Egitto: il momento più difficile da secoli per i cristiani

“I cristiani vengono uccisi sotto gli occhi dei media internazionali, la polizia non interviene e nessuno viene punito”. “Gli egiziani sono spesso dissuasi dall'intrattenere alcun tipo di relazione commerciale con i cristiani, che, in molti casi, sono stati costretti a chiudere o a cedere le proprie attività”.

Egitto: il momento pi√π difficile da secoli per i cristiani

da Attualità

del 03 novembre 2011 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

 

           “I cristiani in Egitto stanno vivendo il momento più difficile degli ultimi secoli”. Lo ha dichiarato parlando con l'organizzazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) il vescovo copto-ortodosso della diocesi di Beba, monsignor Stephanos.          “I cristiani vengono uccisi sotto gli occhi dei media internazionali, la polizia non interviene e nessuno viene punito”, così ha spiegato con amarezza il presule, che durante una visita alla sede internazionale della nota organizzazione ha voluto ricordare il numero crescente di attacchi contro luoghi di culto nel più grande Paese arabo. Nel corso degli ultimi mesi, varie chiese sono infatti state rase al suolo o andate distrutte in Egitto.          L'esponente copto ha denunciato anche i tentativi da parte dei media ed organi di informazione di insabbiare o oscurare tali eventi. “Fortunatamente alcuni video girati durante le manifestazioni del 9 ottobre, e trasmessi da alcune emittenti gestite dalla Chiesa copta, sono riusciti ad aver una certa eco internazionale e, per una volta, gli episodi di violenza sono stati ben documentati”, così ha continuato il presule.          Secondo mons. Stephanos, i media egiziani incentivano la discriminazione, che soffre la comunità copta nel Paese. “I tentativi di escludere i cristiani sono innumerevoli. Ad esempio gli annunci lavorativi richiedono espressamente donne che indossino il velo”, ha ricordato il vescovo. “Gli egiziani sono spesso dissuasi dall’intrattenere alcun tipo di relazione commerciale con i cristiani che, in molti casi, sono stati costretti a chiudere o a cedere le proprie attività”, così ha proseguito.          Per il vescovo copto-ortodosso, il martirio fa parte del patrimonio genetico dei copti sin dagli esordi del cristianesimo. Ciononostante, i copti – così ha affermato – non solo continuano a guardare alla Chiesa “come ad una madre”, ma inoltre “sono sempre pronti a sostenere la loro Chiesa e la loro nazione senza alcuna esitazione”.          Mons. Stephanos si è dichiarato comunque molto scettico sull'esito delle elezioni programmate per domenica 6 novembre. “Il futuro non appare affatto roseo, anche se i copti - considerata la loro forza numerica - possono giocare un ruolo decisivo”, ha ribadito. Secondo i dati di ACS, i cristiani sono oggi circa 12 milioni (in maggioranza copto-ortodossi) su una popolazione totale di 76 milioni di abitanti.

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