"Clint" Eastwood – Gran Torino e il VENERDÌ SANTO

“Una eredità pasquale quella di Clint Eastwood”, abbiamo letto nella recente recensione apparsa sul nostro sito! Ma è proprio così? Il film di Clint vuol dire proprio questo? Un gran bel film. Davvero! Ma credo che nel parallelo con la nostra fede serva di più marcare le diversità e dissonanze che le assonanze...

'Clint' Eastwood – Gran Torino e il VENERDÌ SANTO

da Quaderni Cannibali

del 06 aprile 2009

Tutti mi dicono: “Hai visto Gran Torino? Vallo a vedere è davvero bello”! “Lo sai che c’è un articolo sul Gran Torino nel sito Donboscoland (ndr.: vedi) che dice che il film ha dei riferimenti cristologici?”. Vado a vederlo, incuriosito e un po’ dubbioso, raramente quando tutti sono entusiasti di un film, quel film mi piace!

La gente lascia la sala in religioso silenzio. Anch’io faccio fatica a parlare, una volta che sono scorsi tutti i titoli di coda. Ha goduto un bello spettacolo a volte esilarante e nel contempo carico di significato e di sorprese. Il finale con il protagonista che si sacrifica, invece di vendicarsi è davvero inaspettato. Per alcuni ha un sapore cristologico. E come dargli torto! Clint è lì disteso – ripreso dall’alto - con le braccia allargate a forma di croce e il sangue che esce dalle mani.

“Una eredità pasquale quella di Clint Eastwood”, abbiamo letto nella recente recensione  (ndr.: vedi)  apparsa sul nostro sito!

Ma è proprio così? Il film di Clint vuol dire proprio questo?

 

Un gran bel film. Davvero! Ma credo che nel parallelo con la nostra fede serva di più marcare le diversità e dissonanze che le assonanze con il messaggio di Gesù, scelte e rimarcate fin dall’inizio del film.

Alcuni spunti!

Non condivido ciò che hanno scritto: “Il protagonista lascia in custodia al prete i peccati di una vita: l'infedeltà alla moglie di un solo bacio, la durezza con i figli e le tasse una sola volta non pagate. Una moralità quotidiana che ci stende a terra”.

È vero che il protagonista si confessa e quindi fa cancellare, e non “lascia in custodia” per poi riprenderseli, i piccoli peccati! Quelli grossi però, quelli che gli pesano nell’anima (aver ucciso seguendo un ordine e aver ucciso solo per il gusto di uccidere come dice lui stesso) per quelli si arrangia da solo! Don Bosco inorridirebbe di una confessione del genere, ha solo la “forma” cattolica ma certamente non la “sostanza”.

Non vedo tutta questa conversione e non credo nemmeno che il buon Eastwood ce l’abbia inserita… (Un mio amico che si definisce ateo che ama molto Clint quando gli ho fatto leggere l’articolo si è messo a ridere e mi ha detto: “voi cattolici a forza di voler Gesù anche dove non c’è, prendete delle cantonate mostruose!”).

Ma l’articolo dice anche che: “Walt [il protagonista del film] è sempre stato uno dalla religione vista come arredamento verbale: Jesus, Cristo morto e risorto, Gesù, Giuseppe e Maria e avanti così. Una religione verbosa che abbandona per una spiritualità del Verbo incarnato, il quale offre la vita per i suoi amici”.

Quando ho letto questa affermazione mi son detto ora scrivo…

Se accettiamo il parallelismo Gesù – Walt le cose sono due: ho non abbiamo visto il film o non conosciamo bene il mistero del Venerdì Santo!

Walt muore perché capisce, lungo il pezzo di storia narrata nel film, che la vendetta genera vendetta e che a rimetterci sono i deboli. Muore per imprigionare la banda hmong! Non è un perdono è una vendetta pacifica. Muore “in croce” per la salvezza dei propri amici. Loro (i buoni, i suoi amici) sono salvi, gli altri i (i cattivi, i nemici) sono atterra ammanettati consegnarli alla giustizia che li sbatterà in prigione. Non c’è quindi come detto altrove “un offrirsi totale - quasi cristologico - per dare a tutti una speranza, la 'grazia piena' di Maria che invoca nell'ultima ora”. La speranza è solo per i suoi amici non per tutti!

Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici, dice Gesù! Un gesto bello, un gesto alto, quello di Walt, ma non così alto come la croce del nostro Gesù.

San Paolo scrive: «Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene [questo è Walt]. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi».

Nel venerdì santo noi non festeggiamo un eroe che si immola per la sua patria per i suoi amici! Noi celebriamo l’amore pazzesco di Dio che ha dato tutto quello che aveva, Suo Figlio, perché buoni e cattivi, giusti e ingiusti, amici e nemici, vicini e lontani potessero essere liberati dal dominio della morte e del peccato. Sotto la croce non c’è un gruppo libero ed un altro in catene. Sotto la croce c’è quella parte di umanità che riconosce questo mistero insondabile d’amore, offerto a tutti, e a questo amore si affida.

Tutto questo che è la parte più alta e bella della nostra fede, il film nemmeno la sfiora! Forse nemmeno noi ne abbiamo sempre la piena consapevolezza.

C’è un grande pregio nel film: l’effetto a sorpresa di un uomo che invece di uccidere si lascia uccidere! Un gesto che commuove…

Speriamo che, questo venerdì santo, contemplando il volto crocifisso di Gesù che si è consegnato volontariamente nelle nostre mani per essere ucciso, sgorghino dal nostro cuore lacrime di riconoscenza e pentimento!

don Silvio Zanchetta

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