È l'Olimpiade delle azzurre, con 124 selezionate, 16 delle quali sposate e 8 mamme. «Mi sento come una molla che deve arrivare dappertutto senza rompersi ‚Äì sorride ‚Äì fra la spesa, le malattie dei bimbi e altri loro impegni, per fortuna mio marito è paziente. Quando i bambini erano piccolissimi, scoccavo frecce tra colazione e pannolini. Mi alzo ogni mattina alle 6.15 per il primo allenamento».
È l’Olimpiade delle azzurre, con 124 selezionate (il 43% della spedizione), 16 delle quali sposate e 8 mamme. La meno giovane è la canoista Josefa Idem, 47 anni e 9 mesi, con l’ottava partecipazione eguaglia Piero e Raimondo d’Inzeo, i fratelli romani dell’equitazione, nelle prime due però era in acqua per la Germania Ovest e vinse il bronzo a Los Angeles ’84. «Dopo il titolo conquistato a Sydney, nel 2000 – ricorda la Idem – fu mio figlio Janek a chiedermi di non smettere. Adesso ha 17 anni e gioca a tennis. Quattro anni più tardi arrivai all’argento, ad Atene, appena 15 mesi dopo il parto di Jonas». "Sefi" è una supermamma; ha una mezza idea di eguagliare il primato del velista austriaco Hubert Raudaschl, 9 Olimpiadi, dal ’64 al ’96: «E non è detto che mi ritiri appena tagliato il traguardo...».
L’arciera Natalia Valeeva è alla sesta presenza, come la velista Alessandra Sensini, pure 42enne: si presentò 20 anni fa con il bronzo di Barcellona, dall’edizione australiana rappresenta l’Italia. Di origine moldava, risiede a Modena, dove ha sposato il collega Roberto Cocchi, che le ha dato il figlio Stefano, 12 anni, e le gemelle Sofia e Victoria, 6. «Mi sento come una molla che deve arrivare dappertutto senza rompersi – sorride – fra la spesa, le malattie dei bimbi e altri loro impegni, per fortuna mio marito è paziente. Ho un giardino molto grande: quando i bambini erano piccolissimi, scoccavo frecce tra colazione e pannolini. Mi alzo ogni mattina alle 6.15 per il primo allenamento». Con la squadra femminile, si presenta da campionessa del mondo, grazie al titolo conquistato l’anno scorso a Torino. «Lo sport ha cambiato il mio destino – continua la Valeeva – avrei dovuto sposarmi giovanissima e fare la sarta al mio paese, Tîrnauca, ma non era quanto desideravo: la passione per il tiro mi diede la forza di resistere alle pressioni di mia madre, conobbi mio marito a una gara internazionale, così oggi sono una donna realizzata». Mamma è pure la portabandiera Valentina Vezzali, 38 anni, 5 ori, un argento e un bronzo, considerando pure il fioretto a squadre. «A Londra ci sarà la mia famiglia – spiega la fiorettista alla quinta presenza a cinque cerchi – elemento per me imprescindibile». Ovvero mamma Enrica Beneventi, reggiana di Quattro Castella, e il marito Mimmo Giugliano, 39enne calciatore di Avellino, difensore centrale nell’ultima stagione in promozione marchigiana, alla Castelfrettese, 21ª squadra della carriera. «Per la prima volta – racconta Valentina – ci sarà anche mio figlio Pietro: nel 2008 aveva tre anni, non poteva sostenere il viaggio a Pechino. A Londra sono convinta che avvertirò l’influsso positivo anche del suo tifo per me». Nel volley l’Italia insegue la prima semifinale olimpica con le regine dei muri, mamme entrambe. Jenny Barazza, 31 anni, e Simona Gioli, ligure che fra due mesi compirà 35 anni. Dieci club in carriera, le ultime esperienze a Mosca, in Siberia, e ora in Turchia. «Simona mamma fast and furious» è lo striscione che l’ha accompagnata per anni. Ha sposato Vincenzo, avvocato penalista di Perugia, dove vinse tutto. «Nel 2006 – ricorda Gioli – sono diventata mamma di Gabriele. Recuperai in fretta la condizione, al punto che l’anno successivo, in Lussemburgo, ero in campo per il titolo continentale». Tre sono le mamme olimpiche dell’atletica, con la sorpresa della maratoneta Valeria Straneo, 36 anni, di Alessandria, emersa solo nel marzo 2011. Ha due figli: Leonardo, 6 anni, e Arianna, 4. «Con loro – spiega – non è facile trovare il tempo per dedicarsi alle gare. Sino a un anno e mezzo fa lavoravo a tempo determinato in un asilo nido, come educatrice, poi ho rifiutato l’incarico per avere più tempo per la famiglia e i due allenamenti al giorno». Nadia Ejjafini è nata a Rabat, 34 anni, ha corso per Marocco, Francia e Bahrein (gareggiò per il paese asiatico nel 2004, all’Olimpiade di Atene), è azzurra dal 2011 e disputerà 5 e 10mila. «Nel 2006 – ricorda – cercavo casa, a Biella. Mi affidai a un agente immobiliare, Andrea, e l’anno dopo ci siamo sposati, poi nel 2009 sono diventata cittadina italiana. Mia figlia Sara compirà 2 anni il 7 agosto, nel giorno della mia batteria dei 5mila». Nadia non è da medaglia, a differenza della marciatrice Elisa Rigaudo. Ma a prescindere, queste 8 mamme italiane sono già sul podio. Dei sentimenti.
Vanni Zagnoli
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