Educazione alla fede per i GIOVANI

Il giovane prende sempre più coscienza di sé e degli altri. Percependo la realtà circostante, costruisce un concetto positivo di sé. Il confronto, mentre lo stimola alla identificazione dei tratti e delle caratteristiche della sua personalità, lo pone nella condizione di cogliere il valore del rapporto con gli altri...

Educazione alla fede per i GIOVANI

AREA DELL'IDENTITÀ PERSONALE

Esprimere la propria identità con relazioni mature nei confronti degli altri e dell'ambiente operando scelte stabilizzate e significative.

La meta intende sottolineare alcuni elementi che sembrano rilevanti in una educazione integrale:

- acquisire una consapevolezza sempre più profonda dell'identità, come centro unificante delle proprie esperienze di vita;

- instaurare relazioni mature nei confronti degli altri e dell'ambiente;

- attuare scelte personali nel contesto sociale ed ecclesiale.

Con tale meta si intende porre in rilievo innanzi tutto l'urgenza che il giovane acquisisca una consapevolezza sempre più profonda della propria identità.

Questo significa:

- valutare criticamente soluzioni, messaggi ed esperienze;

- ricercare le motivazioni e il senso del proprio agire e del proprio essere;

- accettare con sano realismo la propria persona, valorizzandone i doni e accogliendone i limiti;

- organizzare in unità le esperienze in base a conoscenze, valori e ideali ispirati al Vangelo.

In secondo luogo il giovane ricerca un dialogo continuo con gli altri e con l'ambiente.

Questo avviene:

- nell'accogliere gli altri come si presentano;

- nell'accettare modi di pensare e di agire diversi;

- nella disponibilità al confronto, manifestando i propri convincimenti;

- nella volontà di superare barriere e pregiudizi;

- nel desiderio sincero di collaborazione e solidarietà.

Tutto ciò porta ad instaurare relazioni mature con gli altri e con l'ambiente, come esito del cammino compiuto.

Infine il giovane elabora e attua gradualmente il progetto di vita personale, che diviene espressione della consapevolezza personale e della volontà di rispondere alle esigenze e urgenze della comunità.

1. Dalla dispersione delle esperienze e dalla molteplicità dei rapporti comuni, all'organizzazione in unità della persona, secondo criteri di senso e di valore.

La comune esperienza odierna è di dispersione in tante attività, di frantumazione sociale, di fragilità personale. Una tale situazione culturale, sentita in modo particolare dai giovani, fa appello alla necessità di organizzare la vita in unitarietà. Solo la ricerca di senso può far convergere la propria vita attorno ad alcuni nuclei fondamentali di valori.

La persona del giovane si organizza così attorno ad un centro che illumina di senso le molteplici esperienze.

Il Vangelo, come criterio ultimo, ispira la ricerca per far cogliere in profondità il mistero della propria vita.

2. Dall'unità della persona alla presa di coscienza di sé e degli altri nella quotidiana esperienza del limite.

In questo cammino di unificazione attorno al senso dell'esistenza, il giovane prende sempre più coscienza di sé e degli altri. Percependo la realtà circostante, costruisce un concetto positivo di sé. Il confronto, mentre lo stimola alla identificazione dei tratti e delle caratteristiche della sua personalità, lo pone nella condizione di cogliere il valore del rapporto con gli altri e con l'ambiente: mentre si scopre ricco di doni e capace di «sognare» e progettare la propria vita, coglie anche in sé e negli altri il senso del limite e della fragilità che lo pongono nella condizione del «povero» che invoca.

3. Dalla presa di coscienza al sentirsi responsabile di sé, degli altri, dell'ambiente.

Nel dialogo con gli altri e con l'ambiente elabora ideali, valori, modelli di vita e una visione dell'uomo e della società. La assunzione della propria identità, divenuta più chiara e definita, lo porta inoltre ad avvertire la necessità di dare ragione e rispondere con adeguatezza delle proprie azioni.

Si fa carico delle esigenze degli altri e sa assumere i rischi di un cammino verso il futuro.

4. Dal sentirsi responsabile all'effettuare scelte stabilizzate e significative.

In un contesto nel quale sono possibili scelte molteplici e i modelli di vita sono i più diversi, il giovane attua risposte congruenti ai propri ideali e al suo sistema di valori.

