Dispute coi Protestanti - La setta di Andrea Towianski - Letture Cattoliche: DUE CONFERENZE TRA DUE MINISTRI VALDESI ED UN PRETE CATTOLICO INTORNO AL PURGATORIO - Indirizzo di D. Bosco agli associati delle Letture Cattoliche.
del 28 novembre 2006
   Un altro fascicolo aveva scritto D. Bosco per le Letture Cattoliche del febbraio, del quale è conveniente fare un po' di storia.
  D. Bosco era indefesso nel difendere la verità cogli scritti, ma più sovente col sostenere dispute cogli avversari della Chiesa, i quali non si stancavano di assalirlo. Pareva che obbedissero ad una tattica prestabilita. Primi comparivano i gregari della setta valdese, e quindi si muovevano i loro ministri e pastori. Una di tali questioni agitavasi in questi ultimi mesi.
  Alcuni protestanti eransi più volte recati da D. Bosco affine di iniziare dispute con lui intorno a diversi argomenti religiosi. In generale le loro discussioni consistevano nel gridar forte e saltar di questione in questione senza mai venire a termine di alcuna. Qualora fossero ridotti a qualche punto conclusivo, da cui non potessero allontanarsi, per lo più solevano dire: - Noi non sappiamo rispondere a queste difficoltà, perchè non abbiamo studiato abbastanza; ma se ci fosse mai il nostro Ministro! Egli è un'arca di scienza; egli con due parole fa tacere tutti i preti.
     - Ditegli che venga egli stesso, replicava loro Don Bosco; venga, e se saprà confutare le ragioni che dimostrano la verità della religione cattolica e sostenere con sodi argomenti gli errori dei riformatori, merita la gloria di essere chiamato uomo dotto. Ma io temo che egli non sia per venire.
     - Noi temiamo che egli sia per ricevere qualche sgarbatezza, altrimenti siamo sicuri che verrebbe...
     - No, miei cari, ditegli che venga con tutta tranquillità; egli mi farà un vero piacere; assicuratelo che sarà trattato da amico. Se non potranno essere accolte le sue ragioni, sì serberà ciò nonostante tutto il rispetto per la sua persona. - Il Ministro dal canto suo aveva più volte fatto intendere che sarebbe venuto, ed aveva stabilito il giorno e l'ora; ma la sua comparsa non aveva ancora avuto luogo. Finalmente un giorno viene con due suoi amici: si fa annunziare, entra nella camera di D. Bosco, e in modo gentile e cortese incomincia a parlar così: - Salute, signor Teologo, tollerate con pazienza questa visita; siamo venuti per disturbarvi.
   D. Bosco garbatamente rispose: - Benvenuti, signori, venite pure avanti; mettetevi a sedere. In quale cosa potrei rendervi servigio?
   E il Ministro: - Siamo qua per chiacchierar un poco. Vennero più volte da voi alcuni nostri allievi, i quali s'inoltrarono in certe questioni, cui a dir vero non erano in grado di sostenere. Mi hanno detto che voi avreste desiderato di fare le medesime difficoltà al loro Ministro: ora egli è venuto ed è quel medesimo che parla. È  mia precisa intenzione che voi facciate quelle gravi osservazioni, cui nessuno, come mi riferirono, può dare la debita risposta.
   Tutti sedettero, e la disputa si aggirò sul Purgatorio, in termini cortesi, e sul finire parve che la verità si facesse strada nell'animo dei dissidenti.
   Mentre però D. Bosco cercava di persuadere i Valdesi, un'altra rea setta lavorava di nascosto per sedurre i cattolici. Andrea Towianski, settario polacco, dopo aver atteso al magnetismo e alle scienze occulte sotto la disciplina di certi rabbini, dicendosi profeta e inviato dal cielo, esercitava un potere quasi magico sopra coloro che lo avvicinavano. Egli negava la creazione del mondo, la grazia, il peccato originale, il libero arbitrio, il merito delle, opere buone, la divinità di Gesù Cristo, i sacramenti, il sacerdozio; ed insegnava altre eresie, quale la metempsicosi o trasmigrazione delle anime dopo morte di corpo in corpo. Ma per ingannare i semplici che avrebbero avuto in orrore dottrine così empie ed immorali, sapeva paliarle con un misticismo popolare, con frasi convenzionali; e diceva molte belle parole in lode di Gesù Cristo.
   Venuto in Torino nel 1840, traeva in inganno un certo numero di persone erudite e anche pie. La Santa Sede avevalo già condannato nel 1850 e il Tribunale Ecclesiastico della Curia di Torino avevagli istituito il processo nel 1854, riprovando i suoi errori. Alcuni illusi si erano ritrattati, altri però si ostinarono, e si recavano talora a visitare il Towianski, che dimorava nella Svizzera.
   D. Bosco pertanto preoccupato perchè in Torino parecchi sacerdoti e varie famiglie avevano aderito alle dottrine di costui, che negavano anche l'esistenza del Purgatorio, si ingegnò al fine di porre riparo a tale scandalo, e di far scomparire una setta incipiente che finora non teneva adunanze pubbliche. Il Teol. Maurizio Arpino, Curato della parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo, narrava al Can. Anfossi quest'altra opera dello zelo di D. Bosco, che condotta con prudenza non menò rumore. D. Bosco infatti, informatosi del progresso di quel male, per raddrizzare le idee false, si recò a visitare vari dei più influenti fra questi illusi. Quindi di buon proposito, come asserì il Teol. Arpino, che gliene aveva dato consiglio, si adoperò a confermare colle stampe i vacillanti nella credenza sul Purgatorio, essendo allora questo il dogma che era messo in dubbio, in maniera più aperta. D. Bosco perciò scrisse quanto aveva detto nei colloqui coi Ministri Valdesi su tale argomento. A questo modo rispondeva con un solo libretto alle obbiezioni dei seguaci di due sette, libretto che usciva poi nelle Letture Cattoliche di febbraio. Lo intitolò: Due conferenze ira due ministri protestanti ed un prete cattolico intorno al Purgatorio e intorno ai suffragi dei defunti, con appendice sulle liturgie, per cura del Sacerdote Bosco Giovanni. Il tipografo Paravia ne aveva fatto la stampa, e con questo fascicolo compivasi il quarto anno delle Letture Cattoliche.
   Ecco la prefazione del libro:
 
