Don Filippo ci scrive... n. 63

Con questi fatti e altri fatti capitati a Gambella la Pasqua l'abbiamo vissuta con il solo pensiero di pregare...

Don Filippo ci scrive... n. 63

del 16 maggio 2016

 

 

Carissimi amici, come state?

 

Spero bene in questo bel mese di maggio, bello perchè finalmente sono iniziate le piogge e tutto il paesaggio cambia e diventa pieno di vita e verde e anche i problemi etnici diminuiscono, infatti la pioggia calma gli animi, raffredda i sentimenti e i rancori e si torna ad una vita normale, per quanto normale possa essere qui.

 

Il governo dell’etiopia è intervenuto in maniera massiccia con un grande dispiegamento di soldati per contrasta questa tribù dei Murle che aveva compiuto il massacro di più di duecento persone e rapito più di cento bambini. Solo qui a Pugnido sono arrivati 15 cingolati per il trasporto di soldati e dopo qualche giorno hanno attraversato il fiume Gilo per andare nella foresta a contrastare i murle e recuperare più bambini possibili.

 

Tutta Pugnido è rimasta impressionata sia dall’arrivo dei cingolati, sia del numero dei soldati e soprattutto sia come hanno attraversato il fiume, non c’era il ponte, ma loro con delle strutture di ferro prefabbricate appoggiandosi alle due rive, hanno creato un ponte dal niente.

 

Infine vari elicotteri stanno aiutando dall’alto questa operazione. Ci sono altre otto squadre di soldati come questa che stanno facendo lo stesso nelle altre zone di confine di Gambella proprio per accerchiare questa tribù e non perdere tempo nel recuperare i bambini.

 

La buona notizia è che a Gambella sono già arrivati i primi bambini recuperati, dicono una ventina, e questo incoraggia questa operazione di recupero.

 

La situazione ora è molto più calma, anche se in ogni persona rimane la paura e la tensione che possa ricominciare di nuovo tutto. Abbiamo celebrato la Pasqua il 1 maggio, ma con questi fatti e altri fatti capitati a Gambella proprio nei giorni precendenti la Pasqua, l’abbiamo vissuta con un solo pensiero, di pregare per la pace e perchè il Signore possa toccare il cuore di tutti per vivere insieme in modo umano e pacifico.

 

Da una parte verso il confine con il sud Sudan i Murle, razziatori di mucche e bambini, dall’altra questa invasione dei nuer nei 5 campi profughi, due sono attaccati al villaggio di Pugnido, scappati dalla guerra civile in sud Sudan, scacciati dai Dinka, dalla propria terra, frustrati e delusi e che riversano la loro frustrazione creando problemi qui nella regione di Gambella contro gli etiopi e gli anyuak. Gli etiopici, commercianti, imprenditori e lavoratori qui a Gambella, qui per trarne profitto da questa zona e poi ritornare nellaltopiano etiopico, dove per temperatura e stile di vita si vive molto meglio.

 

Infine gli Anyuak, i veri abitanti di questa zona, molto semplici e poveri, schiacciati ora sia da questi che dagli altri e che cercano di difendersi in qualche modo.

 

Una convivenza complicata e difficile, una zona di incontro di etnie, di sogni di vita e di frustrazioni, di povertà e cattiverie alle volte, ma anche di tolleranza e rispetto, di voglia di pace e di relazioni umane, di sentire che anche qui Dio è presente quando ci troviamo a pregare insieme, quando la missione è piena di bambini, ragazzi e giovani che crescono pensando in positivo al loro futuro, quando qualcuno accoglie l’altro anche se non è della tua etnia, quando pensiamo più agli altri che a noi, e anche quando nei problemi capita qualche cosa di male, in chi ha la peggio c’è sempre la presenza di Dio, come una via Crucis.

 

Ecco la nostra presenza, soprattutto in queti momento, per alzare lo sguardo insieme verso Dio e ricominciare a vivere con fiducia gli uni degli altri. Durante la settimana sono con gli Anyuak, mentre la domenica vado sempre nel campo profughi con i nuer per la Messa, ma tra di loro non è permesso ancora incontrarsi, quelli del campo profughi non possono uscire, e tutti e due le etnie mi chiedono degli altri, come stanno, cosa fanno, se hanno paura, se... se...

 

Ecco, essere questo ponte di unione tra gli uomini tramite cui Dio lavora ai cuori delle persone per farle di nuovo incontrare, aver fiducia e stima gli uni degli altri e vivere in pace e concordia.

 

Grazie a tutti i messaggi che mi sono arrivati di preghiera e ricordo per la situazione qui, soprattutto per i bambini rapiti, coninuiamo a ricordarli.

 

Con affetto a presto

Abba Filippo

 

 

Don Filippo Perin

 

 

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