Ed ecco, dal fondo della strada avanza lentamente un gruppo giovani, ragazzi e bambini: sono tanti, vestiti di rosso e azzurro, e i loro volti sono radiosi. Sulle spalle trasportano due oggetti, su cui si concentrano gli occhi di tutti i presenti mentre scende un silenzio carico di emozione: sono l'Icona della Vergine e la Croce.
del 30 agosto 2011
 
Il viaggio della croce
Un giorno speciale…           È una domenica mattina di ottobre, l’aria frizzante dell’alba fa presagire una bella giornata autunnale: il sole sta sorgendo su Segovia, nel cuore della Spagna. Le strade sono deserte, ma nelle case cominciano i preparativi, l’eccitazione è palpabile. Nel corso della giornata una gran folla comincia a radunarsi ai piedi dell’acquedotto, uno dei monumenti più significativi del passaggio dei romani nella Penisola Iberica. Nell’aria c’è senso di attesa. Ed ecco, dal fondo della strada avanza lentamente un gruppo giovani, ragazzi e bambini: sono tanti, vestiti di rosso e azzurro, e i loro volti sono radiosi. Sulle spalle trasportano due oggetti, su cui si concentrano gli occhi di tutti i presenti mentre scende un silenzio carico di emozione: sono l’Icona della Vergine e la Croce.  La croce dei giovani           Come ricorda il Santo Padre Benedetto XVI, è la croce la vera protagonista di ogni Giornata Mondiale della Gioventù: la “Croce dei giovani”, con cui tutto ha avuto inizio; la “Croce Pellegrina”, che dal 1984, sempre accompagnata dai giovani, ha portato in tutto il mondo il suo messaggio di gioia, comunione e amore. Voluta da Papa Giovanni Paolo II in occasione dell’Anno Santo straordinario della Redenzione (1983-1984), e affidata poi ai Giovani del Centro Internazionale San Lorenzo a Roma, questa croce semplicissima di quasi quattro metri d’altezza è diventata con gli anni segno di unione e di speranza per tutti i cristiani.Oggi, e in questi mesi che precedono la Giornata Mondiale della Gioventù, sono le diocesi spagnole ad avere la possibilità di accogliere la Croce, di portarla di regione in regione, di paese in paese; in attesa che i giovani di tutto il mondo possano contemplarla a Madrid, di fianco all’altare.  TestimonianzeToronto 2002, XVII GMG           “Questa Croce ha avuto un effetto incredibile in tutte le nazioni che ha visitato. Me ne sono accorto con una chiarezza particolare durante la cerimonia nella quale abbiamo ricevuto la Croce dagli Italiani: erano commossi, piangevano perché costava loro separarsene. Noi, a nostra volta, piangevamo di gioia, perché sapevamo di ricevere un simbolo potente, che avrebbe lasciato un segno indelebile nel nostro Paese.” Madrid 2011, XXVI GMG “Ho aiutato a portare la croce a Yecla (Murcia).Mi sento orgogliosa. Anche Cristo mi aiuta tutti i giorni a portare la mia” “Pregare davanti alla Croce della GMG, nella grotta di Covadonga, seguendo la meditazione dell’Arcivescovo Don Jesus Sanz, baciarla… è una grande emozione e un ricordo incancellabile.”  Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede.            Per mettere in luce l’importanza della fede nella vita dei credenti, vorrei soffermarmi su ciascuno dei tre termini che san Paolo utilizza in questa sua espressione: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”. Vi possiamo scorgere tre immagini: “radicato” evoca l’albero e le radici che lo alimentano; “fondato” si riferisce alla costruzione di una casa; “saldo” rimanda alla crescita della forza fisica o morale. […]La prima immagine è quella dell’albero, fermamente piantato al suolo tramite le radici. […] Quali sono le nostre radici? Naturalmente i genitori, la famiglia, la cultura del nostro Paese. […] Il profeta Geremia scrive: “Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato lungo un corso d’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti (Ger 17, 7-8)”. Stendere le radici, per il profeta, significa riporre la propria fiducia in Dio. Da lui attingiamo la nostra vita; senza di Lui non potremmo vivere veramente. […] Gesù stesso si presenta come nostra vita. Perciò la fede cristiana non è solo credere a delle verità, ma è anzitutto una relazione personale con Gesù Cristo, è l’incontro con il Figlio di Dio, che dà a tutta l’esistenza un dinamismo nuovo. […]           Come le radici dell’albero lo tengono saldamente piantato nel terreno, così le fondamenta danno alla casa una stabilità duratura. Mediante la fede noi siamo fondati in Cristo, come una casa è costruita sulle fondamenta. […] Cari amici, costruite la vostra casa sulla roccia, come l’uomo che “ha scavato molto profondo”. Cercate anche voi tutti i giorni di seguire la Parola di Cristo. Sentitelo come il vero Amico con cui condividere il cammino della vostra vita. […] Vi vengono presentate continuamente proposte più facili, ma voi stessi vi accorgete che si rivelano ingannevoli, non vi danno serenità e gioia. Solo la Parola di Dio ci indica la via autentica, solo la fede che ci è stata trasmessa è la luce che illumina il cammino. […] L’esperienza insegna che il mondo senza Dio diventa un “inferno”: prevalgono gli egoismi, le divisioni nelle famiglie, l’odio tra le persone e tra i popoli, la mancanza di amore, di gioia e di speranza. Al contrario, là dove le persone e i popoli accolgono la presenza di Dio, lo adorano nella verità e ascoltano la sua voce, si costruisce concretamente la civiltà dell’amore. […] Noi crediamo fermamente che Gesù Cristo si è offerto sulla Croce per donarci il suo amore; nella sua passione, ha portato le nostre sofferenze, ha preso su di sé i nostri peccati, ci ha ottenuto il perdono e ci ha riconciliati con Dio Padre, aprendoci la via della vita eterna. […]            Cari amici, spesso la Croce ci fa paura perché sembra essere la negazione della vita. In realtà è il contrario! Essa è il “sì” di Dio all’uomo, l’espressione massima del suo amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna. Dunque, non posso che invitarvi ad accogliere la Croce di Gesù, segno dell’amore di dio, come fonte di vita nuova. (Dal Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù 2011)  Anna Baratto
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