Ecologia della vita quotidiana

Ogni primo venerdì del mese la redazione donboscoland propone una riflessione sul tema dell’ecologia. Oggi parliamo di ecologia e vita quotidiana

“Per poter parlare di autentico sviluppo, occorrerà verificare che si produca un miglioramento integrale nella qualità della vita umana, e questo implica analizzare lo spazio in cui si svolge l’esistenza delle persone. Gli ambienti in cui viviamo influiscono sul nostro modo di vedere la vita, di sentire e di agire. Al tempo stesso, nella nostra stanza, nella nostra casa, nel nostro luogo di lavoro e nel nostro quartiere facciamo uso dell’ambiente per esprimere la nostra identità”.
(L.S. 147)

Un miglioramento integrale. Con queste parole, nella Laudato si’, si parla del sogno dell’essere umano, che da secoli sulla terra cerca condizioni di vita ottimali per vivere. Pensiamo alle migrazioni, alle guerre, alla ricerca scientifica, ai social, alle terme romane. Tutta la storia sembra caratterizzata, nell’uomo, da questa ricerca, sia con le buone che con le cattive maniere. Chi di noi non sogna un mondo migliore?

A volte, però, a forza di inseguire un sogno, si rischia di assolutizzare, di relativizzare, di smettere di percorrere un sentiero comune, e di personalizzare il benessere. Si pensa, e questo è un grande inganno che ha caratterizzato la storia, che il mio benessere è possibile solo a spese di altri. Le risorse sono limitate, si sa, e quindi se io devo stare bene, da qualcuno devo pur andare per avere queste risorse.

Con una semplificazione molto forte, possiamo dire che in fondo la quasi totalità delle guerre si è combattuta per questo. Risorse limitate, e molti contendenti. Questo aspetto, ieri come oggi, ci deve sempre fare riflettere su un tema molto attuale, che ha dimensioni sociali di grande impatto per intere popolazioni nel mondo, in termini numerici molto più grave della pandemia e delle guerre nel mondo: il tema dell’ingiustizia climatica. I Paesi industrializzati – Europa, Stati Uniti, Cina – impattano sul pianeta con percentuali di CO2 e altri gas serra immesse nell’atmosfera sproporzionate rispetto agli altri Paesi.

Ma chi paga gli effetti peggiori della crisi climatica sono i Paesi della fascia equatoriale, crisi resa ancora più violenta dal continuo aumento della temperatura media del nostro pianeta - e di conseguenza dalla maggiore energia che accumulano i venti e le acque.

Questo quadro generale, anche se sintetico, ci serve per contestualizzare meglio il senso della nostra missione sulla Terra. Perché portare l’ecologia nella nostra vita quotidiana? Se riduciamo i nostri consumi, potremo vedere migliorate le condizioni di vita dei nostri fratelli e sorelle dall’altra parte del mondo? Probabilmente, se il nostro obiettivo è vedere fermarsi questo continuo aumento della temperatura media grazie ai nostri sacrifici, rischiamo di rimanere delusi.

La Laudato si’, una lettera bellissima scritta sette anni fa e indirizzata a tutte le persone che abitano il pianeta, va molto più in profondità. Non si tratta solo di abbassare il termostato o andare più in bici, ma dobbiamo imparare sempre di più ad avere uno sguardo “integrale”. Non si tratta solo di “ecologia” (in fondo, da tanti anni, ci sono numerosi movimenti ecologisti nel mondo che si battono con grande passione), ma appunto di “ecologia integrale”.

Per capire meglio cosa sia l’ecologia integrale basta guardare a San Francesco di Assisi. “In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore” (L.S. 10). In questo breve affresco che ci offre Papa Francesco nell’enciclica, quando descrive il Poverello di Assisi, possiamo trovare il senso della nostra missione sulla terra. Adamo, fu creato “a immagine e somiglianza” di Dio che “lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gn 2, 15). Custodire quindi è una delle primissime azioni che vengono richieste all’uomo, ma non solo riguardo al pianeta e alla natura. San Francesco non parla di “natura”, ma di “creato”, ogni elemento per questo può essere “fratello” e “sorella”, sia l’acqua, sia il fuoco, e per giunta la morte corporale. E sono inseparabili, per custodire il creato, l’attenzione al pianeta, la ricerca della giustizia e in particolare l’ascolto del grido dei poveri, l’impegno concreto per una politica alta e un impegno pubblico che abbia una voce profetica, e infine – ma non meno importante – la cura della propria anima e la relazione autentica con Dio che ci ha creati.

Questa è l’ecologia integrale! Se guardiamo a tutte le direzioni, quella “orizzontale” verso i nostri fratelli e sorelle e verso le altre creature, quella “verticale” verso Dio che ha creato tutto, e quella “interiore” verso la nostra anima, allora ci rendiamo conto meglio come tutta la nostra vita quotidiana abbia bisogno di uno sguardo ecologico. Non solo il termostato di casa! Per questo sosteniamo con grande forza la conversione ecologica nei suoi tre livelli: il livello interiore di conversione spirituale, perché quando si educa il cuore siamo certi che il cambiamento è duraturo; il secondo livello, di vita quotidiana e di stile di vita; e infine il terzo livello, globale, cercando di cambiare il paradigma tecnocratico, soprattutto in relazione all’industria dei combustibili fossili. Siamo molto impegnati, in questo versante, a coinvolgere la comunità cattolica mondiale, a partire dalle diocesi, dagli ordini religiosi, a disinvestire dai combustibili fossili.

Sarà necessaria una unione di forze e una unità di contribuzioni». La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria” (L.S. 219). Camminiamo insieme, con passo sinodale. Questo è lo stile del Movimento Laudato Si’, nella consapevolezza che la conversione ecologica non può mai essere un privilegio di pochi, ma va vissuta e condivisa insieme a una comunità. Per questo riteniamo molto importante il contributo che, ogni giorno, possono dare i Circoli Laudato Si’, che si impegnano nella preghiera, negli stili di vita e in azioni profetiche. Grazie agli Animatori e ai Circoli possiamo promuovere delle iniziative di conversione ecologica, soprattutto nei momenti forti dell’anno, come nella Quaresima. Quest’anno, per esempio, ha avuto una grande eco l’iniziativa del “digiuno dal gas” (rilanciato da Vatican News, Avvenire, Diocesi Assisi e Famiglia Cristiana), attraverso il quale, alla preghiera per la pace abbiamo potuto affiancare anche un digiuno dai combustibili fossili, che in molte aree del pianeta sono strettamente legati all'industria delle armi.

Ogni impegno richiede un sacrificio. Questo impegno può accompagnare, lungo il tempo, le 52 settimane di tutto l’anno. Ma la cosa più importante è mantenere sempre uno sguardo “integrale”, che ci consenta di rendere più bello tutto il Pianeta che abitiamo, dagli ecosistemi ai ghiacciai, dalle metropoli ai villaggi di campagna, dal nostro quartiere alla nostra casa, dalla nostra stanza al nostro cuore.


Articolo di: Antonio Caschetto
Movimento Laudato Si’

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