Questa preghiera è in uso nella cristianità da quasi 6 secoli (non l'ha inventata la Madonna!). Innumerevoli persone l'hanno amata: saranno stati tutti sciocchi o cattivi cristiani?
1- COSA PENSI DEL ROSARIO?
Ho chiesto a degli amici, in maggioranza giovani, un parere sul Rosario: mi sono arrivate tante risposte. Ne ho scelte alcune a favore e altre contro questo tipo di preghiera. Probabilmente ti ritroverai tra le righe di queste testimonianze; in ogni caso sei sollecitato/a a dare una tua risposta.
... nel sottofondo delle <<Ave Maria>>
“Il Rosario è per me la preghiera che meglio di ogni altra accoglie e ricuce la frammentarietà del mio vivere quotidiano, riconducendolo alla sua fonte e al suo senso.
È la via più sicura per superare la superficialità e gli egoismi di cui sono così spesso intrise le aspettative, le azioni, gli incontri della mia giornata. E tutto questo è possibile perché nel sottofondo delle “Ave Maria”, nei riquadri dei misteri riscopro l’esistenza di Qualcuno che mi ha voluto e mi vuole bene cose nessun altro; ecco allora che quello che mi è accaduto o mi accadrà nella giornata appare in una luce nuova, cambia l’animo con cui accosto le persone e le cose; spesso riscopro in elle il senso del dono, della gratuità, colgo possibilità prima insperate” (Vittorio, 23 anni)
La mia <<camera di decompressione>>
“Sono convinto che un Rosario detto bene sia l’esperienza più quotidiana, più spicciola e pratica di conversione che sia possibile fare. Il Rosario è la mia ‘camera di decompressione’, l’unica forma di preghiera che mi è realmente possibile quando sono sulle ali dell’entusiasmo per qualcosa andato bene o al contrario sono in crisi depressiva per le troppe cose andate male” (Paolo, 20 anni)
Il barometro della mia vita quotidiana
“E’ il mio ‘punto di incontro’ con le persone che hanno popolato la mia giornata, magari per la prima volta o anche di quelle che credevo di incontrare e non ho incontrato, con quelle in difficoltà e con quelle in forma, insomma con tutte le persone che il Signore mi mette accanto, per le quali ringrazio, imploro la sua grazia, cerco di offrire almeno qualcosa di me. Il Rosario è un po’ il motore e il barometro della mia vita quotidiana” (Chiara, 18 anni)
Adatto sempre!
“Un grossissimo pregio del Rosario è che qualsiasi momento della giornata (e moltissimi luoghi) può essere adatto: va bene al mattino recitato in prospettiva, magari andando all’università; va bene nel mezzo di una giornata, servendo a mettere ordine; o ancora alla sera tirando le somme; va bene in treno o in autobus, imparando a guardare la folla anonima che mi circonda, come singole entità personali, per ciascuna delle quali il Signore ha fatto e sta facendo ciò che i misteri ci illustrano; va benissimo in famiglia come nelle comunità parrocchiali, col gruppo di amici in una camminata in montagna o con il compagno di camera...” (Maurizio, 21 anni)
Quando desidero fare chiarezza dentro di me
“Il Rosario non è la mia preghiera abituale, ma la mia preghiera importante. Quando desidero fare chiarezza dentro di me, revisionarmi, confrontarmi, scelgo questa preghiera. La scelgo sempre prima del sacramento della Riconciliazione, perché entra nel mio concreto. Mi lascio prendere per mano da Maria e, mistero dopo mister, rivolgo il mio pensiero a Cristo” (una giovane mamma)
“Uno dei luoghi dove preferisco rivolgermi a Maria con questa preghiera è la strada. Potrà sembrare strano, ma è un luogo meraviglioso in quanto la mente è completamente libera da pensieri e quindi può rivolgersi a Lei. Mi piace recitare il Rosario pensando alle persone che mi sono vicine. Ogni Ave Maria è dedicata ad un amico, alle situazioni che in quel momento sta vivendo, al problema che lo affligge, alla gioia di cui è ricolmo... In questo senso il Rosario non è affatto ripetitivo perché ogni persona è diversa dall’altra ed è un modo stupendo per ricordare a me, ma soprattutto a Maria, gli amici che tanta parte hanno nella mia vita. “ (Manuela, 22 anni)
“Ho scoperto il Rosario come preghiera contemplativa. Infatti mi è di grandissimo aiuto nella preghiera di adorazione, nei momenti in cui mi vince la distrazione o la stanchezza. Il guardare a Cristo Eucarestia dona solennità alla semplicità del Rosario e l’affiancare anche la lettura della Parola è un modo per rendere più profonda la meditazione” (Anna, 18 anni)
... mentre aspettavo Sara
“Fino a qualche tempo fa non mi piaceva recitare il Rosario; l’ho sempre sentito dire ad una velocità supersonica, molto spesso sotto voce, durante la Messa e questo mi infastidiva alquanto.
Ho riscoperto il Rosario quando aspettavo Sara: era bello ripetere le Ave Maria con una mano sul pancione, pensando a come Maria aveva vissuto la sua gravidanza, a come si era preparata alla nascita di Gesù. Il Rosario mi aiutava a sentirmi vicino alla Madonna, lei che come mamma mi capiva, sapeva placare le mie paure, sapeva sognare con me. L’ho invocata nel momento del travaglio e poi del parto e da allora mi piace recitare il Rosario intero, quando riesco, oppure ripetere le Ave Maria mentre lavoro in casa e Sara dorme.
