I Simpson sbarcano in Arabia

Il celebre cartone arriva nelle tv arabe ed è subito un successo. Quello dei Simpson comunque non è il primo caso in cui la cultura in qualche modo si piega alle esigenze del marketing...

I Simpson sbarcano in Arabia

da Attualità

del 26 novembre 2005

I Simpson ora parlano anche l’arabo. Il celebre cartone statunitense è sbarcato sugli schermi del Medio Oriente e così, facendo zapping tra i canali arabi, non è difficile scontrarsi nel faccione di Homer che per l’occasione si chiama Omar. La decisione di trasmettere il cartone Usa in Medio Oriente è della tv satellitare Mbc che ha dovuto comunque introdurre delle modifiche alla versione originale per non urtare la sensibilità islamica e i precetti del Corano.

 

Shamshoon. Arrivano gli Shamshoon. Per cominciare è stato il titolo che ha assunto un sapore decisamente più orientale. Il figlioletto scapestrato Bart è diventato Badr e Omar (Homer), sebbene mantenga la sua fisionomia, è costretto a  rinunciare alla birra e agli hot dog che, per la religione islamica, sono alimenti halal, ovvero proibiti. Dimenticati alcool e carne di maiale, Omar in versione mediorientale sorseggia soda, si sazia di panini egiziani e si delizia il palato con i kahk, i biscotti tipici arabi. A dar voce ai personaggi della famiglia Shamshoon hanno pensato alcuni attori egiziani, tra cui spicca il nome di Mohamed Heneidy, il Robert de Niro del Medio Oriente.

 

L’era del satellite. L’emittente araba Mbc ha dato il via alle  proiezioni del celebre cartone lo scorso ottobre, proprio durante il periodo del Ramadan. Sembra che dietro all’analisi di marketing che ha portato alla decisione di introdurre i Simpson nel mondo arabo, ci sia un attento studio sociologico: più del 60 percento della popolazione infatti è rappresentata da giovani ventenni che, con l’avvento dell’era satellitare, sarebbero sempre più incuriositi dalle tendenze occidentali. Sembra infatti che guardare programmi televisivi statunitensi, per molti arabi, sia un modo per evadere dalla quotidianità. Insomma, che si tratti di Oriente o di Occidente, pare che il denominatore sia comune: soddisfare le aspettative dei telespettatori per fare audience. Che il marketing metta tutti d’accordo? Non proprio. Non mancano infatti le reazioni di sdegno e di protesta delle parti più conservatrici del mondo arabo, che trovano libero sfogo su molti blog in internet, dove si condanna la scelta dell’importazione di un cartone tipicamente occidentale. Si tratta del resto di una scelta significativa, specialmente in un Paese come l’Arabia Saudita, da sempre ancorato alle tradizioni e geloso dei propri costumi.

 

Il business si mescola alla cultura. Quello dei Simpson comunque non è il primo caso in cui la cultura in qualche modo si piega alle esigenze del  marketing. Due anni fa infatti, per la gioia delle bambine mediorientali, è arrivata la sorella musulmana della Barbie. Fulla, questo il nome della bambola islamica, ha subito soddisfatto le aspettative della casa di produzione siriana, che per far fronte alle vendite ha dato il via ad una massiccia produzione. Fulla, a differenza della spigliata Barbie bionda, ha gli occhi marroni, è coperta dal chador ed ha con sé il tappeto su cui inginocchiarsi per pregare Allah. 

Raffaella Rogora

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