Il 30 dicembre 1897 a soli 27 anni moriva don Andrea Beltrami, oggi lo ricordiamo come colui che visse la dimensione sacrificale del carisma salesiano.
Andrea Beltrami nacque a Omegna, in provincia di Novara, il 24 giugno 1870. Ricevette in famiglia un'educazione ricca di valori cristiani.
Andrea, di carattere vivace, durante l’adolescenza fu tentato nella purezza dai discorsi di un compagno cattivo, ma la frequenza ai sacramenti, unita a una volontà ferma, ne fecero un ragazzo stimato da tutti. I genitori vollero che si iscrivesse nel collegio salesiano di Lanzo, dove entrò nell'ottobre del 1883. Si distinse nello studio e nell’esercizio delle virtù cristiane.
Qui maturò la sua vocazione. Racconterà più tardi: “Il Signore mi aveva messo in cuore un intimo convincimento, che la sola via adatta a me era farmi salesiano”. La madre, affidandolo al maestro di Noviziato, disse: “Ne faccia un santo”.
Nel 1886 ricevette l'abito chiericale a Foglizzo da don Bosco, che dirà di lui: “Di Beltrami ce n’è uno solo”. Nei due anni, 1888-1889, che trascorse a Torino-Valsalice portò a termine due corsi triennali, concludendoli con le rispettive maturità come privatista. In questo periodo conobbe il principe polacco Augusto Czartoryski, da poco entrato in Congregazione. Questi si ammalerà presto di tubercolosi, e sarà don Beltrami - che era entrato subito in sintonia spirituale con lui - a fargli da angelo custode sia a Valsalice sia nelle altre località dove l'ammalato soggiornò. Scrive: “So di avere in cura un santo, un angelo”. Più tardi si ammalò anche don Andrea e, alla scuola del santo confratello, visse la sofferenza con letizia interiore.
Si offrì come vittima d’amore per la conversione dei peccatori e per la consolazione dei sofferenti, vivendo il motto: “Né guarire né morire, ma vivere per soffrire”. Don Beltrami colse in pieno la dimensione sacrificale del carisma salesiano, voluta dal Fondatore don Bosco. Il chierico salesiano Luigi Variara, allora studente di filosofia a Valsalice, fu intimamente colpito da don Andrea, e qui trova le sue radici la spiritualità delle future Figlie dei Sacri Cuori: Vivere con gioia la vocazione vittimale insieme con Gesù.
Ordinato sacerdote da Mons. Cagliero, si diede tutto alla contemplazione e all'apostolato della penna. Con un desiderio veementissimo della santità, consumò la sua esistenza nel dolore e nel lavoro incessante.
Esattissimo nell'osservanza della Regola, ebbe un amore ardentissimo a don Bosco e alla Congregazione. Nei quattro anni che gli rimasero di vita dopo il sacerdozio, continuò a pregare e a scrivere. E’ da segnalare la traduzione italiana dei primi volumi dell'edizione critica delle opere di san Francesco di Sales. Quando morì, il 30 dicembre 1897, aveva 27 anni. La sua salma riposa nella Chiesa di Omegna, suo paese natale.
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