Buone notizie: tanti italiani hanno appeso la cicca al chiodo

Lo diciamo sottovoce, per paura di sciupare l'incanto o di svegliarci di colpo accorgendoci che era soltanto un sogno... A non capirlo è soprattutto una minoranza di under 15, così terribilmente fuori moda... Basta passare davanti a una scuola prima dell'orario d'inizio delle lezioni, e contare i baby fumatori: under 15, così terribilmente fuori moda...

Buone notizie: tanti italiani hanno appeso la cicca al chiodo

da Attualità

del 20 maggio 2006

Lo diciamo sottovoce, per paura di sciupare l'incanto o di svegliarci di colpo accorgendoci che era soltanto un sogno: la legge Sirchia pare funzioni. I risultati dell'indagine condotta dalla Doxa per conto dell'Istituto superiore di sanità, intervistando poco più di tremila italiani over 15, parlano chiaro. Negli ultimi cinque anni due milioni e mezzo di fumatori hanno appeso la cicca al chiodo. In percentuale, i fumatori sono passati dal 28,9 al 24,3 per cento. E chi fuma lo fa di meno: se per autodisciplina o oggettive difficoltà non si sa, però intanto tra il 2004 e il 2005 il consumo pro-capite di pacchetti è calato da 94 a 87,8, per una media di 13,6 sigarette al dì.

I dati confermano un lento cambiamento i cui segnali erano evidenti. Chi non ricorda i toni apocalittici con cui il popolo dei fumatori aveva accolto il decreto liberticida di Sirchia, accusato di voler trasformare gli italiani tutti in un popolo di virtuosi esente da ogni vizio, negando ai fumatori il diritto di fumare, esasperando i danni (irrisori) del fumo passivo, mettendosi dalla parte dei non fumatori piagnoni? Gli apocalittici prefiguravano scenari da isteria collettiva, con i fumatori alla loro scrivania in preda a crisi di astinenza, o con la bronchite fissa perché costretti ad appartarsi su ballatoi e terrazzi in pieno inverno.

Nulla di tutto ciò. Anzi, a poco a poco anche un cospicuo numero di fumatori ha constatato che vivere in un'atmosfera non mefitica non è poi così male. Alcuni si son detti: è la volta che smetto sul serio, e hanno smesso sul serio. I ristoratori e i baristi, dopo le copiose lacrime di rito per la perdita sicura di clienti fumatori, si sono accorti che non solo i fumatori continuavano a frequentare il loro locale, ma in più cominciavano a entrarci anche i non fumatori che prima non osavano ficcarci il naso.

E queste sono le notizie buone. Qualcuna di cattiva ce n'è, che vi credevate? Ad esempio, la Doxa informa che tra gli under 15 uno su cinque fuma. Non c'è bisogno della Doxa: basta passare davanti a una scuola prima dell'orario d'inizio delle lezioni, e contare i baby fumatori, tutti con un'aria da duro che manderebbe in sollucchero Fred Buscaglione; o dopo, e contare le cicche sul selciato. Anche questo pare un malcostume difficile da estirpare: perché non è socialmente riprovevole gettare in terra, per non dire sulla sabbia in spiaggia, un mozzicone, mentre se getti una cartina ti multano? Che differenza c'è? Nessuna. Un'altra notizia buona e cattiva assieme riguarda i medici di base: un fumatore su cinque riceve l'invito pressante a smettere, ma il 14,5 per cento dei medici fuma a sua volta. Eppure il fumatore vive in media dieci anni meno del non fumatore. Sarà pure una vita più intensa. Ma noi preferiamo dire grazie a Sirchia che ha tenuto duro. E magari accogliere l'invito di Silvio Garattini dell'Istituto Mario Negri: la prevenzione è ancora cosa piccola, facciamola diventare un cosa grossa.

Intanto la sigaretta pare confinata soprattutto nei luoghi e nei tempi dell'attesa: di entrare in ufficio (e a scuola, ahinoi), tra due portate, alla fermata dell'autobus e in stazione. Da certe pensiline si assiste talvolta a un fuggi-fuggi di non fumatori affumicati… Ma comprensivi. Il trend è chiaro, il futuro segnato. A non capirlo è soprattutto una minoranza di under 15, così terribilmente fuori moda.

Umberto Folena

http://www.avvenire.it

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