Alla vigilia dell'Epifania Francesco ha voluto andare di persona a visitare i 120 pazienti per salutarli e consegnare a ciascuno un dono e un sorriso
del 09 gennaio 2018
Alla vigilia dell'Epifania Francesco ha voluto andare di persona a visitare i 120 pazienti per salutarli e consegnare a ciascuno un dono e un sorriso
La fattoria degli animali per qualcuno, un peluche di Topolino per altri. Ognuno, però, ha avuto il suo regalo dell’Epifania. È una visita a sorpresa, come consuetudine nei Venerdì della Misericordia inaugurati durante il Giubileo di due anni fa, quella che oggi pomeriggio papa Francesco ha voluto fare ai piccoli pazienti ricoverati nella sede di Palidoro dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, trenta chilometri a nord di Roma.
È entrato con discrezione in ogni stanza, fermandosi praticamente con tutti i 120 bambini dei reparti. A ognuno ha porto un dono, regalato una carezza e un sorriso, ha chiesto informazioni sul loro stato di salute. Ai genitori, invece, un abbraccio e una parola di conforto per dare forza nel momento della prova e della malattia per la loro famiglia.Il risveglio dal riposino del pomeriggio è stato davvero senza parole per alcuni. Come per Alexandro, due anni e mezzo, rimasto con gli occhi sgranati per alcuni secondi quando Francesco è entrato nella sua stanza poco dopo le 15 mentre lui dormiva. «Proprio in quel momento mio figlio ha aperto gli occhi ed è stato un risveglio unico, che non dimenticherà mai», racconta la mamma, Corina Roman. Alexandro, ricoverato per polmonite, ha fissato più volte quella foto che ritraeva il Papa donata da Bergoglio ai piccoli pazienti insieme ad un rosario, poi è tornato con lo sguardo verso quell’uomo vestito di bianco. E ad un certo punto ha gridato: «È davvero il Papa, è il Papa!». Lì, continua la madre, «ci siamo fatti tutti una risata. Poi Francesco ci ha chiesto come si sentiva il bimbo. È stato un momento molto emozionante e siamo tutti ancora molto colpiti. Ci ricorderemo di lui per sempre». Ora Alexandro tiene quella foto accanto a lui sul cuscino e – dice divertita alla fine Corina – «credo la terrà lì anche stanotte».
Che il Papa visitasse una sede «dove di solito non è mai andato nessuno», è il commento a caldo della presidente dell’ospedale Mariella Enoc, «era un mio grande desiderio». E dopo il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin a dicembre, adesso Bergoglio. «Siamo felici, prosegue, perché questo è un ospedale che merita molto affetto per il servizio che svolge». Quella di oggi «è stata una visita di grande umanità, di tenerezza e dolcezza», in cui Francesco ha verificato come «il suo ospedale tratti casi che altre strutture non vogliono».
E, conclude Enoc, «c’è stata grande delicatezza anche da parte delle famiglie. È stata la visita che lui desiderava, riservata e per i bambini».
Questo è il grazie più bello per chi che si prende cura dei bimbi ammalati, anche se in una sede periferica dell’ospedale vaticano.
La comunità del Bambino Gesù si è presentata al Papa nella sua semplicità, mostrandogli la ricerca scientifica che lì si fa come patrimonio da condividere; l’ospedale come comunità di persone; l’apertura verso il mondo per riuscire a curare anche i bambini delle zone più svantaggiate attraverso gli interventi umanitari.
Ancora non si riprende dalla visita, «unica e inaspettata», Andrea Campana, responsabile medico del reparto di Pediatria multispecialistica di Palidoro. Questa, racconta mentre si lascia andare ai pensieri nel suo studio, «è stata una visita molto discreta. È arrivato in punta di piedi, con quel sorriso finora visto sempre da dietro le transenne». Ha benedetto i bambini, «ha ascoltato e rincuorato i genitori di quelli cronici. E i bimbi con la loro spontaneità hanno fatto il resto». Chi si è lasciato travolgere dal pianto, chi dalla gioia, chi è rimasto immobile per lo stupore. «Sono tante le immagini toccanti – ammette – ma le sue parole è bene rimangano nel ricordo privato con le famiglie. Certo non si è risparmiato davvero».
Alessia Guerrieri
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