Il 29 agosto 1880 si tiene a Nizza l'assemblea elettiva del Consiglio generale. Don Bosco non può partecipare e delega don Cagliero a presiedere l'adunanza che si svolge in Chiesa. Madre Mazzarello è rieletta all'unanimità! Il 1881 si apre con grandi preoccupazioni per il declino della salute di madre Mazzarello.
Il fattivo e personale interesse di don Bosco per il nostro Istituto, negli ultimi anni della vita di Maria D. Mazzarello, si esprime attraverso particolari eventi:
la decisione di trasferire la prima comunità delle FMA da Mornese a Nizza Monferrato “dopo lunghe e difficili pratiche”. Don Bosco acquista l’antico convento “Nostra Signora delle Grazie” e prevede un nuovo sviluppo dell’Istituto FMA e delle opere educative. La partenza del primo gruppo delle missionarie per l’Uruguay (11 novembre 1877); l’adunanza speciale delle direttrici e delle Consigliere generali per riflettere sulla realtà delle comunità e sulla formazione delle FMA (agosto 1878); l’edizione a stampa delle prime Costituzioni con la prefazione di don Bosco datata 8 dicembre 1879. Il testo della Regola venne consegnato alle FMA a Nizza il 3 settembre 1879; i primi Esercizi spirituali a Nizza presieduti da don Bosco (21-27 agosto 1879).
A questi ultimi furono presenti quasi 100 laiche, ma la casa non era ancora in grado di ospitare tante persone. A don Cagliero, che faceva notare che la casa non era pronta, don Bosco rispose: «Sta’ tranquillo, vedrai che la Madre saprà aggiustarsi. È Mazzarello, e ha a sua disposizione non solo i mezzi, ma anche i mezzarelli, in tale circostanza! » (Cron. III 69).
Don Bosco scrive in quei giorni alla contessa Gabriella Corsi compiaciuto nel costatare il clima della casa: «Era uno spettacolo indescrivibile il mirare la devozione, la pietà, l’allegria che in tutte traspariva» (Lettera 27 agosto 1879).
Criteri per le nuove fondazioni e prospettive missionarie
Dopo la Pasqua 1879, madre Mazzarello incontra don Bosco a Torino, gli parla delle FMA e da Lui viene informata sulle suore che si trovano a Nice e a La Navarre in Francia. Condivide con la Madre i progetti sulla casa di St. Cyr-sur-Mer che dovrà essere un orfanotrofio femminile e ripete: «Sarà un semenzaio di vocazioni, che un giorno popoleranno tutte quelle colline circostanti». In merito alle proposte di nuove fondazioni in Piemonte, don Bosco aggiunge: «Per adesso va bene accettare gli asili infantili che vi affidano; ma ci sia sempre la condizione di potervi svolgere anche l’oratorio festivo e un laboratorio per le ragazze del popolo» (Cron. III 32).
Il 10 maggio 1880 la Madre è a Torino per incontrare don Bosco al ritorno dalla Francia. La confortano le parole rassicuranti: «Le FMA lavorano, accontentano e si fanno sante». Il 15 agosto 1880 don Bosco giunge a Nizza per gli Esercizi spirituali delle signore. Dopo l’accoglienza festosa con canti e discorsi, sussurra all’orecchio della Madre: «Se avessi avuto qualche fetta di polenta sarei stato contento: ho preso una tazza di caffè stamattina alle 4 e sento il digiuno… ». Don Bosco – commenta madre Mazzarello - ha più bisogno del pranzo che della festa! (cf Cron. III 226-227).
Il 29 agosto 1880 si tiene a Nizza l’assemblea elettiva del Consiglio generale. Don Bosco non può partecipare e delega don Cagliero a presiedere l’adunanza che si svolge in Chiesa. Le elettrici sono 18; (cf Cron. III 238- 239). Madre Mazzarello è rieletta all’unanimità! Il Verbale è approvato e ratificato da don Bosco di suo pugno. Egli riafferma la fiducia in madre Mazzarello ed evidenzia l’orizzonte missionario dell’Istituto.
Gli ultimi mesi della Madre e l’apologo “profetico” di don Bosco
Il 1881 si apre con grandi preoccupazioni per il declino della salute di madre Mazzarello. Eppure il mese di gennaio è quello in cui scrive più lettere: ce ne restano 11 indirizzate alle missionarie o ad altre suore. Sono come il suo testamento!
Il 20 gennaio accompagna le missionarie a Torino per la funzione di addio. Le raggiunge poi a Sampierdarena il 1° febbraio e con loro fa il viaggio sulla nave fino a Marseille (2-4 febbraio).
Il 5 giunge in quella casa anche don Bosco che incontra la Madre e si intrattiene a lungo con lei, quindi la invita ad andare a St. Cyr-sur-Mer a riposarsi. Il 17 marzo la febbre pare darle una tregua e perciò madre Mazzarello va a visitare le sue figlie nelle case di La Navarre e di Nice. Una breve sosta e l’ultimo incontro con don Bosco. La Madre gli riferisce delle sue visite, delle sue impressioni e dei suoi timori e con semplicità gli chiede: “Padre, guarirò del tutto?”. E don Bosco racconta in tono affabile il noto apologo: «Un giorno la morte si presentò a un convento dicendo alla portinaia di seguirla. “Non posso”, rispose questa “non essendoci un’altra che mi sostituisca nel mio ufficio”.
La morte allora entrò liberamente nel convento, invitando a seguirla quante andava incontrando al suo passaggio: maestre, studenti… e perfino la cuciniera; ma ricevette da tutte la stessa risposta: “Abbiamo ancora molte cose da sbrigare”.
“Bene! – disse la morte – andiamo dalla superiora!”. Anche da lei non ebbe che una filza di buone ragioni per una proroga. La morte, però, tenne duro: “La superiora deve preceder tutte col buon esempio, sia pure nel viaggio per l’eternità. Andiamo, dunque!” E la superiora, abbassando il capo, se ne andò» (Cron. III 354-355). L’apologo non poteva essere più chiaro: madre Mazzarello lo capì e si preparò a passare all’altra riva; ormai non era lontana, mancava poco più di un mese: il 14 maggio 1881.
Piera Cavaglià
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