«Gli stupidi impressionano, non foss'altro che per il numero».

Pubblichiamo una riflessione di una delle persone che ha seguito da vicino la corversione di Magdi Allam. «Che la Chiesa non sia del mondo, siamo tutti d'accordo, ma che non sia nemmeno nel mondo: questo poi no. Che l'adesione a Cristo sia un fatto personale, d'accordo ma che sia un fatto privato, cari miei cristiani della domenica proprio assolutamente no».

«Gli stupidi impressionano, non foss’altro che per il numero».

da Attualità

del 27 marzo 2008

Scrisse Bernanos: «Gli stupidi impressionano, non foss’altro che per il numero». È purtroppo la constatazione amara che si prova leggendo fiumi di inutili parole lungo le colonne di molti quotidiani. Leggo di gente che non prova “eccitazione” alcuna di fronte al “passaggio di campo (sic) di Magdi Allam dalle schiere dell’Islam a quelle cristiane”. Si parla di spot pubblicitario e di sbandieramento di una conversione e si definisce la sofferta lettera di Magdi sul “Corriere della Sera”, una “lunga esternazione nella quale è difficile trovare i segni di quella luce divina che l’avrebbero spinto al grande passo”! Scusate, ma non si può tacere di fronte a chi si permette di giocare a dadi con la vita altrui soltanto per virtuosismi e schieramenti!

Io sono cattolica, sono fiera di appartenere a una chiesa che è quella del grande Ambrogio, del grande Agostino, delle grandi monache come Santa Brigida di Svezia, Santa Caterina da Siena fino a santi Martiri giornalisti come Massimiliano Kolbe, Edith Stein e Tito Bandsma. I quali grazie a Dio non hanno mai considerato la loro fede, né la loro conversione come un “evento intimistico che conduce a una conquista (sic) maturata per sé e non per gli altri”.

Forse chi si esprime così non ha mai sentito parlare dei primi secoli della Cristianità, dei martiri di ogni tempo e di ogni latitudine che non hanno mai vissuto la loro fede come un evento intimistico e per sé. Forse ci siamo dimenticati che la fede si matura dentro una comunità cristiana e che proprio perché la fede è pubblica e deve avere una visibilità certi sacramenti devono essere vissuti nella pienezza e nella trasparenza di una vita consona a ciò che si professa.

Che la Chiesa non sia del mondo, siamo tutti d’accordo, ma che non sia nemmeno nel mondo: questo poi no. Che l’adesione a Cristo sia un fatto personale, d’accordo ma che sia un fatto privato, cari miei cristiani della domenica proprio assolutamente no. Nessuna fede è un fatto privato, nemmeno quella mussulmana da quel che mi risulta.

Inoltre questi giornalisti forse non sanno leggere il giornale, forse non si sono accorti di come l’“esternazione” di Magdi sul Corriere della Sera sia stata impaginata. Forse non hanno capito la discrezione di una lettera che il vice direttore (in forma, appunto, personale) scrive al Direttore del Corriere. E certamente non sanno, come so io, quanto sia stata coordinata e decisa la modalità con cui dare la notizia e non certo da un Allam desideroso di far mostra di sé.

Chi ha visto Magdi in azione, chi lo conosce nel quotidiano o chi semplicemente lo ha potuto osservare mentre accosta le persone, o firma i suoi libri, sa come egli sia lontano da ogni celebrazione trionfalistica di sé e di come tratti con la stessa profondità e cura la donnetta pensionata e l’uomo pubblico altolocato. Chi lo conosce capirà, senza certo bisogno di questa mia replica, quanto queste espressioni siano meschine e tese a screditare un evento che forse, dovrebbe smuovere le loro coscienze. Ma che dico? Forse è proprio così: certo chiacchiericcio si leva proprio perché le coscienze sono smosse e occorre metterle a tacere.

 

LEGGI LA LETTERA DI MAGDI ALLAM E VEDI IL VIDEO

 

sr Maria Gloria Riva

http://www.culturacattolica.it

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