Esortazione apostolica “Ecclesia in Medio Oriente”

L'Esortazione apostolica Post-sinodale “Ecclesia in Medio Oriente” di Benedetto XVI raccoglie quanto emerso dal Sinodo speciale per il Medio Oriente, svoltosi in Vaticano nell'ottobre 2010 e dedicato al tema della comunione e testimonianza.

Esortazione apostolica “Ecclesia in Medio Oriente”

Il testo completo dell'Esortazione "Ecclesia in Medio Oriente" puoi leggerla e scaricarla qui   Sui contenuti del documento pontificio, ecco una sintesi preparata da Radio Vaticana. Un appello accorato e vibrante a tutto il Medio Oriente perché viva in pace, non dimentichi le proprie radici e guardi al futuro con speranza e dinamismo: le pagine dell’Esortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente racchiudono tutto questo ed esprimono l’attenzione pastorale che Benedetto XVI ha per la regione, soprattutto in un momento di impressionante attualità. Suddivisa in tre parti, più un’introduzione ed una conclusione, il documento guarda anzitutto al contesto mediorientale, un mosaico che richiede uno sforzo notevole per rafforzare la testimonianza cristiana: essenziale, quindi, sia l’unità ecumenica - intesa non come confusione, ma come riconoscimento e rispetto reciproco tra le Chiese di antica tradizione e le comunità ecclesiali più recenti – sia il dialogo interreligioso con ebrei e musulmani che, come i cristiani, credono in un unico Dio. Condannando, poi, qualsiasi atto di intolleranza, discriminazione, emarginazione o persecuzione giustificato in nome della religione, l’Esortazione ricorda che la presenza dei cristiani in Medio Oriente non è casuale, ma storica e che essi hanno contribuito alla formazione della cultura locale. I cattolici, in particolare, hanno il diritto ed il dovere di partecipare alla vita civile della regione e non devono essere considerati cittadini di serie B. Di qui, il richiamo forte che il Papa lancia alla tutela della libertà religiosa – somma di tutte le libertà, sacra e inalienabile – che include la possibilità di scegliere il proprio Credo e di manifestarlo pubblicamente, senza rischiare la vita. Poi, Benedetto XVI si sofferma su due nuove realtà: la laicità e il fondamentalismo. In forma estrema, la laicità diventa secolarismo e pretende di negare ai cittadini l’espressione pubblica della religione, lasciando allo Stato il monopolio assoluto nel settore. Vissuta in modo sano, invece, la laicità implica distinzione e collaborazione tra politica e religione, nel rispetto reciproco. Quanto al fondamentalismo religioso, esso cresce anche a causa del clima attuale di incertezza socio-politica ed alla scarsa comprensione della religione, mirando alla presa di potere sulla coscienza delle persone. Per questo, il Papa chiede a tutti i responsabili religiosi del Medio Oriente di sradicare questo fenomeno, minaccia mortale per tutti i credenti.           L’Esortazione affronta, quindi, la cruciale questione dell’esodo dei cristiani dai Paesi della regione: disperati, vittime di conflitti, umiliati, sono costretti ad emigrare, nonostante abbiano costruito le loro patrie nel corso dei secoli. Ma il Papa mette in guardia: un Medio Oriente senza o con pochi cristiani non è più Medio Oriente. Di qui, l’invito ai politici affinché non trasformino la regione in una realtà monocroma ed un appello ai Pastori perché aiutino i fedeli in diaspora. Più ‘tecnico’ nella sua seconda parte, il testo si rivolge ad alcune delle principali categorie che costituiscono la Chiesa cattolica: patriarchi, vescovi, sacerdoti, seminaristi, consacrati. A tutti loro viene ricordata l’importanza dell’unità con il Vescovo di Roma, dell’annuncio coraggioso del Vangelo, della gestione corretta dei beni ecclesiali, della testimonianza di una vita irreprensibile, del riferimento alla Parola di