Rubrica di educazione a cura di Richard Kermode. Una riflessione sulla capacità di immergersi nelle ferite del prossimo
-) La vicenda è recente. Chiara Ferragni e una famosa ditta dolciaria sono stati condannati a pagare una multa per pubblicità ingannevole. Ne è seguita una risposta, disastrosa per i comunicatori, in cui si è scusata affermando che donerà un milione di euro ad un ospedale di Torino. Non c’è dubbio: un gesto di grande generosità.
Con rispetto per la Ferragni: dopo il bonifico per l’ospedale di Torino, quale sarà il suo “coinvolgimento” nei confronti dei bambini in ospedale? Si “immergerà” la nostra Chiara nella vita di quei bambini? Mi permetto di dubitarne, probabilmente il milione basta e avanza.
Guardo il presepio e noto una differenza: Dio in Gesù, incarnandosi, si “immerge totalmente” nella nostra esperienza: nascere da una donna, mangiare, bere, crescere, essere educato, ecc. Dio non poteva inventarsi un effetto speciale, senza “coinvolgersi” così tanto? Non sarebbe stata la stessa cosa.
Incarnazione significa dire “coinvolgimento”. Gesù mostra fino a che punto Dio si coinvolge con gli uomini, anche dentro il nostro tempo dove il coinvolgimento fa paura. Affiora alle labbra la domanda: “E se poi va male?”.
-) È nella povertà (una mangiatoia, un paese irrilevante…) che Gesù rende incontrabile Dio, lì dove il nostro sguardo normalmente non cade. La proposta è chiara: un incontro tra povera gente, lui e noi, in un incontro che possa generare giustizia, pace.
Isaia, nell’avvento, ce lo ha ricordato: un banchetto di grasse vivande per tutti; un incontro dove la mucca pascola con il leone; un incontro dove nessuno sarà insignificante, dimenticato.
Non si tratta di bontà (1 milione di euro?), si tratta di giustizia, Gesù ci educa alla giustizia, ad una vita all’altezza della propria umanità. Gesù, una vita spezzata e coinvolta, identificata con l’uomo affamato, nudo, malato, disperato. Su questo sarà pesata la nostra vita: nella capacità di coinvolgerci concretamente e profondamente con le ferite dell’uomo, perché ci sia speranza e giustizia per tutti.
So long!
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