Fontanafredda ed Este: due realtà più “piccole” in cui si sviluppa il seme della ricchezza salesiana. La comunità FMA di Fontanafredda è composta da sei suore. Le opere principali della casa sono la Scuola Materna parrocchiale con Asilo Nido integrato e le attività di pastorale giovanile. Invece i salesiani sono arrivati a Este nel 1878 per volontà stessa di d.Bosco.
del 31 agosto 2011
 
Forse non tutti sanno che…
Due realtà più “piccole” in cui si sviluppa il seme della ricchezza salesiana.
Fontanafredda
          La comunità FMA di Fontanafredda è composta da sei suore. Le opere principali della casa sono la Scuola Materna parrocchiale con Asilo Nido integrato e le attività di pastorale giovanile. Abbiamo il coordinamento sia della Scuola Materna di Fontanafredda sia della Scuola Materna di un paese vicino, Vigonovo. Ogni giorno accogliamo quasi 200 bambini che invadono aule e cortili con la loro vivacità e allegria.
          Particolarmente significativo è un gruppo nuovo che si è formato a settembre dell'anno scorso, non ha ancora un nome ma presto lo avrà. E' il gruppo dei giovani del Triennio e oltre che incontriamo ogni venerdì per il cammino formativo. E' un gruppo che raccoglie i ragazzi di Fontanafredda e i ragazzi di Vigonovo. Noi suore salesiane, con i due parroci e alcuni educatori delle due parrocchie, abbiamo pensato ad un cammino comune che faccia convergere tutti i ragazzi e i giovani verso un unico punto di incontro. Sono dei passi concreti per la costruzione di un progetto di Unità Pastorale che prevede la collaborazione stretta di più parrocchie per il coinvolgimento dei ragazzi e dei giovani appartenenti al comune di Fontanafredda. Vorremmo trasmettere ai nostri giovani la certezza che il futuro della Chiesa è la comunione che si costruisce vivendo da protagonisti queste parole di Gesù: “Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola”.
Este
          I salesiani sono arrivati a Este il 10 ottobre del 1878 per volontà stessa di d.Bosco. La villa che ci ospita nel tempo ha cambiato diverse volte la sua configurazione e le sue attività, per rispondere sempre in modo adeguato alle esigenze di formazione dei giovani del territorio.
          Attualmente la comunità salesiana, formata da sette salesiani, è interamente dedicata al centro di formazione professionale. In questi anni particolarmente significativo è il corso di ristorazione che vede coinvolto il numero più alto di ragazzi e ha rilanciato il centro. E’ la realtà che ci dà anche più visibilità: in molti eventi significativi della zona viene richiesto il servizio dei nostri ragazzi.
          E Lo spirito salesiano non va mai in pensione! Così anche chi è anziano mette le proprie energie a servizio della comunità coltivando la campagna per dare frutta e verdura o seguendo la manutenzione della casa con le mille piccole riparazioni che urgono.
 
Due giovani a confronto: Barbara e Damiano.
1)      Qual è il tuo ruolo in oratorio?
La mia realtà salesiana è l’oratorio “Don Bosco” di Fontanafredda. Qui ho iniziato a gironzolare come animatrice del Grest in estate, poi ho continuato animando il cortile il sabato pomeriggio durante l’anno, e da settembre mi hanno affidato un gruppo di dieci ragazzi del biennio.Il mio ruolo qui, aldilà delle varie attività, è cercare di testimoniare nel mio piccolo la bellezza e la gioia di vivere la fede nell’animazione e l’animazione nella fede, perché anche ad altri possa scattare la molla che mi ha messo in movimento ormai quattro anni fa, e che, come cantiamo nell’inno di quest’anno, rende la mia vita più Vita.
Mi chiamo Damiano, ho 22 anni e frequento la realtà salesiana di Este da quasi due anni, ma da settembre 2010 vivo in questa comunità a tutti gli effetti. La giornata comincia presto, alle 6 e 20 con la messa e poi si comincia con gli impegni che ho all’interno del centro Professionale. Faccio l’educatore e organizzo tornei sportivi, animazione, attività di recupero per gli studenti stranieri che non parlano l’italiano e alcune ore di studio assistito per le classi prime.
2)      Cos’è che fin da subito ti ha colpito della figura di don Bosco?
Conosco Don Bosco da quando sono piccola per due motivi: il primo è che ho frequentato l’asilo delle FMA e il secondo è che il giorno del mio compleanno, il 31 gennaio, era sempre anche la festa di un tipo vestito di nero, con lo sguardo penetrante e un sorriso aperto. Anche se condividevamo questo giorno di festa, Don Bosco non l’ho mai incontrato realmente fino all’estate del 2007, quando “galeotto fu” il primo Grest da animatrice. A colpirmi di lui è stato soprattutto l’“invito” a lasciarmi rubare il cuore dai bambini e a fidarmi di me, degli altri e, primo fra tutti, di Dio: Giovanni Bosco e i suoi testimoni mi hanno indicato Gesù che passava accanto a me senza che me ne accorgessi
Non conoscevo molto bene la figura di Don Bosco prima di incontrare questa casa salesiana. Sapevo che faceva parte di una lunga lista di Santi, ma non sapevo bene cosa avesse fatto. Don Pietro, dopo qualche mese che frequentavo la casa salesiana, mi ha regalato un libro che contiene le memorie di questo Santo. La lettura di questo libro mi ha fatto comprendere qual è stato il suo progetto nel mondo, ma soprattutto con quanto amore e con quante energie si è dato per i giovani. Non pensavo potesse esistere una persona che si è spesa così gratuitamente per gli altri dedicando loro tutta la vita. E’ lo stesso spirito che rivivo ogni volta che entro in un’ opera salesiana, dove tutto è a servizio dei giovani.
3)      Un impegno per quest’estate?
Quest’estate sarò impegnata su due fronti “educativi”: gli esami universitari (sono iscritta al primo anno di Scienze dell’educazione a Portogruaro) e l’Estate Ragazzi di Fontanafredda. Quest’anno mi hanno soprannominato il jolly del Grest. La prima volta che me l’hanno detto ci sono rimasta un po’ male, perché tutti avevano dei compiti specifici tranne me; ripensandoci però, il jolly a scala 40 è una carta vincente che può andar bene con tutte le altre carte. Quest’estate allora sarà davvero interessante cercare di mettermi in un atteggiamento di puro servizio, laddove mi sarà chiesto di essere.
4)      Qual è il posto all’interno della casa che in particolar modo ti fa sentire la presenza di don Bosco?
La villa è molto bella e ricca di affreschi, ma il posto che più mi fa pensare alla figura di Don Bosco è proprio la stanza in cui Lui ha soggiornato per tre giorni. Vivere sotto lo stesso tetto dove quasi 140 anni fa ha soggiornato Don Bosco non è una cosa che capita a tutti! Mi fa riflettere sull’unicità che questa casa ha all’interno dell’Ispettoria! Insomma.. è proprio vero che nella botte piccola c’è vino buono!
Giulia Puntel
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