Supera le difficoltà che gli giungono dal dover essere talvolta «segno di contraddizione», e va oltre la provvisorietà, facendo scelte significative e durature, fino a giungere a opzioni fondamentali che orientano la sua vita quotidiana in tutte le sue espressioni.  

 

AREA DELL'INCONTRO CON GESÙ CRISTO

Vivere la sequela di Gesù Cristo, nella fede e nella assunzione della causa del Regno.

La meta vuole portare il giovane ad avere coscienza sempre maggiore che l'incontro personale con Gesù Cristo si fa «determinante» per la propria vita;

- aprirsi al mistero di Dio che viene rivelato da Gesù come il Dio che si fa presente e operante nella storia dell'umanità in cammino verso la pienezza della vita;

- impegnarsi nella sequela di Gesù che introduce nella «vita nuova» e che coinvolge nella causa del Regno di Dio.

Il nucleo centrale di questa area consiste nell'incontrare Gesù, il Signore della vita, con sempre maggiore disponibilità da parte del giovane.

Tale incontro presenta alcuni elementi essenziali:

- Vivere in comunione con il Signore. L'amicizia si fa sempre più profonda da diventare comunione di ideali e di vita. Gesù diventa il punto di riferimento nel valutare, nel giudicare, nell'agire.

In altri termini, nella vita di tutti i giorni.

L'incontro viene celebrato intensamente nel dialogo della preghiera e nei segni sacramentali.

Nell'incontro con Gesù, I'uomo perfetto, anche il giovane matura in umanità e si fa più uomo (cf GS).

- Aprirsi al mistero di Dio.

Gesù rivela il volto di Dio che è Padre.

Il giovane lo riconosce presente come buono e misericordioso nella sua vita e operante nella storia per condurre l'umanità a «salvezza».

- Impegnarsi nella sequela di Gesù.

Seguire Gesù significa «fare la volontà del Padre».

Come Lui aprirsi alla voce dello Spirito per essere disponibile a realizzare il disegno di Dio, affinché «tutti abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza».

Nell'aderire a Lui il giovane fa proprio lo stile di vita di Gesù, sperimenta la «vita nuova» come dono ed è coinvolto nell'attuazione del Regno di Dio.

1. Dalla superficialità e distrazione all'interrogarsi sulla vita e sul mistero di Dio.

Uno dei rischi della società odierna è quello di «lasciarsi vivere» e affrontare l'esistenza nell'accumulo di esperienze superficiali e di quanto è «marginale» nella vita. Ma ogni esistenza presenta dei germi che rivelano il mistero dell'uomo e portano ad interrogarsi sul senso delle cose e sul significato della vita.

Aprendosi alla ricerca del senso delle proprie esperienze ed eventi storici, emerge il desiderio di interrogarsi su Dio e di addentrarsi nel suo mistero.

2. Dall'interrogarsi all'interesse e all'incontro con Gesù Cristo in una comunità che narra la sua storia.

La cultura odierna fa incontrare il giovane, in qualche modo, con l'evento cristiano. La risposta alle sue attese la trova nel messaggio di Gesù Cristo, che si manifesta come il Signore della vita nella trama degli avvenimenti quotidiani, caricando di senso le esperienze. Il Signore Gesù diviene così «l'altro» con cui confrontarsi per orientare la propria vita.

3. Dall'interesse e dall'incontro alla comunione con Gesù Cristo, che parla di Dio e chiama all'incontro con Lui.

L'incontro con Cristo porta ad un rapporto sempre più profondo e sentito di comunione con Lui, vissuto nella preghiera, nell'ascolto della sua Parola, nella condivisione del cuore, nell'apertura agli altri.

È in Cristo che Dio svela il suo mistero.

La bontà del Padre che si interessa dei figli e la fraternità degli uomini in Cristo costituiscono elementi fondamentali per la comunione dello Spirito Santo .

4. Dalla comunione all'assunzione della causa del Regno.

La vera comunione con Cristo apre all'assunzione della sua causa. Il Padre lo ha mandato per annunziare ai poveri il messaggio dell'Evangelo: «Il Regno di Dio è tra voi».

