Il testamento di un giovane “prete per l'eternità”

A ventuno anni dalla morte, in ricordo di don Jean-Paul Hyvernat. «Avrei voluto essere un santo... avrei voluto che tutti fossero infiammati d'Amore, avrei voluto essere un prete donato, mangiato, avrei voluto che tutti fossero innamorati di Cristo, avrei voluto assolvere i peccati di tutti i peccatori che ho incontrato, avrei voluto che Maria regnasse in tutti affinché tutti fossero di Gesù...».

Il testamento di un giovane “prete per l’eternità” 

Jean-Paul Hyvernat nacque l’11 settembre 1956 a Saint-Germain-du-Plain, nella regione francese di Saona e Loira. Dopo aver compiuto la sua Promessa scout nel 1970, comprese di essere chiamato al sacerdozio. Iniziò la sua formazione presso il Seminario di Écône, in Svizzera, perché lo riteneva un luogo fedele alla tradizione della Chiesa, ma quando iniziò a consumarsi lo scisma lefebvriano se ne allontanò, insieme ad alcuni compagni e a quei professori che volevano mantenersi fedeli al Papa.

Dopo aver concluso gli studi nel Collegio Francese a Roma, fu ordinato sacerdote il 26 novembre 1983 e, incardinato nella Diocesi di Versailles, fu destinato alla parrocchia della Cattedrale di Saint-Louis. S’impegnò moltissimo coi giovani, organizzando iniziative speciali per loro: la Cordée Spirituelle (Cordata Spirituale) e i Mercredi de Saint-Louis. Entrambe fruttarono numerose vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata.

Con i suoi ragazzi prese parte alle primissime GMG di Santiago de Compostela e Czestochowa. Fu proprio subito dopo essere tornato da quell’incontro in Polonia, precisamente il 28 agosto 1991, che, mentre attraversava il Ghiacciaio dei Bossons, presso Chamonix, venne schiacciato da un masso staccatosi da una montagna e morì dissanguato.

Le persone che custodirono il ricordo di don Jean-Paul fecero dare alle stampe per le Éditions Pierre Téqui una sua biografia, Pretre pour l’eternité (Prete per l’eternità), e una raccolta di suoi pensieri, Paroles sur la vie chrétienne (Parole sulla vita cristiana), che ha un nutrito capitolo dedicato alla vocazione. Ne stralciamo alcuni brani particolarmente interessanti. «L’unico criterio che ci permetterà di discernere ciò a cui Dio ci chiama – insomma, ci sono due grandi vie: la vocazione al matrimonio, la vocazione alla vita consacrata – il miglior criterio per sapere se è davvero Dio che mi chiama a qualcosa, sarà la gioia, la gioia profonda, questo sentimento di felicità». (Ritiro all’Abbazia di Solesmes, novembre 1987) «Ecco l’essenziale di tutto quello che si dispiega nella nostra vita umana, nella nostra vita temporanea, nella nostra vita terrena: rinnovare quotidianamente la nostra scelta di essere scelti da lui». (Ultimo Mercredi de Saint-Louis, giugno 1991) «Tendete bene l’orecchio. Non lamentatevi: Dio vi chiama, ricolmerà il vostro cuore al di là delle vostre attese». (Preparazione dell’Omelia per la Giornata Mondiale per le Vocazioni, maggio 1987).

Degno di essere meditato è, per concludere, il suo testamento spirituale: «Versailles, festa del Battesimo di Nostro Signore, domenica 12 gennaio 1986. Chiedo perdono a tutti coloro che ho potuto ferire o scandalizzare durante la mia vita terrena. Perdono a tutti coloro che hanno visto nella mia vita sacerdotale una contro-testimonianza: il Sacerdozio è una realtà così bella che non la si può tradire. Avrei voluto essere un santo... avrei voluto che tutti fossero infiammati d’Amore, avrei voluto essere un prete donato, mangiato, avrei voluto che tutti fossero innamorati di Cristo, avrei voluto assolvere i peccati di tutti i peccatori che ho incontrato, avrei voluto che Maria regnasse in tutti affinché tutti fossero di Gesù, avrei voluto far amare l’Amore, avrei voluto che l’Eucaristia fosse il centro della mia vita, avrei voluto... Che qualcun altro mi dia il cambio e salga l’Altare e sia un santo! E pregate per il povero peccatore che sono, io che ho solo tradito il mio Dio, io che non ho saputo fare penitenza, io che ho solo bisogno della Misericordia. Che i giovani, e fra di loro tutti noi scout e guide, siano assetati d’assoluto, di purezza, di trasparenza, di gioia e di santità. Dio è Amore. La Chiesa è bella, perché è sua: guidato da Maria, io non rimpiango nulla di tutto quello che ho contemplato in essa. Rendo grazie a Dio per la Santa Chiesa cattolica e romana, per la mia diocesi di Versailles, e chiedo perdono al mio vescovo per averlo deluso!... Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Lode e Gloria alla Stella della mia vita, Maria purissima. Jean-Paul Hyvernat, cristiano, scout, prete per l’eternità».

Emilia Flocchini

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