Credo che ogni mamma oggi non può fare a meno del Rosario: abbiamo bisogno di avere vicino la Mamma per eccellenza; dobbiamo affidare a lei i nostri bimbi, dobbiamo sentirla vicino e partecipe nell’educazione e nella crescita dei nostri figli. Mi piace affidare a lei i malati, i sofferenti, quelli che sono soli, i bimbi senza mamma e papà, tutti quelli che hanno bisogno di essere amati: ecco le intenzioni che metto ad ogni decina” (Claudia)
Una noia, una perdita di tempo senza senso!
“Non riesco a cogliere il senso del Rosario: mi pare una cantilena monotona e noiosa, adatta forse per le persone anziane!” (Monica, 19 anni)
“Che barba 50 Ave Maria infilzate una dopo l’altra! Da piccolo ogni tanto lo dicevo in famiglia: oggi non lo recito più, eccetto la sera dei Defunti. Ti assicuro che è una vera ‘lagna’!” (Claudio, 22 anni)
“Gesù nel Vangelo dice: ‘Quando pregate, non fate tante parole!’ Il Rosario è un continuo parlare con una formula fissa (l’Ave Maria) ripetuta 50 volte. Come la mettiamo con l’ammonimento del Vangelo?” (Marisa, 20 anni)
“Sta diventando una moda mettersi al dito un anello con la forma di una minicorona del Rosario. I dieci punti sulla circonferenza segnano le 10 Ave Maria di ogni ‘mistero’; anche delle mie compagni lo portano, ma non so se lo dicono veramente. In ogni caso per me è solo un mucchio di parole; una perdita di tempo insomma” (M. Teresa, 20 anni)
“Ho sempre abbinato il Rosario all’immagine delle vecchiette che si incontrano a volte nelle chiese: curve sul banco con in mano una corona, intente a biascicare una Ave Maria dopo l’altra, senza farci troppo caso! È insomma qualcosa che va bene per le persone anziane, gente che non sa più come occupare il tempo. Non credo che un giovane ‘sano’ possa perdere tempo nel ripetere una stessa formula per 50 volte! Dicono che sia stata la Madonna ad avere inventato il Rosario. Non vorrei sembrare irriverente, ma certo che c’è poca fantasia in tutta questa faccenda!” (Saverio, 21 anni)
“Mi dà fastidio vedere la corona del Rosario appesa sullo specchietto di tante macchine. Mi sembra un amuleto, un portafortuna. Che differenza fa tra la corona e il ferro di cavallo o un paio di cornetti rossi? Ancora una volta ci si ricorda di Dio o della Madonna solo quando ci sono pericoli o rischi...” (Carlo, 21 anni)
COSA DICE LA CHIESA?
Da sei secoli
Premettiamo una semplice considerazione. Questa preghiera è in uso nella cristianità da quasi 6 secoli (non l’ha inventata la Madonna!). innumerevoli persone l’hanno amata: saranno stati tutti sciocchi o cattivi cristiani? Quando si conoscono tante persone, della cui serietà cristiana non si può dubitare e si vede quale importanza ha preso nella loro vita il Rosario, si diventa prudenti nel giudicarlo... Alcuni nomi recenti: Papa Giovanni (che era solito recitare tutto il Rosario ogni giorno), Padre Pio, Madre Teresa, il beato Bartolo Longo, che a Pompei divenne l’apostolo del Rosario! Tutti questi Santi e altri ancora hanno trovato nel Rosario un’autentica via di santificazione.
“Il Rosario, se ben capito nella sua vera essenza e nelle sue varie forme, è una preghiera che lascia uno spazio illimitato alla creatività personale. La sequenza della Ave lascia una piena libertà di riflessioni semplici e profonde, dalle quali sgorgano infiniti modi di lode e di implorazione. La recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e un indugio pensoso, che favoriscano la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il cuore di Colei che al Signore fu più vicina” (Paolo VI)
“Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità. ... il nostro cuore può racchiudere in queste decine del Rosario tutti i fatti che compongono la vita dell’individuo, della famiglia, della nazione, della Chiesa e dell’umanità. Così la semplice preghiera del Rosario batte il ritmo della vita umana” (n.2)*
Con questa toccante confidenza si apre il recente dono di Giovanni Paolo II che è stata la Lettera Apostolica sul Rosario. Non tutti avranno la possibilità di leggere tutto il documento: ne citerò di tanto in tanto i punti salienti. Continua il Papa:
“Ma il motivo più importante per riproporre con forza la pratica del Rosario è il fatto che esse costituisce un mezza validissimo per favorire tra i fedeli l’impegno dei contemplazione del mistero cristiano... il Rosario si pone nella migliore e più collaudata tradizione della contemplazione cristiana. (n. 5)
“Il Rosario è una preghiera spiccatamente contemplativa. Privato di questa dimensione, ne uscirebbe snaturato, come sottolineava Paolo VI: <<Senza contemplazione il Rosario è corpo senza anima e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule...>>” (n.12)
I numeri tra parentesi si riferiscono ai vari paragrafi della Lettera Apostolica ‘Rosario della Vergine Maria’ di Giovanni Paolo II.
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