia accogli, Padre santo, il sacrificio di lode,
che la Chiesa ti offre per mano dei suoi ministri,
nella solenne liturgia del cero,
frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce».
È Pasqua. «Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi […] Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre».
La redazione
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