Che cosa dobbiamo fare?

Il Vangelo commentato dai giovani e dai salesiani. Prenditi un tempo di meditazione sulla Parola di Dio.

Annie Spratt Annie Spratt

III Domenica di Avvento

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 3, 10-18

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Commento

E noi, che cosa dobbiamo fare? Questa è la domanda che più spesso ci poniamo e che ci spinge a vivere le scelte di ogni giorno con frenesia e timore. La stessa domanda viene rivolta nel Vangelo a Giovanni, e lui risponde con poche ma concrete indicazioni che si possono riassumere così: "Iniziate a fare il bene. Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; chi ha da mangiare, faccia altrettanto." Tutto ciò che riguarda fraternità, generosità e misericordia è racchiuso in queste poche righe del Vangelo.

Dare una tunica o offrire del cibo a chi ne ha bisogno è qualcosa che ogni uomo può fare: è una giustizia insita in noi, è il saper e voler tirare fuori il meglio di sé. Tuttavia, questa è solo una lettura riduttiva dell’immensità di cui ci parla oggi il Vangelo. La nostra gioia non si esaurisce nel bene che possiamo fare (che è comunque qualcosa di bellissimo e necessario), ma si realizza nel renderci conto che c’è qualcuno più grande di noi che ci cerca e che per noi ha dato tutto. Come dice Giovanni: "Io vi battezzo con acqua, ma viene colui che vi battezzerà con fuoco e Spirito Santo."

Allora, qual è il punto? Qual è la buona notizia in tutto questo? La buona notizia è che, oltre alle nostre opere, c’è la potenza di Gesù Cristo. Lui è venuto per fare ciò che noi, da soli, non possiamo fare. Noi possiamo combattere il male che è dentro e attorno a noi, ma non possiamo vincerlo definitivamente. Per questo è venuto Colui che rinnova la nostra vita e porta speranza laddove noi vediamo l’impossibile.

Quando ci mettiamo sulla via del bene, il bene viene incontro a noi tramite Gesù, che è capace di togliere le zavorre che appesantiscono e deturpano il nostro cuore. Se pensate che questo Vangelo parli di qualcosa di troppo lontano dalla nostra vita, vi sbagliate, perché ci tocca da vicino e ci parla attraverso le piccole occasioni di bene che incontriamo ogni giorno.

Vi lascio con un piccolo impegno, se vi va:

A partire da questo Vangelo penso sia bene prendersi questo impegno, di riflettere sulla nostra vita quotidiana così da individuare le occasioni di bene cercando delle azioni piccole, pratiche e possibili di cui prenderci cura.

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