A Jesolo l'opera scolpita da artisti di tutto il mondo: dodici gigantesche composizioni che, oltre alla nascita di Gesù, raccontano le guarigioni narrate dai Vangeli.
Monumentale, all’apparenza granitico, indistruttibile. In realtà costruito con il più effimero e impalpabile dei materiali, la sabbia. Anche quest’anno a Jesolo i più abili scultori di sabbia sono giunti da tutto il mondo per dare forma al "Sand Nativity 2021", dodici gigantesche composizioni dedicate al Natale e – in questa edizione particolare – ai miracoli di guarigione compiuti da Cristo: dal servo del centurione alla resurrezione di Lazzaro, dal lebbroso al sordomuto, dall’indemoniato al nato cieco... Dodici capolavori, che solo pochi giorni fa erano altrettanti ammassi informi di sabbia scaricati dai Tir nella centrale piazza Trieste. È lì che gli artisti, selezionati in Europa e in America dal direttore artistico, lo statunitense Richard Varano, hanno scolpito per giorni le mille tonnellate di sabbia dorata, la stessa che in estate rende tanto famoso il litorale adriatico.
Un particolare della Natività, di Susanne Marguerite, David Ducharme e Marielle Heessels - Comune di Jesolo
La storia è affascinante a partire dalla sabbia stessa, nata 25 milioni di anni fa dalle Dolomiti che emersero dal mare, poi nel corso delle ere geologiche i sedimenti marini si compattarono sotto il loro stesso peso e si trasformarono nei Monti Candidi, una roccia unica al mondo per bellezza e colore. La dolòmia nei millenni si sgretolò in ghiaia e viaggiò trasportata dai fiumi fino al mare, diventando sabbia finissima dalle caratteristiche uniche al mondo. «Visti al microscopio, i granelli hanno la forma di triangolini aguzzi estremamente piccoli, che una volta compressi insieme all’acqua si incastrano tra loro marmorizzandosi – spiega Massimo Ambrosin, fin dalla prima edizione del 2002 organizzatore dell’evento –: allo sguardo danno l’impressione di una roccia solida, ma restano sabbia e guai sfidare le leggi della fisica, crollerebbe tutto, gli scultori lo sanno bene».
Altezze ardite, figure imponenti, elementi architettonici e naturalistici, non manca nulla, ma il tutto è tenuto insieme esclusivamente da acqua e abilità artistica, non una sola goccia di colla viene usata. Eppure i grandi quadri resteranno intatti fino al 6 gennaio, quando le ruspe aggrediranno le sculture facendole franare di nuovo in un milione di chili di sabbia, da ripulire e riutilizzare il prossimo Natale.
Titolo della mostra di quest’anno è "I miracoli di sabbia", dedicati alla pandemia e trasformati in preghiera per la salvezza dell’umanità dal Covid. A inaugurare l’opera è stato il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, che l’8 dicembre lo ha benedetto. Era stato proprio il patriarca ad ottenere che il presepe del Papa a Roma nel 2018 fosse la "Sand Nativity" partita da Jesolo a bordo di numerosi Tir e scolpita in piazza San Pietro dagli stessi scultori ingaggiati da Richard Varano (evento cui è dedicato il volume fotografico "Quando Jesolo sa essere grande - il Presepio di sabbia al cospetto del mondo" di Giampaolo Rossi). «La sabbia è qualcosa di evanescente e portentoso», aveva commentato allora Moraglia, «immaginare che per alcune settimane il Mistero eterno vivrà effigiato proprio in miliardi di granelli di sabbia...». Un miracolo d’arte che si ripete anche quest’anno.
Guarisce guarisce l'orecchio tagliato, particolare. Opera di Radovan Zivny - Comune di Jesolo
C’è tutta l’imponenza di Gesù che, severo, guarisce l’orecchio del servo del grande sacerdote, ferito da Pietro durante l’arresto del Messia. C’è la devozione del centurione, che tanto aveva creduto. La pietà per il sordomuto e per il paralitico destano la stessa meraviglia nel pubblico di sabbia, che fa corona ai due scenari, e nel pubblico vero. Un intero scorcio architettonico incornicia la perfezione della "Guarigione dell’emorroissa", impressionante per maestosità e realismo.
La guarigione della suocera di Simone, opera di David Enguerrand - Comune di Jesolo
I drappi e le vesti sembrano vera stoffa nel quadro della "Suocera di Simone" e nel cieco guarito, ma spettacolare è "L’indemoniato" che si contorce negli spasimi mentre i diavoli lo tormentano e Gesù li costringe a una furiosa resa.
I diavoli escono dall'indemoniato, di Charlotte Kostner - Comune di Jesolo
Di sabbia sono anche le bende che coprono le membra deformi del lebbroso. Infine – e qui hanno lavorato non uno ma tre artisti insieme – al centro della piazza c’è la Natività, capace con la sabbia di sprigionare una luce accecante. Tutto ciò che è ritratto attorno alla Sacra Famiglia raggiunge l’apice del virtuosismo descrittivo, dalla paglia che accoglie la neo mamma al manto dell’asino e del bue, dal vello delle pecore ai volti dei Magi, dal volto innamorato e stanco per il parto di Maria, alla paterna devozione di Giuseppe che bacia la mano del neonato.
La perfezione dei particolari nella Natività - Comune di Jesolo
Chiude la serie, eccezionalmente, la scultura dedicata a medici, infermieri e forze dell’ordine che in questi due anni tanto hanno fatto per noi contro la pandemia. E, per la prima volta, c’è anche l’angelo monumentale fatto da Marco Martalar, che si definisce "scultore del legno e artista del bosco", con gli abeti abbattuti dalla tempesta "Vaia": «Anche quei legni arrivano da lassù come la sabbia, è l’incontro tra la montagna e il mare».
Il tributo a medici, infermieri e forze dell'ordine contro la pandemia (Richard Buckle) - Comune di Jesolo
In 18 edizioni (l’anno scorso causa Covid non si è potuto) grazie alle offerte libere dei milioni di visitatori si sono raccolti 750mila euro, interamente devoluti in concrete opere di solidarietà nel mondo povero. Ma per Jesolo il Presepe di Sabbia rappresenta anche un grande investimento sociale: «Una cittadina che viveva solo in estate, ora si risveglia in inverno e attrae un tale numero di visitatori che in quei giorni gli esercenti hanno incassi persino maggiori che nel periodo estivo», commenta il funzionario comunale. Il che in periodo di grande crisi si traduce in posti di lavoro e giovani che "la stagione" la fanno al mare. Il mare d’inverno.
di Lucia Bellaspiga
tratto da avvenire
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