AL LETTORE CATTOLICO,
 
Nel pubblicare queste due Conferenze debbo pregare il lettore, di non indagare nè il sito nè il nome delle persone tra cui hanno avuto luogo. Le ragioni che mi inducono a non pubblicare i nomi degli individui sono molte, e fra le altre avvi anche quella che essendone stato di ciò richiesto, ho promesso di compiacerli. Del resto quanto vi si legge è fatto storico. Nell'esporre però la materia ho giudicato bene di far due cose: ho modificato alcuni
modi di parlare degli avversari, per conformarli a quanto dicono altri protestanti ne' loro scritti.
  Ma le difficoltà si esposero sostanzialmente come furono fatte. Solamente per la lunghezza della conferenza essendosi più volte dette le medesime cose e talvolta ripresi i medesimi argomenti, mi son fatto lecito di seguire ordinatamente la serie delle materie poste in questione, senza tener conto delle ripetizioni. Ho pure stimato bene di omettere alcune espressioni, le quali per essere o sconce o disdicevoli alle cose sacre, potrebbero cagionare pena, all'animo divoto dei nostri lettori.
  Se gli argomenti addotti non avranno esausta la materia sull'esistenza del Purgatorio, avranno almeno abbastanza chiaramente espresso e provato quanto sia fondata e certa la dottrina della Chiesa Cattolica intorno a questo dogma.
  Comprendo che alcune delle cose ivi trattate sono alquanto, superiori alla capacità del popolo per cui particolarmente scrivo; al che mi sono studiato di supplire colla chiarezza e colla popolarità con cui spero di aver sciolte le difficoltà opposte. Altronde è bene che tutti sappiano quanto dicono i nemici della fede contro al Purgatorio, e quanto siano deboli gli argomenti che gli uomini più eruditi tra i protestanti sono in grado di opporre alla chiarezza delle verità cattoliche.
  Leggi, o lettore, per tua salutare istruzione e nel leggere ti unisci con me a pregare Iddio misericordioso che ci doni forza e grazia da vivere in modo che dopo la morte possiamo scampare la gravezza delle pene del Purgatorio e volare immediatamente alla gloria dei beati in cielo.
 
A questo fascicolo andava unita la seguente circolare:
 
La Direzione ai Benemeriti Corrispondenti ed ai Signori Associati.
 