Il vangelo delle Beatitudini costituisce il centro propulsore della vita del giovane, e lo spinge a testimoniare Cristo e ad annunciarlo agli altri giovani, specialmente i più poveri.

 

AREA DELL'APPARTENENZA ECCLESIALE

Partecipare in modo attivo e responsabile nella comunità ecclesiale dentro la comunità degli uomini. 

In questa area la meta intende orientare il giovane verso una appartenenza sempre più consapevole e una partecipazione attiva e responsabile nella comunità.

Ciò implica:

- condividere con la comunità ideali, valori, progetti nella logica del dialogo°;

- costruire comunità come sacramento di salvezza;

- celebrare i sacramenti come festa del Regno che si realizza.

Per raggiungere la meta occorre in primo luogo che il giovane si senta parte viva della comunità, ecclesiale e civile, e con altri ricerchi ideali e valori comuni nel dialogo e nel confronto.

Attento ai segni dei tempi, che provengono dalla cultura in cui è immerso, il giovane cammina e cresce con la comunità degli uomini, accogliendone i valori e le sfide. Valuta criticamente la cultura del tempo e offre il proprio contributo per la promozione dell'uomo e della società.

In secondo luogo, occorre che il giovane sia guidato a fare esperienza di Chiesa nella comunità cristiana, parte viva della Chiesa locale e universale.

Nel comune ascolto della Parola, nelle celebrazioni liturgiche e nella preghiera, nella carità, in comunione con i Pastori, la comunità si manifesta sacramento di salvezza per la comunità degli uomini.

Il giovane è così chiamato a dare testimonianza della propria fede, speranza e carità.

La vita quotidiana, nelle sue molteplici vicende di gioia e di dolore, di fatica e di riposo, di successo e di fallimento, di slanci generosi e di ripiegamenti, trova nella celebrazione dei sacramenti, fonte e culmine della vita cristiana, il suo senso più profondo.

La vita, così celebrata, diviene manifestazione della festa del Regno, che si realizza «qui e ora)>, come anticipazione della festa senza fine.

Infine il giovane è chiamato a dare il suo apporto attivo e responsabile nella comunità, aprendosi alle istanze della società civile ed ecclesiale. Egli è guidato a sentirsi ed essere protagonista nella comunità, mettendo in comune i doni e la competenza e assumendo con responsabilità i compiti che gli sono affidati. Cammina con gli altri nella corresponsabilità per la costruzione di una Chiesa sempre più fedele al Signore e di una società sempre più giusta e umana.

In questa esperienza comunitaria egli guarda a Maria come modello di vita cristiana.

1. Dalla molteplicità delle aggregazioni al senso di appartenenza a una comunità giovanile.

La società odierna presenta una molteplicità di gruppi e di aggregazioni, come risposta ai più diversi interessi e bisogni. I giovani, inseriti in questo contesto, vivono in genere una pluralità di appartenenze, che rischia di disarticolare l'identità della persona.

Diviene allora necessario educare al senso di appartenenza alla comunità giovanile, di cui fa parte, perché percepisca il valore della partecipazione, solidarietà e corresponsabilità. Nella comunità il giovane impara a dialogare e confrontarsi con altri gruppi, ad aprirsi alla realtà più vasta del territorio di cui fa parte, e ad inserirsi nella comunità che narra la sua storia.

2. Dal senso di appartenenza alla condivisione di ideali e valori con la comunità cristiana dentro la comunità degli uomini.

Al giorno d'oggi non risulta facile per il giovane accogliere e condividere ideali e valori che non siano frutto di cammino personale.

Gli è necessario avere una comunità di riferimento in cui maturare le sue scelte.

In questo è aiutato dalla comunità giovanile, che gli propone valori e ideali cristiani in un progetto organico, frutto di un cammino che essa ha compiuto e che trae i suoi fondamenti dal Vangelo e dalla tradizione.

La comunità giovanile vive questo progetto nel contesto più ampio della comunità cristiana locale, che a sua volta è partecipe della più ampia comunità degli uomini, che offre la sua storia, le sue tradizioni, le sue istituzioni.

