Esercizi spirituali sui luoghi di don Bosco
Allora…come si inizia a scrivere un articolo? Boh… cavolo, vabbè ma tanto lo devi scrivere Davide, vuoi o non vuoi… quindi ti conviene iniziare!
Salve a tutti, sono Davide, ho 18 anni, e pochi giorni fa ho partecipato ad un'esperienza moooolto… come dire… POTENTE, lasciatemi raccontare.
Per prima cosa devo fare un paio di premesse, da circa ottobre (mi pare) ho iniziato un percorso insieme ad un’altra ventina di ragazzi del triveneto chiamato “Gruppo Ricerca”. Si tratta sostanzialmente di un cammino di ricerca, appunto, fatto da dei cuccioli d’uomo che non hanno voglia di rimanere indifferenti, e che quindi si impegnano a trovare la loro strada, che ai preti piace chiamare vocazione.
Questo incontro, che è il quarto dell’anno, si teneva in un posto particolarmente speciale, Torino… che, come penso saprete, ospita dei luoghi davvero magici per noi ragazzi di Don Bosco.
Fatto sta che dopo un viaggio, tutt’altro che comodo, in pulmino, e soste in autogrill tutt’altro che comode, sotto la pioggia, siamo arrivati all'oratorio di Valdocco.
Dopo un piccolo momento introduttivo ci siamo separati tra maschi e femmine, loro sono rimaste a Valdocco, noi, da veri gentiluomini, ci siamo sparati un’altra oretta di furgone fino a “colle Don Bosco”.
Dopo essere arrivati, aver fatto merenda e aver svolto alcune questioni di tipo puramente burocratico (ma mai scontate e facili) come la sistemazione nelle camere, la nostra esperienza ha avuto inizio.
In questi quattro giorni ci siamo concentrati su vari temi ma quelli che ho sentito più miei sono stati sicuramente la purezza del cuore e il fatto di donarsi agli altri in modo incondizionato. Tutto questo argomentato in modo decisamente appassionante dal “Saint Master” don Enrico Ponte, maestro dei novizi.
Insieme a questi spunti, presi dai Vangeli, siamo stati accompagnati da una figura molto importante ma allo stesso tempo quasi sconosciuta, don Andrea Beltrami. Si tratta di un salesiano morto giovanissimo, ma che in questo poco tempo tra noi vivi ha dato moltissimo alla Congregazione e in generale a chiunque abbia avuto occasione di approfondire la sua figura. Da ragazzo, Andrea partecipa, come noi, a gli esercizi spirituali tenuti, però, da Giovanni Bosco. Lui tornerà da questi esercizi, dopo un colloquio con Don Bosco, totalmente cambiato, infuocato. Prima di diventare prete si ammala di tisi e passa gli anni finali della sua esistenza in una stanza da solo. Nonostante l'isolamento sarà sempre importante per chi lo circonda, e inoltre diventerà il secondo mistico (persona innamorata di Dio) salesiano, dopo Giovanni Bosco.
Per me è stato molto d'ispirazione, per vari motivi: la fatica affidata e donata a Dio, l'amore per Dio, il suo cuore infuocato e volenteroso di vivere SEMPRE E COMUNQUE.
In questi giorni abbiamo anche visitato luoghi molto significativi, basta pensare al santuario della Madonna delle Grazie, oppure alla casa di Valsalice, dove morì Andrea Beltrami, tutti luoghi significativi, importanti, santi, che per noi che desideriamo diventare santi sono fonti di energia e forza di volontà.
Ecco probabilmente mi ha fatto bene passare questi giorni in questi luoghi per rendermi conto che la santità in realtà è vicina, è possibile, e anche che i santi non sono supereroi, sono persone, persone speciali, certo, ma sono comunque persone. Vedere nei novizi, che sono le persone che fanno un anno di formazione per diventare salesiani, quella voglia di santità, quella fame di paradiso, sentire nelle loro parole la purezza del loro cuore è stato meraviglioso per me, e credo in generale per tutti noi del gruppo. Da questa esperienza torno a casa pieno di gioia, pieno di desiderio di ardere, per i miei amici, per la mia famiglia, per me, torno a casa con voglia di ardere per tutti.
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