Amare significa esattamente avere il coraggio di dire: “mi dispiace”, avere il coraggio di chiedere perdono. E questo vale per qualsiasi coppia, sia per una coppia di sposi sia per una coppia di amici e perfino nel nostro rapporto con Dio.
Nel 1971 ebbe un clamoroso successo "Love Story" di Erich Segal, un romanzo e film che all'epoca trovai insopportabilmente sdolcinato e che francamente non consiglio a nessuno (sebbene rileggendolo nella maturità mi farebbe forse un altro effetto). Questo romanzo divenne famoso soprattutto per una frase: "amare significa non dover mai dire mi dispiace".
Durante una delle mie storie adolescenziali la mia lei di allora in una lite mi sparò addosso questa sentenza terribile, seppellendomi nel senso di colpa. Oggi, dopo aver accompagnato centinaia di coppie al matrimonio, dopo migliaia di ore di colloqui con coppie in crisi, posso dire che quella frase è una boiata pazzesca (per citare il celebre Fantozzi).
È esattamente il contrario! Amare significa proprio avere il coraggio di dire "mi dispiace". E questo vale per qualsiasi coppia, sia per una coppia di sposi sia per una coppia di amici e perfino nel nostro rapporto con Dio.
Premesso che è impossibile non farsi del male a vicenda, visto che abbiamo tutti il peccato originale, e quindi anche il più puro degli amori non può sfuggire alla legge, enunciata da S. Exupery: "Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai. Certo che ce ne faremo. Ma questa è la condizione stessa dell'esistenza. Farsi primavera, significa accettare il rischio dell'inverno. Farsi presenza, significa accettare il rischio dell'assenza." Premesso questo, amare significa esattamente avere il coraggio di dire: "mi dispiace", avere il coraggio di chiedere perdono.
Infatti avrò la forza e l'umiltà di chiedere perdono solo sulla base di una stima infinita per l'altra persona, solo se credo veramente nella sua capacità di perdonare e di amare al di là e al di sopra della ferita che il mio comportamento ha provocato. Per questo è così facile fuggire, per questo è così facile rompere, perché solo chi crede all'amore può credere al perdono.
Sì, bisogna amare molto per perdonare e bisogna credere all'amore per chiedere perdono, occorre che entrambi nella coppia siano disposti a fare una cosa nuova, non solo a ricominciare, ma proprio a fare un passo avanti nel rapporto che rende tutto diverso: chi chiede perdono fa un atto di umiltà radicale, perché non sa se sarà perdonato o no (questo è un presupposto del pentimento autentico) e quindi mette tutta la sua vita nelle mani dell'altro, chi perdona invece supera se stesso e il proprio egoismo, affermando che tiene all'altro più che alla propria integrità, al proprio dolore, alla ferita ricevuta. Per questo il perdono è una festa, perché non si limita a ristabilire la situazione precedente tra i due, ma fa crescere immensamente il rapporto nella consapevolezza e nella profondità.
Per questo due amici o due sposi se non si sono mai detti l'un l'altro "mi dispiace" non si amano davvero, per questo nel nostro rapporto con Dio finché non ci inginocchiamo e chiediamo perdono siamo a malapena all'anticamera.
Don Fabio Bartoli
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