Davo tutto, ma non davo mai Gesù!

Ero un prete impegnato in convegni, campi-scuola, case alpine da organizzare: tempi sempre corti e acqua alla gola su ogni attività! Ma è questo il mio essere prete?! Rischiavo di essere costruttore di una Chiesa organizzata ma con poco, o forse senza Cristo! Divenuto parroco mi sentivo richiedere di tutto, di più, con una crescente insoddisfazione: dai tutto, ma non dai Gesù! Mi è nato nel cuore con il desiderio dell'Adorazione Eucaristica Perpetua...

Davo tutto, ma non davo mai Ges√π!

da Teologo Borèl

del 15 settembre 2011(function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk'));

 

Venivo da un’esperienza di grossa parrocchia del centro, ricca di iniziative, di impegno e sempre di corsa!

          Prima ancora c’era stato un impegno diocesano: convegni, campi-scuola, case alpine da organizzare, tempi sempre corti e acqua alla gola su ogni attività! Ma è questo il mio essere prete?! Non mi sto svuotando in un’inefficace attivismo pastorale? Ma che vuole la gente da me?

Rischiavo di essere costruttore di una chiesa organizzata ma con poco... o forse senza Cristo!

          Divenuto parroco mi sentivo richiedere di tutto, di più, con una crescente insoddisfazione: dai tutto, ma non dai Gesù! Mi è nato nel cuore con insistenza sempre più forte il desiderio e la decisione dell’Adorazione Eucaristica Perpetua. Un segno forte, un aggancio, un’ancora per me prima di tutto, ma anche una luce, un dono, anzi, il Dono vero per tutta la comunità: Gesù, Lui, sempre, per tutti e a tutti! Ho capito che l’esser prete non era autentico se non dai Gesù, se non evangelizzi in ogni occasione e se prima non preghi per la tua gente.

          Ho proposto questa visione di parrocchia ai miei collaboratori e alla comunità e, non senza fatiche e incomprensioni, molti l’hanno accolta. In parrocchia abbiamo iniziato le Cellule di Evangelizzazione: una esperienza che aiuta i laici a farsi carico con gioia del loro impegno battesimale: essere discepoli ed evangelizzatori nella vita di ogni giorno. Questa esperienza è divenuta un fermento di gruppi - cellule nelle case, novità e gioia per tanti semplici battezzati. E’ infatti un metodo parrocchiale che offre occasioni di conversione a laici e al loro parroco, non un movimento, ma una comunità parrocchiale, un reticolo di gruppi raccolto ogni domenica nell’Eucaristia e, durante la settimana, sparsi nella vita normale; li spinge il desiderio e l’impegno di portare e riportare a Gesù e alla parrocchia amici, parenti, vicini, colleghi..... Così per evangelizzare, ogni membro delle cellule ha capito che ci vuole la forza dello Spirito Santo. “Avrete forza dallo Spirito Santo e mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra” (At 1, 8). “Andate in tutto il mondo predicate il vangelo a ogni creatura” (Mc 16, 15).

          E l’Adorazione Eucaristica è diventato quel tempo in cui gli evangelizzatori si accostano alla sorgente dello Spirito: Gesù Eucaristia. Il tempo per adorare è diventato essenziale, per interiorizzare la Parola di Dio, per rinfrancarsi alla presenza del Signore, rivedere ogni persona e situazione con la Sua luce. I parrocchiani tutti, anche coloro che non si lasciano coinvolgere di più o stanno a guardare in modo più critico, hanno capito: la parrocchia, la chiesa esiste per portare Gesù, farlo incontrare a tutti. “La Chiesa esiste per evangelizzare” EN 14). L’Adorazione dunque è diventata un’esperienza di tutti i gruppi, di tanti parrocchiani qualunque, così come il desiderio e l’urgenza di evangelizzare si è allargato e dalle cellule è stato assorbito come sensibilità di molti, perfino bambini e ragazzi oltre che giovani e adulti, oratorio, catechesi, cooperatori, gruppi famiglie, Caritas, San Vincenzo, Unitalsi...

          Le attività non sono diminuite o sciolte in vago misticismo, ma riequilibrate ed orientate ad essere “ponti di amicizia per evangelizzare”. San Paolo ce ne ricorda il senso: “Tutto io faccio per il Vangelo per diventarne partecipe con loro” (1Cor 9, 23). Dall’Adorazione e dal desiderio e impegno di Evangelizzazione riprende dunque la sua identità il prete, ritorna la gioia nella liturgia, i vari servizi non diventano un potere o un possesso perché svolti per Lui, l’oratorio non è un luogo di qualunquismo attivista, ma per portare a Lui! Rinasce anche la confessione: se stai in chiesa la gente passa per l’adorazione e desidera confessarsi. La Parola di Dio è assimilata e amata: nella cellula di evangelizzazione la si accosta attraverso l’intervento del parroco inciso in cassetta o CD e la si assimila, e nella adorazione la si riprende in preghiera per farne luce ed impegno di vita.

          Benedico il Signore per il dono della Adorazione Perpetua che Egli ci dona, ormai da nove anni in parrocchia e per la gioia di Evangelizzare. Una parrocchia aperta, gioiosa, impegnata è possibile: se Gesù ne è il centro e portare il suo Vangelo e il suo Amore ne è l’obiettivo.

 

don Narciso Danieli

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