3. Dalla condivisione alla costruzione della comunità ecclesiale, come sacramento di salvezza per tutti.

In genere si rischia di delegare la costruzione della comunità a pochi, vivendo passivamente l'evolversi degli eventi. La comunità cristiana è chiamata nella sua totalità a essere segno della presenza di Dio che salva, facendosi carico del rammarico comune nella testimonianza personale e comunitaria. La Chiesa, missionaria per tutti gli uomini, ha nella comunità locale il luogo privilegiato per essere fermento di Vangelo nella comunità degli uomini e per farsi «prossimo» nella carità e nel servizio per gli altri.

Nello spirito del buon samaritano, lo sguardo privilegiato va verso i bisognosi, e la comunità nel suo camminare scandisce il suo ritmo nell'attenzione agli ultimi.

4. Dalla costruzione alla celebrazione comunitaria della vita nei segni della fede.

Sono difficili oggi le possibilità di celebrare la vita nei suoi segni quotidiani. I momenti di incontro e di festa collettiva si ritrovano talvolta banalizzati e nel segno del consumismo. Il loro senso è offuscato dalla mancanza di valori quali la gratuità, la gioia, la solidarietà.

Il Vangelo, di fronte agli eventi della vita quotidiana, in quanto Parola di Dio si offre come criterio di discernimento e illumina il loro significato.

Alcune esperienze quotidiane, quali la solidarietà, il perdono, la condivisione, il sacrificio, la testimonianza, I'amore, I'infermità, nella celebrazione dei sacramenti trovano il loro senso più profondo e la fonte della vita.

I sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia offrono infatti risorse di valore inestimabile per l'educazione alla conversione del cuore e allo spirito di servizio nella comunità.

5. Dalla celebrazione alla partecipazione attiva e responsabile.

Esito del cammino è quello di un impegno attivo e personale per la vita del gruppo e della comunità, svolgendo il proprio compito con spirito di servizio.

Il giovane così partecipa attivamente alla elaborazione e attuazione del progetto educativo-pastorale: attento e sensibile ai segni dei tempi e alle esigenze della comunità civile, il giovane si rende disponibile e competente per inserirsi responsabilmente negli organi di partecipazione, sia nell'ambito ecclesiale che civile.

In questo modo si rende corresponsabile come laico impegnato nella edificazione della comunità ecclesiale e della sua missione, e facendo riferimento ai suoi Pastori. Con generosità e spirito di sacrificio, è disposto a pagare di persona, sorretto dalla speranza nella costruzione della città terrena attendendo la città celeste.

Maria è in questo cammino un modello di vita cristiana.

- «Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore» (Lc 2,51).

È la dimensione contemplativa della vita in cui il giovane si riconosce immerso nel mistero di Dio e della Chiesa.

- «Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria...» (Atti 1,14).

È la dimensione della condivisione e della solidarietà nella comunità dei credenti, pronti alla missione.

- «Stavano presso la croce di Gesù sua madre...» (Cv 19,25).

È la dimensione della maternità di Maria, aiuto di ogni cristiano, e della chiamata a cooperare per la salvezza degli uomini.

 

AREA DELLA VITA COME VOCAZIONE

Assumere la propria vita come vocazione e tradurla in un progetto personale perché tutti abbiano la vita.

Quest'ultima meta evidenzia l'esigenza che il giovane sia orientato a - riconoscere di essere un chiamato per svolgere una missione personale  nella Chiesa e nella società;

- rispondere con fiducia e scegliere con coraggio e generosità;

- vivere con senso profetico la proposta di vita a cui Dio chiama;

- attuare con coerenza etica la propria professione e il proprio ministero.

Di fronte al problema vocazionale, il giovane sia invitato a percorrere un cammino che consta di questi momenti.

- Riconosce di essere un chiamato.

Coglie la propria vita come dono, è cosciente dei propri doni, è attento agli appelli e alle esigenze della comunità, per scoprire a quale missione il Signore lo chiama. Si mette dalla parte della vita per servirla e promuoverla.

- Risponde con fiducia e sceglie.

Accoglie le sollecitazioni per dare una risposta personale e, tra le varie proposte, sia nell'ambito ecclesiale che sociale, decide per il suo progetto di vita.

- Vive con senso profetico.

