Un bambino o un ragazzo, cosiddetto indomabile, non ha bisogno di essere sedato con qualche medicina, come invece sempre più spesso avviene. Ha bisogno che sia raccolto il suo appello...
del 14 gennaio 2019
Un bambino o un ragazzo, cosiddetto indomabile, non ha bisogno di essere sedato con qualche medicina, come invece sempre più spesso avviene. Ha bisogno che sia raccolto il suo appello...
Siamo spettatori di un disagio, di una sofferenza che in famiglia, a scuola e intorno a noi aumenta di giorno in giorno. Alla sofferenza contribuisce non poco il tracollo del principio di autorità. Gli alunni e gli insegnanti, i figli e i genitori si ritrovano a vivere (a volte anche a teorizzare) relazioni simmetriche, dove non è scontato a priori chi è l'autorità e chi obbedisce, chi si prende cura e chi si affida o chiede cura. Relazioni simmetriche che, nella migliore delle ipotesi, trovano un esito positivo dopo estenuanti ‘trattative contrattuali’.
“I genitori fanno fatica ad assumersi la responsabilità dell'ultima parola – afferma lo psicoterapeuta Tonino Solarino – e in nome del rispetto della libertà individuale si sentono in obbligo di giustificare le loro proposte e le loro richieste. Richieste che i figli possono accettare o meno in un rapporto, appunto, paritario e senza regole. Ci sono genitori che chiedono approvazione persino a bambini molto piccoli, dimenticando l'età e i bisogni che essi hanno. Si meravigliano di non riuscire a convincerli ad accettare "razionalmente" i limiti che si vogliono dare. Sono sempre di più i genitori che vengono a chiedere consiglio su cosa fare con i loro bambini piccoli descritti come tiranni indomabili. Sono genitori che hanno paura di entrare in conflitto, che spesso hanno troppo bisogno di essere approvati, poiché insicuri su quello che è bene”. La difficoltà a contenere lascia i bambini e i ragazzi in preda alle proprie pulsioni, alle proprie agitazioni, alle proprie ansie. Un bambino o un ragazzo, cosiddetto indomabile, non ha bisogno di essere sedato con qualche medicina, come invece sempre più spesso avviene. Ha bisogno che sia raccolto il suo appello: "C’è un adulto capace di contenermi? Ne sto cercando disperatamente uno!". “È chiaro che via via che crescono è utile l'arte del negoziare – aggiunge Solarino - ed è sano aggiornare i sì e i no, ma la delegittimazione dell'autorità e la definizione dei rapporti educativi come simmetrici non aiutano a diventare adulti davvero liberi e responsabili. Si apre piuttosto la strada alla ‘legge della giungla’, a personalità autoritarie, confuse, narcisistiche. Sull'altare della simmetria e della libertà individuale come unico ed esclusivo valore di riferimento i figli e gli allievi (e domani i cittadini) assumono il ruolo di clienti che accettano o rifiutano ciò che l'adulto si sforza di vendere e di contrattare con loro. E quando la strategia della vendita, della seduzione, fallisce il rischio é la forza che diventa violenza o l'assenza che diventa abbandono”. Recuperare e legittimare l’autorità degli educatori, recuperare asimmetria, è la sfida grande che abbiamo davanti. “Siamo consapevoli – dice la docente Rosaria Perricone - che nel recente passato l'autorità e l'asimmetria sono stati, spesso, vissuti all'insegna del potere arbitrario. La sfida educativa è vivere un’autorità asimmetrica nutrita da mentalità relazionale, capace di lasciarsi raggiungere dai bisogni dell'altro, in sintonia con l'età e con quello che gli occhi dei figli e degli studenti ci restituiscono. L'autorità vissuta con sensibilità relazionale è l'ancoraggio da condividere e a cui educarci insieme, genitori e docenti”
Marco Pappalardo
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