Tra gli obiettivi, rispondere alla domanda degli studenti di avere «un dialogo sempre più fruttuoso con i docenti» e ritrovare «il solido nesso tra cultura e scienze corrispondendo alla vocazione di essere fonte di cultura vivente», con l'uomo al centro del discorso scientifico. Un nuovo umanesimo, dunque. Con una stretta alleanza tra ragione e fede.
del 26 novembre 2005
 
Hanno viaggiato tutta la notte per vedere il Papa. E alla fine i 1.400 ragazzi partiti da Milano e dalle altre sedi dell'«Università Cattolica ce l'hanno fatta: sono arrivati a Roma in tempo per vedere Benedetto XVI benedire il loro ateneo. Per pregare e cantare. E dire: «È stata un'emozione grandissima».
Inaugurazione dell'ottantacinquesimo anno accademico dell'Università Cattolica. A Roma, davanti a Papa Benedetto XVI (l'ultima inaugurazione «romana» fu nel Duemila con Giovanni Paolo II). È toccato al rettore dell'ateneo, Lorenzo Ornaghi, e all'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, aprire la cerimonia di ieri mattina all'Auditorium della facoltà di Medicina affollato da docenti e da 250 studenti. Tutti gli altri fuori, ad attendere Papa Ratzinger dietro le transenne.
Un intervento, quello di Ornaghi, centrato sulla «visione culturale» dell'Università «di cui abbiamo bisogno, in un'epoca in cui la costruzione del nostro futuro sembra tanto più vanificata quanto più si vanno smarrendo i suoi stessi presupposti fondamentali e quanto più la cultura è in crescente difficoltà nel rispondere alle più autentiche domande sul proprio domani da parte delle singole persone».
Un anno accademico diverso, ha sottolineato il rettore, con nuove sfide. A partire dalla ricerca di spazi, specialmente a Milano «per metterli a disposizione dell'insegnamento e soprattutto della ricerca». Tra gli obiettivi, rispondere alla domanda degli studenti di avere «un dialogo sempre più fruttuoso con i docenti» e ritrovare «il solido nesso tra cultura e scienze corrispondendo alla vocazione di essere fonte di cultura vivente», con l'uomo al centro del discorso scientifico.
Un nuovo umanesimo, dunque. Con una stretta alleanza tra ragione e fede. Lo ha ribadito il cardinale Tettamanzi che ha ricordato il ruolo dell'Istituto di studi superiori Giuseppe Toniolo (l'ente fondatore dell'ateneo di cui l'arcivescovo è presidente) chiamato a sostenere la libertà dell'Università Cattolica - «proprio perché lo collega sempre con la verità e la responsabilità - e ad assicurare la fedeltà alla Chiesa nell'ambito di una cultura cristiana che sa testimoniare la fecondità dell'alleanza tra ragione e fede, tra scienza e sapienza, facendo della ricerca e dell'insegnamento un'espressione di amore» verso l'uomo e la società. Infine un appello al Papa: «Ci illumini sul nostro servizio all'ateneo».
Un grande applauso e poi il discorso di Benedetto XVI. Tra i temi affrontati, il rapporto tra fede e scienza. Con una nuova grande sfida per le Università Cattoliche: «Fare scienza nell'orizzonte di una razionalità diversa da quella oggi ampiamente dominante, secondo una ragione aperta al trascendente, a Dio». Gli applausi, i cori dei ragazzi, l'omaggio delle autorità (presente anche il presidente della provincia di Milano, Filippo Penati), i flash con i telefonini («dobbiamo mandare le foto a casa») e infine la benedizione di Benedetto XVI alla folla. Poi i commenti di una giornata memorabile.
Annachiara Sacchi
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