Consapevole di essere al servizio del Dio della vita e del contributo originale che è chiamato a dare, il giovane si impegna con creatività, audacia, passione e slancio giovanile per realizzare la propria vocazione.

- Attua con coerenza.

Di fronte alla fragilità del valore della vita, il giovane, forte dei propri convincimenti, giudica e agisce secondo i criteri del Vangelo.

1. Dalla ricerca e dal riconoscimento del senso per la propria vita alla passione per la vita.

Il giovane constata in sé e negli uomini la ricerca di un senso per la vita. Le risposte sono le più diverse e talvolta contraddittorie tra di loro. Per il cristiano la vita è un dono da riconoscere e accogliere. Attraverso gli avvenimenti dell'esistenza il giovane è chiamato a coglierne il senso e a riconoscerla come «vocazione».

Questo significa accoglierla, apprezzarla, svilupparla, promuoverla fino alla sua pienezza.

Tale passione per la vita impegna ad accrescerla in tutte le sue espressioni e a far sì che tutti possano «avere la vita».

2. Dalla passione per la vita alla disponibilità del dono di sé.

La risposta al dono della vita si fa impegno personale nella disponibilità al dono di sé.

Sull'esempio di Gesù Cristo, il giovane sviluppa questa disponibilità in atteggiamenti di generosità e di gratuità, in una compromissione personale memore del Vangelo che afferma «Non chi dice: Signore, Signore, ma chi fa la volontà del Padre mio...».

È pronto anche al sacrificio, specie nel ricercare e sviluppare rapporti personali sinceri e rispettosi verso tutti, ma specialmente nei confronti di persone dell'altro sesso, maturando uno stile di vita ispirato alla purezza evangelica, contro ogni forma di edonismo. Nello spirito delle Beatitudini vive con quella gioia e fiducia che solo da Dio provengono per realizzazione e il possesso del Regno.

3. Dalla disponibilità al confronto con le molteplici vocazioni.

La disponibilità di sé che si fa servizio si concretizza in una scelta di vita e in un compito da svolgere nella società e nella Chiesa.

S. Paolo ricorda che molti sono i carismi e i ministeri che concorrono nella costruzione del Corpo di Cristo. Così nella comunità degli uomini, molteplici sono i compiti e le funzioni. Il giovane scopre gli appelli e le proposte della vita che gli stanno attorno, riconosce i talenti che il Signore gli ha dato e le ispirazioni dello Spirito, e così si apre a una risposta concreta e generosa.

Affronta con coraggio le molteplici situazioni che la vita personale e l'ambiente gli prospettano.

Con serietà offre disponibilità per conoscere, valutare e apprezzare le possibili diverse scelte vocazionali.

4. Dal confronto alla scelta del proprio progetto di vita.

Nel discernimento e nella preghiera inizia un cammino per la scelta definitiva del proprio progetto di vita.

Per facilitare la scelta, trova un aiuto nella guida spirituale e un sostegno nella comunità. Tale scelta del progetto, cominciando a realizzarsi nei momenti quotidiani, si rivela gradualmente e va definendosi sempre meglio. In questo modo il proprio progetto di vita diventa espressione esistenziale della chiamata del Signore.

Con spirito di iniziativa e di intraprendenza e sorretto dalla fede nel Signore «che solo dà forza», il giovane intraprende una scelta, capace anche di incamminarsi su vie finora meno comuni (ad esempio, l'impegno nel sociale-politico, nel volontariato, ecc.).

5. Dalla scelta alla progressiva attuazione della vocazione.

Il giovane trova il coraggio di attuare progressivamente il proprio progetto, traducendolo nelle scelte corrispondenti.

La fedeltà del Signore che chiama è motivo di fedeltà nel rispondere, affrontando con fiducia le difficoltà che si incontrano.

Pur vivendo su questa terra, ma non appartenendo ad essa, il giovane affronta con ottimismo le quotidiane esperienze e, sorretto dalla propria fede, con coerente determinazione si fa annunciatore del vangelo nelle diverse condizioni di vita.

Nella progressiva attuazione della personale vocazione, il giovane percepisce di camminare in compagnia di tanti altri credenti, con carismi e vocazioni diverse, ma per un'unica vocazione universale alla santità.

 

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