Dio. Il Papa richiama poi il valore sia del celibato, dono di Dio alla Chiesa, sia del ministero dei preti sposati, antica tradizione orientale. Anche i laici, membri della Chiesa grazie al battesimo, sono invitati ad essere audaci nella causa di Cristo, promuovendo la libertà religiosa ed il rispetto della dignità della persona. Un paragrafo a parte è poi dedicato alla famiglia: per essa, Benedetto XVI chiede sostegno nei problemi e nelle difficoltà e ricorda che si tratta di un’istituzione divina, fondata sul sacramento indissolubile del matrimonio tra uomo e donna. “L’amore coniugale è il progetto paziente di tutta una vita”, scrive il Pontefice: di fronte ai modelli contrari al Vangelo veicolati da una certa cultura contemporanea, allora, la famiglia ritorni alla sua identità più profonda, per essere davvero Chiesa domestica, maestra di preghiera, vivaio di vocazioni, scuola di valori etici, cellula fondante della società. Ed al suo interno, la donna sia alla pari dell’uomo e non sia discriminata, perché tali atti offendono Dio stesso. Il pensiero di Benedetto XVI va poi ai giovani: esortati a non aver paura o vergogna di essere cristiani e a coltivare l’amicizia con Gesù, vengono anche invitati a guardare alla modernità con saggezza, senza farsi sedurre dal materialismo o dall’uso indiscriminato di certi social network che distruggono le vere relazioni umane. Inoltre, il Papa chiede a genitori, educatori e istituzioni la tutela dei diritti dei minori sin dal concepimento. La terza parte dell’Esortazione la si potrebbe definire ‘dottrinale’: il Papa raccomanda infatti una vera pastorale biblica per dissipare pregiudizi o idee errate, e sottolinea l’importanza della liturgia il cui rinnovamento – dove necessario – deve essere fondato sulla Parola di Dio. Essenziale poi il richiamo al battesimo, che permette la comunione e la solidarietà, e ai sacramenti del perdono e della riconciliazione, per promuovere iniziative di pace anche in mezzo alle persecuzioni. Il documento, poi, ricorda che l’evangelizzazione è una missione essenziale della Chiesa e che quindi anche i cattolici del Medio Oriente devono rinnovare il loro spirito missionario, sfida quanto mai urgente in un contesto multiculturale e pluri-religioso. Un forte stimolo, in questo senso, potrà derivare dall’Anno della fede. E ancora: il Papa si sofferma sulla carità e ricorda che, sull’esempio di Cristo, la Chiesa deve farsi vicina ai più deboli, agli emarginati, ai sofferenti, ai poveri. Un ringraziamento particolare viene poi rivolto a tutti coloro che operano in modo straordinario nei centri educativi, nelle scuole, nelle università cattoliche poiché dimostrano che c’è, in Medio Oriente, la possibilità di vivere nel rispetto e nella collaborazione, attraverso l’educazione alla tolleranza. L’Esortazione presenta, inoltre, alcune proposte concrete, come una traduzione comune del Padre Nostro nelle lingue locali della regione; l’indizione di un Anno Biblico, seguito da una Settimana annuale della Bibbia; lo sviluppo delle nuove forme di comunicazione, essenziali per l’evangelizzazione; un accordo ecumenico sul riconoscimento del battesimo tra la Chiesa cattolica e le altre Chiese con cui è in dialogo teologico. Infine, il Papa chiede libero acceso, senza restrizioni, per i fedeli che si recano in pellegrinaggio ai Luoghi Santi. Nelle ultime pagine del testo, Benedetto XVI torna ad invocare la pace legata alla giustizia, e non solo come assenza di guerra. Politici e religiosi devono fare il possibile per eliminare le cause delle sofferenze di tutti coloro che vivono in Medio Oriente, mentre i cristiani devono dare testimonianza di Cristo uniti e con coraggio. Perché si tratta di una testimonianza non facile, ma esaltante.

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