Il sogno missionario continua - don Angel Fernandez Artime

Ho visto imprese che sembravano impossibili: uomini e donne donare quotidianamente la vita in foreste e deserti terribili o in periferie lacerate quotidianamente dalla violenza. Annunciando Gesù con il vangelo semplice e silenzioso vissuto nella vita quotidiana.

Il sogno missionario continua - don Angel Fernandez Artime

 

tratto da infoans.it

 

Ho visto imprese che sembravano impossibili: uomini e donne donare quotidianamente la vita in foreste e deserti terribili o in periferie lacerate quotidianamente dalla violenza. Annunciando Gesù con il vangelo semplice e silenzioso vissuto nella vita quotidiana.

 

Il sogno missionario del titolo, amici del carisma salesiano, è il grande sogno missionario di Don Bosco. Fin dai primi anni della fondazione della piccola e fragile Società di San Francesco di Sales (Salesiani), egli inviò i primi missionari in Argentina (1875), perché si occupassero delle migliaia di emigranti italiani che vi erano arrivati, ma con il profondo desiderio che, nel più breve tempo possibile, andassero ad evangelizzare le popolazioni indigene della Patagonia.

 

In uno dei suoi più grandi e profetici sogni missionari, Don Bosco sorvola il mondo insieme ad alcuni dei suoi giovani, guidato da una pastorella. I giovani leggono i cartelli delle città che scorrono sotto di loro: Valparaíso, Santiago, poi montagne, colline e mari e Pechino!

 

«Bene» dice la Pastorella «Ora tira una sola linea da una estremità all’altra, da Santiago a Pechino, fanne un centro nel mezzo dell’Africa e avrai un’idea esatta di quanto debbono fare i Salesiani»
«Ma come possono fare tutto questo?» esclama Don Bosco «Le distanze sono immense, i luoghi difficili e i Salesiani pochi». «Non ti turbare. Faranno questo i tuoi figli, i figli dei tuoi figli e i loro figli».

 

Ebbene, quei figli siamo noi e quel sogno missionario è ancora vivo, molto vivo. E noi siamo dentro il sogno.

 

Don Bosco, se fosse fisicamente presente in mezzo a noi, si sentirebbe molto felice, e ce lo esprimerebbe con il suo largo e indimenticabile sorriso, vedendo come le sue due grandi congregazioni, i Salesiani di Don Bosco, e le Figlie di Maria Ausiliatrice, continuano ad essere missionarie e ripartono verso gli orizzonti che lui aveva solo sognato con ondate successive verso i lidi più lontani. Molte volte, fino a raggiungere quest’anno l’ondata numero 150.

 

Diecimila missionari

 

Lo scorso 29 settembre, dalla Basilica di Maria Ausiliatrice, 36 Salesiani di Don Bosco e 12 Figlie di Maria Ausiliatrice, durante una commovente Eucaristia, hanno ricevuto il crocifisso, come distintivo di “inviati” in quattro continenti.

 

Nell’omelia ho potuto condividere con tutti un’informazione che non è solo curiosa, ma che ha un grandissimo valore carismatico e di identità salesiana. Ho detto che nel dicastero delle missioni abbiamo un libro in cui sono registrati tutti i nomi dei missionari partiti nelle 150 spedizioni, e il primo nome è quello di Giovanni Cagliero. Il numero totale di salesiani sdb finora raccolti in quel registro è di 9.542 missionari, dal 1875. Ma sappiamo che un migliaio di altri sono stati inviati in altre circostanze, senza aver ricevuto ufficialmente la croce missionaria a Valdocco. Non conosco il numero delle nostre sorelle missionarie Figlie di Maria Ausiliatrice, ma sono certamente diverse migliaia.

 

Quindi ci può essere il minimo dubbio sul carisma missionario delle due Congregazioni care a Don Bosco? Certamente no. Siamo nati come religiosi e religiose per i giovani, i ragazzi e le ragazze di tutto il mondo, specialmente per i più poveri e bisognosi tra loro, ma anche per essere evangelizzatori e missionari dove c’è più bisogno di noi.

 

Lo sanno bene i fratelli e le sorelle che hanno ricevuto la croce a Valdocco il mese scorso, come missionari di Gesù ovunque ce n’è bisogno. E questa certezza mi porta al cuore tanti volti e tanti nomi di sorelle e fratelli missionari che ho incontrato in tutto il mondo in questi quasi sei anni. Sempre in mezzo ai più poveri e umili dei cinque continenti.

 

Ho visto imprese che sembravano impossibili: uomini e donne donare quotidianamente la vita in foreste e deserti terribili o in periferie lacerate quotidianamente dalla violenza. Annunciando Gesù con la parola e molte volte senza la parola, perché non possono annunciarlo, ma con una testimonianza esemplare, con il vangelo semplice e silenzioso vissuto nella vita quotidiana.

 

Ho incontrato sorelle e fratelli che sono stati in varie prigioni per più di trenta o quarant’anni per motivi di fede. Ho incontrato fratelli che poi sono diventati martiri della fede in una morte insensata e ingiusta, come gli ultimi due martiri missionari, salesiani spagnoli (don César Antonio Fernández, e don Fernando Hernández, entrambi morti in Burkina Faso).

 

Oggi, i nostri fratelli e sorelle continuano ad essere missionari in tutta l’America, in Amazzonia e in tutta la catena montuosa andina; missionari in Africa. Missionari in Mongolia, nell’Europa dell’Est, nel Népal e in tanti altri luoghi dell’Asia, in quasi tutta l’Oceania... E continuiamo a ricevere domande e richieste da tutte le parti del mondo per avere la presenza dei figli e delle figlie di Don Bosco.

 

Grazie anche a voi per il vostro affetto, la vostra simpatia e anche per la vostra generosità quando c’è bisogno di qualcosa per i più poveri. Insieme possiamo aiutarne molti di più e allargare di molto il raggio della nostra carità.

 

Che il buon Dio vi benedica tutti.

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