Il Presidente Mattarella al Bearzi di Udine

“In questo tempo difficile è di conforto trovarsi sotto l’immagine rassicurante di Don Bosco”

 

(ANS – Udine) – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha visitato oggi, 29 aprile 2022, l’Istituto Salesiano “G. Bearzi” di Udine, la scuola frequentata da Lorenzo Parelli, il diciottenne che il 21 gennaio scorso perse la vita in un incidente mentre svolgeva l’ultimo giorno di tirocinio in una fabbrica di Lauzacco. Appena giunto presso l’istituto salesiano il Presidente Mattarella si è radunato, privatamente, con la famiglia del giovane Lorenzo, con cui ha parlato per circa mezz’ora in un’aula messa a disposizione dall’Istituto. Successivamente, ha incontrato gli allievi delle scuole elementari e medie e ha visitato i laboratori e le officine dell’istituto salesiano, mostrando vivo interesse per le attività degli allievi. Infine, nella palestra della scuola, ha offerto un toccante intervento su giovani, lavoro e sicurezza, che ha aperto con queste parole: “In questo tempo difficile è di conforto trovarsi sotto l’immagine rassicurante di Don Bosco”.

All’esterno dell’istituto il Presidente della Repubblica è stato accolto con uno striscione riportante la scritta “Benvenuto Presidente”. Intanto, nel cortile della scuola centinaia di studenti, schierati in due ali, sventolavano tricolori e cantavano salutando il Presidente. Ad accogliere Mattarella, tra le varie autorità, si segnalano il Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, il sindaco della città, Pietro Fontanini, l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, e i responsabili dell’istituto salesiano, guidati dal Direttore dell’opera, don Lorenzo Teston.

Una volta entrato nell’istituto, e dopo il colloquio con i genitori di Lorenzo Parelli, Mattarella è stato accompagnato in visita ai locali della scuola, e alcuni giovani gli hanno illustrato i laboratori e le loro attività quotidiane. “Ogni volta c’è un’esperienza nuova, si apprende sempre più e si padroneggia poi magnificamente poi tutto il meccanismo” ha detto il Presidente osservando con ammirazione il lavoro che gli veniva mostrato da Marco, uno degli allievi.

Giunto poi il momento dei discorsi ufficiali, dapprima ha preso la parola il giovane Matteo Lorenzon, amico e collega di corso di Lorenzo Parelli, che ha ricordato il suo compagno di corso prematuramente scomparso richiamandone la competenza nello studio, l’umanità e l’entusiasmo, sia a scuola e, ancor più, nell’esperienza in azienda. “Il bello della nostra scuola – ha affermato il giovane – è che, oltre a studiare in classe per imparare le materie classiche e quelle che riguardano il mestiere, ci permette di imparare usando le mani e lavorando per mettere in pratica quello che leggiamo sui libri, così da farci creare una grandissima passione per quello che facciamo. Passione che aveva anche Lorenzo”.

Sempre il giovane Matteo Lorenzon, dopo aver richiamato i tratti umani e l’impegno del suo amico venuto a mancare, ha concluso: “Caro Presidente, la ringrazio perché, come Don Bosco, porta sempre nel cuore noi giovani”.

Da parte sua il Presidente della Repubblica ha voluto sin da subito esprimere la vicinanza e la partecipazione al dolore dei familiari di Lorenzo, e ha osservato che nel caso di Lorenzo Parelli “è accaduto quel che non può accadere, quel che non deve accadere”.

Poi, dopo aver ricordato che “la sicurezza nei luoghi di lavoro è un diritto” e che “assicurarla è un dovere inderogabile”, ha ribadito che quest’esigenza fondamentale sarà al centro della cerimonia di dopodomani, Primo Maggio, al Quirinale. “Ma quest’anno anticipiamo qui la celebrazione della Giornata del Lavoro, in omaggio a Lorenzo e a tutti coloro che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro, affinché si manifesti con piena chiarezza che non si tratta di una ricorrenza rituale, astratta, ma di un’occasione di richiamo e riflessione concreta sulle condizioni del diritto costituzionale al lavoro”.

Lo sguardo del Presidente si è poi allargato alla dimensione dell’accesso dei giovani al lavoro: “Quando si parla di diritto al lavoro, di diritti del lavoro, di diritti sui posti di lavoro, sovente non sono i giovani al centro delle preoccupazioni. E, quando è così, è un atteggiamento sbagliato… ” ha dichiarato.

Per questo, ha proseguito, “sono apprezzabili i percorsi che accompagnano i giovani ad entrare nel mondo del lavoro”; e ha aggiunto poi che “accorciare la distanza tra giovani e lavoro è condizione indispensabile di sviluppo e di sostenibilità per l’intero Paese, tanto più in presenza di una crisi demografica che ha ridotto in notevole misura la presenza dei giovani nelle comunità”.

Non è mancato, in tal senso, un apprezzamento esplicito all’istituto salesiano: “Esperienze come questa in cui ci troviamo, il Bearzi, sono uno strumento di forte contrasto alla dispersione scolastica e, sovente, sollecitano il raggiungimento di un titolo di studio secondario superiore”.

Pensando poi delle tante sfide attuali – dalla guerra in Europa alla ripresa post-pandemia, alla transizione ecologica – Mattarella ha osservato che “i giovani chiedono scelte lungimiranti, cui è necessario corrispondere”. Ha evidenziato il valore fondante del lavoro, alla base della Costituzione Italiana e del bene comune, e ha ribadito che “L’Italia ha dimostrato nei mesi passati di possedere le qualità morali per non lasciarsi confondere, per non lasciarsi distrarre dal proprio cammino e dai propri valori”.

Infine, a ragazzi, docenti e a tutti i presenti, ha augurato: “Buon lavoro per l’oggi. Buona preparazione per il lavoro di domani”.

 

 


Tratto da infoans.org

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