CRONACHE DALLA SCOGLIERA - Storia di una pietra che imparò l’amicizia

“Come si chiama?”,” Non me l’ha detto.” Onda bugiarda, pensa la pietra. Le onde sentono sempre tutto. “Non importa, dimmi quel poco che sai”. L’onda sospira.

CRONACHE DALLA SCOGLIERA

Storia di una pietra che imparò l’amicizia

 

Giorno 2

27 febbraio 2020  

 

Come si chiama? dico, lei. Tu lo sai?
No, ancora non me l’ha detto.
E cosa ti ha detto? Racconta, ti prego!
Non molto, è rimasta tutta la notte in silenzio.
Sei proprio inutile, sai?  
Ma com’è che da un giorno all’altro ti interessi alle mie storie? Non ti ho mai visto sveglia una volta sola da quando sei qui, e ti conosco da almeno cent’anni. Te ne stai sempre mezza addormentata a farti fare aria dalle ali dei gabbiani, scommetto che non hai ascoltato nemmeno una delle storie che ti ho raccontato. Sbaglio?
Sì, sbagli! So a memoria tutta la storia di quel tizio che è naufragato un paio di volte prima di arrivare dalla sua bella. Non ci credi? Inizio a raccontartela parola per parola, se mi dici.  
Non serve, ti credo. Ora però devi spiegarmi perché vuoi conoscere la sua storia.
Così, curiosità…
Non ho mai incontrato una pietra curiosa.
Evidentemente non hai viaggiato così tanto come dici, cara onda.
Parla lei, un sasso!
Pietra…
Pietra, d’accordo.
Ora mi dici qualcosa?
Non so molto.
Allora dimmi quel poco.
Ha detto che Alberto è morto.
E com’è morto?
Non ho sentito bene, ero distante…
Smettila di far finta di niente. So benissimo che senti ogni cosa a mari di distanza. Parla: com’è morto?
È scivolato.
Ok. Come?
È scivolato, ho detto.
Così non aiuti. Dov’è scivolato?
Stava camminando.
Devo tirarti fuori ogni parola? Dove, dove stava camminando? Perché è scivolato? Parla, voglio sapere!
Va bene, te lo dico. Non prendertela, però.  
Dai, dillo!
Era in montagna ed è scivolato. Era un sentiero…e, anzi…c’era ghiaccio, un ghiacciaio…il piede messo male… ha perso l’appoggio…le mani senza appiglio…ed è caduto perché…era scivolosa, tanto…una…una pietra, ecco.  

Scusa, devo andare.


Una pietra. 

 


testi: Anita Marton 
grafiche: sr. Giulia Collodel 

 

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