Nel chiudere col presente fascicolo il quarto anno delle nostre popolari pubblicazioni le Letture Cattoliche, ci sentiamo un vero bisogno di indirizzare alcune parole agli illustri e benemeriti Corrispondenti ed ai signori Associati.
  Non avevamo certamente bisogno di minore incoraggiamento degli uni e degli altri per poterci sostenere e progredire in mezzo ai continui sacrifizi, cui avemmo a sottostare in questi anni critici per tutti.
  Mentre pertanto pieno il cuore di riconoscenza ringraziamo umilmente la Divina Provvidenza di aver benedetto le nostre povere ed umili fatiche, sentiamo pure il dovere di esternare pubblicamente i sentimenti della più viva nostra gratitudine ai signori Corrispondenti di tutte le cure, di tutte le sollecitudini, che si diedero per la propagazione delle Letture Cattoliche, senza badare alle noie, ai disturbi, avendo unicamente di mira il vantaggio del popolo, questa cara ed interessante parte della società per la quale noi scriviamo; e per la maggior gloria di nostra Santa Religione.
  Ringraziamo gli Associati i quali col loro obolo concorsero a sostenere quest'opera, la quale sebbene umile per se stessa, non è però meno importante di qualunque altra clamorosa pubblicazione. Non si tratta qui di speculazione libraria, nè di alcun materiale interesse; essa è opera di zelo, è opera di carità religiosa e sociale, è opera tutta morale.
         Si tratta d'istruire e di raffermare i buoni ne' principii del cattolicismo, di illuminare e attirare con quella affabilità, con quella dolce carità, che era propria e caratteristica del nostro divin Maestro, i traviati alla pratica dei doveri religiosi. Un ardente desiderio di fare qualche poco di bene, o almeno di impedire qualche male è il solo ed unico scopo delle nostre fatiche. Ora chi sarà tra i buoni e facoltosi colui il quale voglia rifiutarci il suo efficace concorso ed aiuto?
  Oh! nessuno, ne siamo certi, nessuno negherà di cooperare con noi, e portiamo anzi sicuranza, che se nel corso di quattro anni abbiamo potuto seminare e porre in mano del popolo oltre a settecentomila fascicoli delle Letture Cattoliche, in più breve tempo potremo, mediante il loro concorso, raddoppiarne il numero, specialmente in vista del grande bisogno prodotto dai tempi che corrono.
  Le associazioni o società protestanti si gloriano di spargere fra i cattolici a milioni a milioni i loro opuscoli, i loro scritti corrompitori della fede e dei costumi, e noi cattolici vorremo lasciarci vincere? permetteremo che in mezzo a noi venga adulterata la nostra fede, maltrattata la nostra santissima Religione, perduta la moralità, senza che ci adoperiamo con ogni sforzo a fine di porvi un argine, una barriera, per impedire tanto male? In noi poco fidiamo perchè deboli, ma tutta la nostra speranza dopo Dio è posta nell'illustre Episcopato, splendore e gloria del Cattolicismo in Piemonte; a Lui perciò ci rivolgiamo, sotto la cui protezione fin dal suo nascere abbiamo posta questa nostra popolare pubblicazione, e umili io supplichiamo a voler degnarsi di sostenerci co' suoi consigli e co' suoi suffragi.
  Preghiamo caldamente i signori Parrochi, nelle mani de' quali eziandio sta in gran parte l'esito felice delle Letture Cattoliche, perchè le promuovano nelle loro parrocchie e facciano sì che ogni famiglia sia associata.
  Supplichiamo i signori Corrispondenti già tanto benemeriti, a volersi adoperare per dilatarle sempre più, ed a farle conoscere ove non lo siano. Finalmente ci raccomandiamo ai signori Associati di rinnovare il loro abbonamento e di procurare che si associno i loro parenti, i loro amici, affinchè maggiore sorta quel bene per cui tutti ci adoperiamo, e tutti fondatamente speriamo ampia mercede dal nostro buon Dio.
 
NOTA. - La Direzione ha tenuto conto di tutti i consigli e suggerimenti, che tanto gli associati quanto i corrispondenti e gli amici le porsero per quei miglioramenti che sono possibili d'introdurre, sia nella pubblicazione dei fascioli, sia riguardo la materia a trattarsi: la medesima sarà sempre riconoscente a coloro che le faranno amichevoli osservazioni.
Preghiamo caldamente quei signori associati i quali non leggono i fascicoli o per mancanza di tempo, o per la semplicità della materia che trattano, di non tenerli inoperosi nei loro scaffali, ma bensì di passarli alle mani di coloro che non possono o non vogliono associarsi, ma cui però potrebbero esser utili, essendo ancora più facile che la lettura delle cose semplici possa colpire e portare al bene i lettori.
  Intanto annunciamo che d'or innanzi non si pubblicheranno più fascicoli doppi ossia serventi per due mesi. Ma in ogni mese si darà un fascicolo, qualunque sia per esserne la mole.
  Le domande di associazioni possono farsi o alla Direzione delle Letture Cattoliche, Via S. Domenico n. II in Torino o nelle province presso i signori Corrispondenti dei quali si dà l'elenco.
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